Altro che su Marte, i giovani italiani tornano alla terra

L'Italia è un paese in cui molti giovani vogliono ritornare alla terra: lo dicono i dati e le tendenze e lo spiega il buon senso, di fronte a un futuro che, per essere tale, deve vedere un cambio di paradigma.

Altro che su Marte, i giovani italiani tornano alla terra

Il recente convegno dei giovani commercialisti che si è svolto a Foggia ha evidenziato come l’Italia sia il paese leader in Europa per quello che riguarda le persone al di sotto dei 35 anni impegnate nella filiera agricola: ben 60mila persone con una crescita annua del 6%.

E’ proprio quello che riscontriamo noi, dell'associazione Paea e del giornale Il Cambiamento, da anni riportando testimonianze ed esperienze di persone soprattutto giovani che hanno fatto la scelta dell’agricoltura. A prescindere dal bombardamento mediatico che ci induce a credere che diventeremo tutti robot e al di là di qualche buontempone che vorrebbe addirittura colonizzare Marte, c’è chi interpreta diversamente la realtà e agisce di conseguenza. Del resto non è nemmeno complicatissimo da comprendere: cos'è che ci dà da vivere, da respirare e ha preziose risorse rinnovabili se si seguono i suoi cicli? La Natura.

Si possono fare voli pindarici, si può credere a ogni assurdità ma non si sfugge dalla realtà e dagli ineludibili limiti fisici del pianeta e dalle leggi della natura, e se si interviene in maniera  contraria o dannosa, a rimetterci le penne siamo anche noi umani. Quindi è alla Natura che si deve tendere. I giovani sono stanchi di credere alle favolette sulla carriera, sul lavoro sicuro che non c’è più e sul lavoro che non può che essere a ritmi e con richieste insostenibili, o alle frottole su una pensione che non arriverà mai. E comprendono che rivolgersi alla terra è una scelta assai più lungimirante, sicura e sana. Inoltre la qualità della vita a contatto con la natura è molto migliore se paragonata a quella stressante, inquinata, pericolosa delle città odierne, strette nella morsa del traffico e della fretta, dove fare crescere dei figli è un ansia e corsa costante.  

La scelta di ritornare alla terra è poi spesso quella consapevole dell’agricoltura che bandisce la chimica e che si avvale di tutte le nuove conoscenze sui vari metodi di coltivazione biologica, che in fondo è la strada obbligata se si vuole sopravvivere su questo meraviglioso pianeta che abbiamo. L’aumento costante della diffusione del cibo biologico e relative coltivazioni è un segnale importantissimo. E’ però ovvio che per chi ci deve vendere "cinafrusaglie" a ritmo continuo, il riavvicinamento alla natura è un nemico terribile, perché nella natura si trovano gratificazioni e relazioni che non necessitano di denaro.

Infatti, nel nuovo modo di intendere l’agricoltura basata sul rispetto dell’ambiente e sull’eco-vicinato, ci sono scambio, cooperazione, conoscenza e recupero di legami comunitari che riducono le spese e aumentano la qualità della vita. La natura ha generosità e ricchezze inimmaginabili e se le persone creano sistemi grazie ai quali collaborano e si scambiano aiuto, attrezzature e saperi, anche l’agricoltura, che è sempre stata vista come una vita grama e piena di fatiche, diventa fattibile e gratificante.  

Le previsioni ci dicono che in futuro le città saranno sempre più popolate, ma non è detto che questo sia un trend immodificabile; potrebbe invece succedere che a essere ripopolate siano proprio le campagne. Staremo a vedere; intanto i giovani italiani agricoltori ci fanno ben sperare.

Intanto, è possibile partecipare il 10 e 11 novembre al corso "Cambiare vita e lavoro, istruzioni per l'uso", saremo in Umbria al Parco delle Energie Rinnovabili: per fare un primo passo concreto.

QUI tutte le informazioni su programma e iscrizioni

 

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