Ambiente, rinnovabili, bioedilizia, tutela del territorio: andiamo a conoscere Alberto Sasso

Alberto Sasso è uno storico collaboratore dell'associazione Paea. Sasso intende portare la sua esperienza e le sue idee nel Parlamento italiano candidandosi con il Movimento 5 Stelle per le prossime elezioni politiche del 4 marzo.

Ambiente, rinnovabili, bioedilizia, tutela del territorio: andiamo a conoscere Alberto Sasso

Alberto Sasso si racconta: progetti, intenzioni, impegni, competenze, obiettivi. Si muove sui temi cari a Il Cambiamento e all'associazione Paea, gli abbiamo fatto alcune domande per sapere quali sono le sue proposte.

Perché hai deciso di presentarti alle elezioni e perché con il Movimento 5 Stelle?

Da prima della mia laurea in architettura ho accostato esperienze di formazione sia in Germania che in Italia nell'ambito della progettazione sostenibile e nella divulgazione di temi ambientali per aumentare la coscienza e consapevolezza collettiva sul corretto uso delle risorse e sull'importanza della tutela ambientale. Penso di avere l'età e l'esperienza giusta per provare la strada dell'impegno politico, così da permettermi di portare temi a me cari a livello più alto e creare la strada normativa e legislativa per una nazione che merita di avere un futuro prospero con obiettivi alti. Il Movimento 5 Stelle è l'unico soggetto politico in Parlamento che esprime da sempre la volontà di sviluppare temi di governo davvero innovativi nel campo ambientale e sociale. 

Quali sono gli obiettivi che ti prefiggi se sarai eletto?

Di dotare l'Italia di un piano energetico nazionale che possa svincolarci dall'uso delle fonti fossili mirando alla indipendenza energetica. E' un progetto realizzabile solo attraverso alcuni passi semplici che vanno applicati e che sono insieme necessari e produttivi sotto il punto di vista occupazionale e qualitativo della formazione professionale collettiva. E' innanzi tutto necessario riqualificare l'edilizia esistente (civile ed industriale), senza perdere livelli di comfort, ma riducendo di un fattore 10 i consumi di energia primaria che attualmente consuma sia il costruito che l'industria. Meno costi energetici a parità di condizioni di comfort o di produttività significano più disponibilità economiche dei cittadini e più margine per la competitività dell'industria e dell'artigianato. Un patrimonio edilizio e industriale riqualificato porta in sé un maggior valore aggiunto sotto il profilo commerciale ed ambientale. Minori emissioni di conseguenza significano anche migliore qualità ambientale ed ambiente più salubre con maggiore qualità della vita e minori costi sociali indotti dall'inquinamento. Anche le reti infrastrutturali devono seguire una vera ristrutturazione finalizzata alla riduzione dei costi energetici a parità di servizio reso: vanno privilegiati trasporti puliti e meno emissivi rispetto al traffico merci su gomma ed andrebbe riconfigurata anche la rete fluviale per il trasporto di cose e persone. Questo genererebbe a cascata un ciclo indotto di manutenzione necessaria con ovvie ricadute occupazionali anche sulla tutela del territorio. A fianco di un basso consumo di risorse, si deve praticare una politica di diffusione sistematica delle fonti di produzione rinnovabili, con particolare attenzione a investimenti importanti anche nel ciclo di vita di tutte le componenti che a fine vita diverranno un problema come smaltimento. L'innovazione sta proprio nel creare un sistema che miri ai rifiuti zero anche sulle tecnologie che al momento paiono più virtuose.

Come pensi  si possa contrastare il consumo di suolo con la relativa cementificazione del territorio e il dissesto idrogeologico che ne consegue?

Il consumo di suolo è un altro tema decisivo per una vera svolta culturale dell'Italia, se si vuole porre come capofila europea e mondiale sui temi ambientali: va ripensato completamente l'approccio sul consumo di territorio per lo sviluppo urbanistico valorizzando principalmente le aree già antropizzate e dotate di infrastrutture, oltre al recupero di volumi esistenti dismessi. L'Italia, per le crisi storiche dei comparti artigianali e industriali dall'800 ad oggi, ha un patrimonio di centinaia di migliaia di vani inutilizzati in abbandono che languono, mentre lo sviluppo immobiliare si concentra invece su territori ancora vergini o, peggio, sottratti alla produttività agricola. Si pone dunque il tema della pianificazione e del censimento di tutto ciò che è disponibile alla rigenerazione, sia nelle città che nelle zone in stato di abbandono come, ad esempio, i territori montani. Inoltre, una strada potrebbe essere disincentivare il consumo di suolo attraverso strumenti urbanistici sulla base dei quali le amministrazioni debbano dichiarare il proprio intento di salvaguardia attraverso tassazioni maggiori sul consumo di suolo vergine. Vanno anche riformate la qualità e la competenza degli uffici amministrativi e tecnici della Pubblica Amministrazione (anche dei piccoli Comuni) al fine di permettere un dialogo 'ad armi pari' con gli operatori immobiliari. Questi sono comunque  solo una piccola parte dei temi che intendo approfondire e portare a compimento se verrò eletto.

