L'agricoltura sociale in Italia, un'attività sempre più diffusa

Dalla realizzazione di orti pensili negli istituti penitenziari ai programmi di formazione al lavoro agricolo per le persone disabili. L’agricoltura sociale coniuga l’attività produttiva con l’offerta di servizi di integrazione socio lavorativa e con percorsi di formazione al lavoro agricolo per le persone disabili. Dialoga con la società attraverso nuove prospettive.

L'agricoltura sociale in Italia, un'attività sempre più diffusa
Circa il 25% dei 205 istituti penitenziari italiani svolge all’interno un’attività agricola. Il contatto diretto con la natura, animali e piante, permette di accrescere il senso di responsabilità consentendo di prendersi cura degli altri. L’agricoltura biologica ha un potenziale riabilitativo che migliora la qualità della detenzione e favorisce il reinserimento sociale. Dalla realizzazione di orti pensili e di oliveti all’interno di carceri minorili e di istituti penitenziari, dai corsi di formazione sull’agricoltura biologica ai programmi d’inserimento nel mondo del lavoro per i detenuti, questi e altri sono i progetti di agricoltura sociale che da anni l’Aiab svolge nel Paese. Le attività di agricoltura sociale sono sempre più diffuse sul nostro territorio, a riscoprire e rafforzare la valenza sociale dell’agricoltura, la sua capacità di rimettere al centro il produttore e il consumatore. Sono molte le realtà che hanno investito nell’agricoltura sociale, tra queste per esempio la cooperativa Aretè, fondata nel 1987 da movimenti di volontari coinvolti nella rieducazione dei carcerati a Bergamo. Produce cibo biologico, offre servizi di integrazione socio-lavorativa a soggetti svantaggiati ed ha attivato una rete di distribuzione di prodotti bio insieme ad altri produttori locali. I prodotti sono venduti direttamente nello spaccio della cooperativa e si inseriscono nel canale delle mense scolastiche. Nella provincia di Latina, la Biofattoria solidale del Circeo opera su un terreno di oltre 170 ettari e segue i metodi della produzione biologica. Negli ultimi anni è diventata un punto di riferimento per le attività sociali, formative e didattiche per l’intero territorio dell’agro pontino. Oltre a produrre e vendere un vasto paniere di prodotti agricoli biologici certificati, tramite il gruppo di acquisto solidale, si occupa di formazione al lavoro agricolo per le persone disabili, ma anche di progetti con le scuole, ippoterapia, campi estivi, visite e fattorie didattiche. Parlare di agricoltura sociale vuol dire fare riferimento a un settore dinamico, che coniuga le attività, esperienze, programmi e interventi produttivi, di allevamento o trasformazione di prodotti agroalimentari con il coinvolgimento delle fasce deboli della popolazione. Le stime parlano di una sempre più diffusa presenza sul nostro territorio di questo tipo di attività che prestano anche servizi socio sanitari. Si tratta di realtà aggregate, molto spesso sono cooperative o associazioni, che utilizzano terreni in affitto, suoli confiscati alle mafie, animando il territorio con nuovi servizi sociali e offrendo nuove occupazioni grazie alla diversificazione delle attività. La conoscenza diretta di ambienti naturali, agricoli e produttivi del territorio incrementa la consapevolezza delle diversità, dei ritmi stagionali, del senso d’appartenenza ambientale, la responsabilità individuale, il rispetto dell’ambiente quale patrimonio che accomuna tutte le persone. La multifunzionalità è un elemento imprescindibile dell’agricoltura sociale ed è essenziale per l’evoluzione del mondo agricolo, poiché riconosce all'agricoltura la capacità di produrre non solo cibo, ma anche altri beni e servizi caratterizzati sia da un valore di mercato che da un'utilità sociale. Le esperienze di agricoltura multifunzionale mettono in luce una potenzialità dell’attività agricola che coincide con la capacità di creare benefici, di tipo socio sanitario, inclusivi, terapeutici e di inserimento lavorativo, per fasce deboli o svantaggiate della popolazione, proprio grazie alla realizzazione di servizi innovativi che possono rispondere efficacemente alla crisi dei tradizionali sistemi di assistenza sociale. In questo senso, dunque, l’agricoltura sociale dialoga con un’economia responsabile, la interroga e pone nuove sfide: quale agricoltura vogliamo e quale economia vogliamo sviluppare? L’agricoltura sociale sotto molti aspetti è un ambito innovativo d’intervento che oltre a intrecciare nuove esigenze sociali ed economiche individua nuovi percorsi per lo sviluppo di un modo diverso di intendere la produzione e l’agricoltura.

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