2 giugno: abbracciamo il cambiamento, meglio tardi che mai…

"L’Italia s’è desta? Meglio tardi che mai... Eppure quanti disastri ha portato quel tardi!" dice Dario Lo Scalzo che in un articolo di riflessione sui cambiamenti in corso nel sentire comune invita a riempire nuovamente di senso la giornata di oggi.

2 giugno: abbracciamo il cambiamento, meglio tardi che mai…
I colori si fanno più accesi e sgargianti, l’odore dei gelsomini si incunea nei vicoli e nelle strade delle città. Si incrociano molti più sorrisi sulle facce della gente che indossa t-shirt ed un abbigliamento leggero. Via le calze, staccate le menti e riversatevi nei parchi, nei boschi, nelle spiagge. Affrettatevi a sentire il prato fresco e il tepore della sabbia sotto i piedi. Lasciate a casa i cellulari ed i PC portatili nei fine settimana. Non crollerà il mondo se resteranno spenti per qualche ora, abbiate fiducia. Non sentitevi il punto focale del pianeta dal quale dipenderanno le sorti del mondo. Ricordate, siamo un puntino nell’universo, e dunque rilassatevi. Giocate con i bambini con serietà e sino in fondo senza intervallare i giochi da lunghe discussioni telefoniche sulla settimana "merdosa" appena trascorsa a lavoro o sull’ultima impensabile cotta presa per un lui o una lei bellissimo/a ma ahimè stupidino/a e sciatto/a. Non mettete il navigatore sul manubrio della bici e ogni tanto regalatevi la possibilità di perdervi. Non incupite le giornate nominando il nome del Cavaliere o raccontando la sua ultima menzogna giornaliera o uno dei suoi ultimi discorsi populisti. Almeno nei fine settimana, provate a boicottate il suo nome e a bandirlo dal vostro cervello e anche dal vostro inconscio, se possibile. Vedrete che la vita vi sorriderà ancora di più insieme al calore dopante di queste giornate di luce e sole. L’Italia s’è desta. Meglio tardi che mai. Eppure quanti disastri ha portato quel tardi! Adesso si va avanti. È il tempo di scoperchiare il cielo dopo lustri di berlusconismo che ha seminato e coltivato la cultura del “non Stato”; è il tempo di togliere le macerie per animare gli animi e dare più aria ai respiri sopravvissuti. Questi giorni sono nuovi e si deve tentare di nuovo. Guardiamo avanti e non commiseriamo il passato. È stata questa la chiave del successo degli uni e della sconfitta degli altri. Stavolta il Cavaliere ha cavalcato il cavallo sbagliato. La strategia del terrore, quella trasgressiva a tutti i costi dello screditare e la favoletta sui comunisti che mangiano i bambini non hanno funzionato. Errore di valutazione o arrogante spavalderia? Obsolescenza di pensiero probabilmente ma anche evidente segno di distanza, lontananza e disconoscenza del vivere quotidiano della gente e delle reali esigenze del paese. L’ex-carismatico illusionista è inciampato nell’incomprensione delle piazze e della gente aggrappandosi al solito populismo qualunquista, continuando a credere che gli italiani siano stupidi e che si possano “comprare” con il brio e l’ilarità ed infine rievocando in maniera spesso delirante e poco efficace il passato e la storia. Una campagna elettorale guidata da monologhi edonistici tendenti a rassicurare (il concetto del ghe pensi mi) che non gli hanno permesso di intuire tra l’altro che la carta del comunismo avrebbe potuto sortire poco effetto nei confronti di quell’elettorato giovane che il comunismo non l’ha mai vissuto né conosciuto se è vero che sono trascorsi 22 anni dalla caduta del muro di Berlino. Aggrapparsi al terrore del comunismo teorizzando l’assalto e l’invasione dei suoi mostruosi estremisti ha probabilmente spaventato solo gli spettatori del TG4, lobotomizzati da anni di “fedianesimo” che, però, sembrerebbero essere rimasti davvero in pochi, visti gli esiti ed i risultati elettorali. L’italiano è cambiato, o meglio, una parte degli italiani sembra avere appreso la lezione dopo avere optato in passato per i partiti delle Libertà, quelli del fare, sì, ma del fare i propri comodi ed interessi e dell’illegalità legalizzata, e sembra avere maturato una visione differente, chissà forse una reale evoluzione. Dopo aver pagato dazio con bui anni di decadentismo e oscurantismo, non solo gli italiani “senza cervello”, ex-coglioni, ma anche quelli che un tempo ebbero cervello, sinora mai entrati nella categoria dei coglioni, vogliono sapere cosa saranno e cosa faranno e non cosa è stato. Chiedono concretezza in nome del bene collettivo stufi delle chiacchiere da bar e dalla mediocrità di chi li rappresenta. Le vere preoccupazioni della popolazione riguardano il futuro e non il passato. Gli italiani hanno deciso di buttare il telecomando. Via, nella spazzatura insieme alla TV spazzatura, insieme alle bugie, insieme ai privilegi di pochi, insieme ai favoritismi, insieme alla “Legge non è uguale per tutti”, insieme agli insulti e alla politica da talk show, insieme alla devalorizzazione della persona umana e all’azzeramento della sua dignità. L’Italia vuole e merita un maggiore rispetto e chiede un reale cambio di rotta, vuole azioni concrete ed efficaci di Res Pubblica e non tollera più il governo degli egoismi. Ma attenzione il cammino è ancora lungo e non si culli chi, oggi, è stato scelto per prendere il testimone, sinora localmente; che abbia consapevolezza del fatto che in molti casi è stato preferito come il meno peggio e non come il meglio. L’Italia sembra avere perso la pazienza e aspetterà al varco chiunque non agisca per il bene comune, ne valuterà le verità dette e le azioni concrete messe in piedi per il bene del paese. Il sorriso smagliante e poco responsabile del Primo Ministro è ancora preoccupante ed è per questo che non si dovrà abbassare la guardia e non si dovrà dare nulla per scontato. La sua bocca dice tutto ed il contrario di tutto, lo conosciamo, e così, mentre, dopo la rottura con AN, diceva di non potere andare via perché investito dalla maggioranza degli italiani (già quella una menzogna), adesso incurante e senza rossore resta in sella al suo cavallo. Oramai il calcolo numerico delle sue bugie negli ultimi 17 anni potrebbe farsi con una calcolatrice scientifica, di quelle che calcola il limite che tende ad infinito. La strada è ancora lunga dunque prima di poter sradicare le metastasi del berlusconismo e la prossima immediata tappa del cammino è rappresentata dal referendum abrogativo del 12 e 13 giugno, unico momento di democrazia diretta con il quale ai cittadini è direttamente chiesto di esprimere il proprio parere su temi di estrema rilevanza quali: il legittimo impedimento, la privatizzazione dell’acqua (due quesiti) e l’energia nucleare. Occorre un altro atto di responsabilità che possa portarci tutti quanti a votare ed esprimerci per essere artefici del nostro destino e del nostro futuro anziché lasciarlo nelle mani di chi oggi non rappresenta più il Paese ma resta solidamente seduto sulla poltrona del Palazzo. Siamo ancora in primavera ma se questo caldo ha rinsavito buona parte degli italiani c’è da restare ottimisti per l’imminente stagione estiva. Allora che il sole illumini la nostra intrinseca saggezza, il nostro senso di responsabilità e di Stato e la genialità che è propria di ogni italiano. Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il proprio dovere. (Giovanni Falcone)

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