L’Italia è matura per un cambio di paradigma che porti al centro l’ambiente come tematica principale da cui deriva tutto il resto?

L'Italia deve imporsi questa radicale virata. Diversamente dovrà soccombere a scenari gravi sia occupazionali che ambientali che stiamo toccando in modo visibile nelle grandi città. E' necessario che l'informazione indipendente e di governo procedano nel fare corretta informazione per agevolare una via naturale alla consapevolezza collettiva. 

L’ambiente in Italia è sottoposto a costanti attacchi; quali interventi sarebbero prioritari per la sua salvaguardia?

In prima istanza occorrono norme che rapidamente impediscano il consumo di suolo, come citato prima; in secondo luogo, occorre una particolare attenzione ai territori marginali, che devono essere riabitati al fine di garantire un presidio del territorio anche grazie al lavoro e alla ripresa di una economia agricola e forestale che riproponga modelli di vita non necessariamente urbani. Il tema delle emissioni e dei rifiuti è poi nodale e quasi scontato nelle sue soluzioni (ripensare gli imballaggi e i prodotti al fine di riparare riusare e ridurre). Anche su questo tema è necessario (come per tutti) che il governo italiano investa in modo massiccio su campagne di informazione capillari e diffuse per creare una coscienza ambientale che è scomparsa da anni grazie ad un'ondata di individualismo  che ha messo totalmente in secondo piano il bene collettivo.

In qualità di architetto ti occupi anche di bioedilizia e risparmio energetico, quali sono alcuni dei tuoi maggiori lavori in ambito di contenimento energetico in edilizia e che risultati hai  ottenuto?

Nel corso della mia carriera professionale mi sono occupato di molti temi, tutti volti alla progettazione e realizzazione di edifici a basso consumo, passivi ed attivi. La specializzazione e l'esperienza mi hanno permesso anche molti lavori di progettazione energetica al servizio di altri progettisti per ottenere risultati di elevata efficienza. In team con l’associazione Paea ho lavorato al progetto del concept energetico e all'involucro del Muse di Trento (museo delle scienze di Renzo Piano) che ha avuto anche la certificazione Leed Gold e che rappresenta forse il primo esempio in Italia di edificio per la cultura in standard di basso consumo con un fabbisogno di involucro sotto i 35kWh/mq anno a cui ha fatto seguito quello per il quartiere attiguo detto 'Le Albere', certificato Casa Clima A e B per 25 e 45 kWh/mq anno già nel 2007. In generale circa 30 edifici in standard certificato Casa Clima A (dai 15 ai 25 kWh/mq anno)  e di 5 edifici NZEB (near zero energy building) sia come progettista che come consulente energetico. Partecipo anche a diverse start up legate alla ricerca edilizia in prefabbricazione con alcuni modelli di edifici montabili e smontabili in parziale autosufficienza energetica con struttura in legno. Da circa 10 anni sono impegnato nella ricerca sulla riqualificazione energetica ad alta efficienza di edifici esistenti che vede come risultato più completo la riqualificazione energetica in standard NZEB di due complessi condominiali di edilizia popolare a Bolzano (vincitori del progetto Europeo Sinfonia) che sono passati da 232 kwh/mq anno a 22 kwh/mq anno con una fabbisogno di involucro di 15kWh/mq anno e copertura dell'85% da fonti rinnovabili (solare, geotermico e fotovoltaico), progetto realizzato con tecnologia prefabbricata con pareti multifunzionali per ridurre i tempi di cantiere e controllare la qualità energetica in officina. Un altro intervento davvero degno di nota ma ben poco conosciuto è una delle più grandi riconversioni industriali in Torino con la trasformazione di oltre 52000 mq di area dismessa industriale della ex Fiat Officina 82 in area Mirafiori, trasformate in 24.000 mq di uffici servizi e ristorante aziendale, 4000 mq di serre climatiche con vegetazione per un uso collettivo e circa 14000 mq con un bosco e spazi giardini interni ed esterni agli uffici con oltre 127 specie vegetali. Il progetto ha generato una nuova concezione di luogo di lavoro che, oltre al basso consumo (circa 35 kw/h mq anno per energia primaria sull'involucro), ha salvato e riconsolidato tutte le strutture esistenti introducendo spazi di altissima qualità ambientale ed architettonica mantenendo il budget previsto, pur dando una estrema flessibilità architettonica e logistica. Questo progetto (durata 5 mesi!), ha avuto uno studio bioclimatico ed energetico molto approfondito e, soprattutto, è stata fatta questa scelta a valle di uno studio sul ciclo di vita e sul valore ambientale del riuso di volumi e strutture invece delle demolizioni complete. Riusare e riallestire ha risparmiato 88.303 GJ di energia tra mancate demolizioni, smaltimenti, nuove produzioni e riallestimenti. Con il riuso del suolo industriale come spazio terziario produttivo, si sono risparmiate oltre 7600 t di CO2 durante il cantiere che ha avuto anche un ciclo controllato degli imballaggi e dei tempi di cronoprogramma. Il tutto in soli 365 giorni di esecuzione. Importante anche notare l'impatto non avuto sul consumo di nuovo suolo anche in virtù del fatto che non sono stati fatti smontaggi o particolari demolizioni (salvo le ovvie bonifiche complete).

