La criminalità si combatte levando la scorta a Roberto Saviano?

Il ministro dell’interno Salvini ha minacciato di levare la scorta a Roberto Saviano, con cui è in polemica circa la questione dei migranti, sulla quale lo scrittore ha opinioni assai diverse. La politica è da sempre il circo dell’impossibile e dell’incredibile, ma cosa c’entrano gli immigrati con la minaccia di togliere la scorta a una persona che è nel mirino della camorra per i suoi scritti?

La criminalità si combatte levando la scorta a Roberto Saviano?

Un minaccia che sa di avvertimento e che di certo non si addice al linguaggio che dovrebbe tenere chi si occupa di combattere la criminalità. Anzi, Salvini in qualità di ministero dell’Interno non dovrebbe assolutamente far mancare la protezione a chi si batte contro la malavita ed è riconosciuto anche a livello internazionale proprio per il suo impegno in merito.

L’atteggiamento di Salvini è quello tipico della vecchissima politica: brandire il potere per minacciare questo e quello, usando chiunque per i suoi scopi. Che si tratti di gente su una barca in balìa del mare o di uno scrittore che lo critica, poco importa; l’importante è avere sempre un nemico a cui imputare ogni male.

E’ il cliché tipico della peggiore destra: rom, immigrati, comunisti, ebrei, omosessuali, neri, scrittori che pensano troppo, sono carburante prezioso per spargere odio e tutto ciò diventa pacchia per chi, frustrato da una vita a fare girare ruote di criceto, deve prendersela comunque con qualcuno per sfogare la sua rabbia. Il gesto di Salvini su Saviano ricorda molto gli “editti” di Berlusconi, quando era presidente del Consiglio, contro personaggi televisivo scomodi che poi puntualmente venivano epurati.

Salvini del resto è alleato proprio con Silvio Berlusconi che, per rimanere in tema di criminalità, ha passato vari guai giudiziari. Saviano ha risposto duramente e nettamente con un video alle minacce di Salvini. Non sono purtroppo molte le volte in cui le persone in Italia si contraddistinguono per il loro coraggio e la capacità di dire il proprio pensiero ai potenti senza aver paura delle conseguenze. L’italiano troppo spesso si  riconosce per il suo menefreghismo, il suo genuflettersi  di fronte a chi conta, al saltare sul carro dei vincitori e non guardare in faccia a nessuno laddove ci sia da guadagnare qualcosa che siano posti di lavoro, soldi, prestigio, visibilità, potere, carriera. Senza tralasciare poi che siamo indiscussi campioni mondiali nella specialità di dimenticarci o smentire il giorno dopo quello che abbiamo detto il giorno prima.

Ed è proprio questo agire opportunista e meschino che determina la cultura e la prassi mafiosa che da sempre strangola l’Italia. Di Roberto Saviano non condivido alcune posizioni e in passato ho criticato certe sue scelte mediatiche, ma va dato atto che il suo gesto e la sua dichiarazione nei confronti del Ministro dell’Interno Salvini e delle sue assurde sparate sono una dimostrazione di coraggio che in Italia dovrebbe essere profuso da chiunque contro i soprusi e le ingiustizie grandi e piccole di tutti i giorni.

Del resto Saviano scrivendo le cose che ha scritto contro la criminalità organizzata, di coraggio ne deve avere non poco, a differenza di Salvini che, per parafrasare il suo alleato Berlusconi, oltre a non aver davvero lavorato nemmeno un giorno della sua vita e aver fatto esclusivamente il politico, riesce solo ad accanirsi sui più deboli e la parola coraggio non sa nemmeno lontanamente che significato abbia.

 

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