Sul settore dell'edilizia civile in generale ho lavorato ad oltre 50 edifici in standard certificato Casa Clima. Attualmente sto portando avanti anche su altri progetto la ricerca sulla prefabbricazione spinta anche per l'esistente su edifici scolastici.  Non ultimo, ho anche sviluppato (ormai nel 2009) con Ambiente Italia Istituto di Ricerche, l'Allegato Energetico al Regolamento edilizio per il Comune di Collegno (TO), un documento molto innovativo nella sua composizione che è anche stato premiato da Legambiente. Sul fronte della pianificazione, dal 2011 ho co fondato l'Associazione Ri Abitare le Alpi, che ha svolto attività di ricerca completamente auto finanziata, per lo sviluppo di un modello di studio del territorio incrociando tutte le banche dati GIS, dati demografici, economici, delle risorse, catastali, climatici, storici , viari, urbanistici e stabilendo anche lo stato di degrado attuale del patrimonio ambientale (boschivo, degli immobili e dei declivi). Un lavoro che è stato sviluppato in Val Susa e focalizzato a Condove (TO) che ha 75 borghi in gran parte in stato di abbandono progressivo. Il modello ha richiesto e generato, con il solerte aiuto di due amministrazioni, peraltro politicamente opposte, anche delle sessioni di progettualità partecipata con gli abitanti del territorio. Il progetto esiste , è applicabile e ripetibile. La sua finalità è fare leggere alle persone la vita extra urbana come una potenziale immensa risorsa di qualità della vita ed anche lavorativa. Ri Abitare le Alpi ha, insieme ad Uncem (Unione nazionale comuni montani delegazione del Piemonte) sviluppato dei tavoli di lavoro anche sulla infrastrutturazione e connettività dei territori marginali, per permettere lavoro di impresa e di artigianato ma anche di telelavoro.

Che importanza ha avuto nella tua formazione l’incontro e la collaborazione con l’associazione Paea?

Senza dubbio è stata essenziale nella mia formazione. Le affinità che si sono create sin da subito (risaliamo fino al 1999) con la partecipazione dapprima  a corsi di formazione su bioarchitettura, fitodepurazione per poi iniziare collaborazioni più dirette fino alla creazione di un vero e proprio 'ufficio' dedicato a consulenza ed esperienza sull'architettura sostenibile. L'esperienza del Centro Solaria, insieme alla formazione all'EUZ (Energie und Umwelt Zentrum) Centro per l‘Energia e l’Ambiente di Springe in Germania, la formazione continua fatta a cittadini e professionisti ed i quasi 11 anni di lavoro con la Mostra itinerante Casa Ecologica hanno segnato forse i periodi più belli e stimolanti della mia vita. Paea ha sempre affiancato l'approfondimento serio della tecnologia ad una alta formazione ETICA sulla politica ambientale lasciando un seme che germogliasse e fiorisse con gli obiettivi di portare questo pensiero alla collettività. Non ho mai trovato un soggetto paragonabile in tanti anni di lavoro e frequentazione di soggetti attivi in campo ambientale. 

L’etica, l’onestà e le relazioni umane basate sulla lealtà e la fiducia reciproca pensi che possano avere un posto in un mondo come quello della politica dove a giudicare da quello che hanno fatto fino ad oggi i partiti tradizionali, sono tematiche del tutto sconosciute?

Credo debbano avere un posto e vadano difese e tutelate. L'esperienza politica del Movimento 5 Stelle ha dimostrato sino ad ora che è possibile, anche grazie ad un rapporto diretto con i cittadini, essere motivati ad agire per il bene comune.

C’è una percentuale crescente di persone che non votano. Con quale motivazione gli suggeriresti di votare per te?

Io faccio una campagna elettorale mista, sui social (fb e twitter) e in mezzo alle persone porta a porta e nei mercati, sia in occasioni pubbliche di confronto con altri candidati. In tutte queste occasioni cerco di fare capire che non ho altre ambizioni se non portare quello che credo sia una visione essenziale per permettere di governare un paese dove sia meraviglioso nascere, vivere, lavorare ed invecchiare.

Come risponderesti a Berlusconi quando afferma che i rappresentanti del Movimento 5  Stelle non hanno mai lavorato?

Che mi fa piacere che partiti come FI e tanti altri sottovalutino decisamente il M5S. Questo atteggiamento strafottente non fa che permetterci di guadagnare terreno con grande rapidità all'interno dell'agone politico. 

 

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