L’Amiata perduta

"Dopo il piano di riassetto delle centrali di Piancastagnaio ecco pronta a partire, o quasi, la mega centrale Bagnore 4, da 40 MGW", Carlo Carlucci ci racconta come funzionano i processi decisionali nel territorio amiatino in relazione all'annosa questione dello sfruttamento geotermico.

 L’Amiata perduta
Dunque dopo il piano di riassetto delle centrali di Piancastagnaio ecco pronta a partire, o quasi, la mega centrale Bagnore 4, da 40 MGW. Si annuncia finalmente un futuro radioso per l’Amiata grazie al patrocinio della benemerita Enel. Ulivieri, presidente della Comunità Montana grossetana si profonde in parole di elogio per Enel, il Grande Fratello di orwelliana memoria. Finalmente gli ostacoli frapposti dagli ‘ambientalisti’ sembrano definitivamente superati e un futuro di lavoro e di sviluppo è garantito agli operosi abitanti dei comuni geotermici. L’Amiata diverrà sempre di più quello che capita ai comuni geotermici in Toscana: aree spopolate e abbandonate, di gran lunga le più povere della regione. Siamo del resto nella corsa affannosa alle fonti ‘alternative’ costi quel che costi. Da non credere. Il drappello di quelli che si oppongono, non alla geotermia, ma a ‘questa’ geotermia (ovvero ai filtri per i fumi che non ci sono, e se ci sono non si sa se sono messi in funzione e quando sono messi in funzione sono insufficienti) che chiedono un po’ di chiarezza sulle sorti dell’acquifero, che chiedono certezze, negate, sulle sorti di una delle più importanti riserve di idropotabile etc. Fatica a credere alle parole di Ulivieri che ben riassumono anche e sopratutto la posizione della Regione Toscana a riguardo. Siamo punto e daccapo. Persa la partita del nucleare, almeno per il momento, con Scajola ce l’avevamo quasi fatta, ci rifacciamo con un ‘prodotto’ tutto italiano e poi esportato nel mondo: la geotermia. Vi è come una frenesia. E dovunque un pullulare di progetti (italiani), di ricerche petrolifere in mare, centrali a carbone ‘pulito’, centrali geotermiche finanche a S.Gimignano. "B&B" li conosciamo bene, ma questi probi viri del Pd? Ma non andrebbero rimandate le decisive scelte energetiche al voto prossimo? Ma come, questi cascami della sinistra, completamente defenestrata dal Referendum, questi tromboni targati Pd devono partecipare a delle decisioni che sono ora di importanza decisiva per i nostri figli, per il futuro della vita sulla terra? La vulgata per cui si riscuotono i certificati verdi, cioè perché si tratta di una fonte pulita e inesauribile, come il sole per intenderci, continua a funzionare. E il KW geotermico si vende come un KW qualunque col vantaggio che in più riscuote i certificati verdi e non solo: il KW geotermico è ulteriormente premiato con il diritto (dell’Enel) di riprodurne altrettanti a carbone. Mentre ci vorrebbe una somma di precauzioni nel prelevare il calore dalle viscere profonde della terra. Quelle che cinquant’anni fa non venivano prese e che nazioni avanzate tecnologicamente (USA) oggi pretendono. Noi no. Noi ci fidiamo del know how di Enel Green Power come ripetono a iosa i nostri solerti e lungimiranti amministratori. E le decisioni su questo punto capitale sapete chi le prende? L’Enel e a scalare l’Eni e poi la Sorgenia di De Benedetti etc. Loro stilano i progetti di sviluppo energetico per il paese (e meno male che si è levato di mezzo Scajola) e gli altri (i politici) firmano. Intanto si muore un po’ di più? Ma come siamo tragici! faremo degli studi più approfonditi e vedrete che dipenderà dalle abitudini di vita, dalle troppe salcicce, dalle troppe sigarette, dal dolce far niente. Centrali senza VIA, magari vecchie di decenni? Ma che state a dire, che state a pretendere. Arsenico nell’acqua che beviamo e che una volta non c’era? Ma insomma come la fate lunga, quisquilie da ambientalisti. Imparate da Enel che a un prestigioso Hotel organizzò un party coi biscotti all’arsenico. Ve lo ricordate no? Lo sanno tutti che l’arsenico insomma non è poi così dannoso. Così dopo anni e anni in cui abbiamo speso il meglio delle nostre forze, di fronte a questa che è l’ennesima, colossale mistificazione, nella memoria di un nostro compagno Giuseppe Diemidio stroncato in pochi mesi (in quel di Abbadia) da un tumore (‘geotermico’ a detta dei medici che lo curavano), di fronte al silenzio omertoso, reticente della maggior parte dei nostri concittadini, denunciamo ancora una volta la radiosa, ipocrita fiducia dei nostri amministratori nelle centrali per lo più obsolete che insistono sopra il nostro sacro Mons ad meata, il nome latino dell’Amiata. Quel che resta degli amiatini, e duole dirlo, si affida ciecamente a un potere politico locale e regionale il quale distribuisce prebende e sportulae ai propri clientes come nella Roma della decadenza. Il secolare, pressoché totale isolamento delle popolazioni locali si traduce oggi in una supina acquiescenza al potere locale, tronfio, ‘democratico’, ottuso, squallido, triste. Si è perso il senso di una minuta e diffusa socialità, dell’aiuto reciproco, del senso di responsabilità verso gli altri, del dare, del dono di sé. L’Enel ha avuto buon gioco, bastava (la sua politica è comunque bipartisan) a far leva sulla casta politica locale. È al potere dal dopoguerra quindi ben radicata, abbarbicata. Quanto avviene in Patagonia da noi è inimmaginabile. Rifiutano, osteggiano le centrali idroelettriche (Enel) che distruggeranno e deturperanno per sempre uno degli ultimi angoli che si sono salvati dalla rapace mano dell’uomo. In nome di quanto rimane della bellezza della Terra. Inimmaginabile. Come diceva un povero commerciante afgano all’indimenticabile Tiziano Terzani: "in fondo non è mica una questione di differenze religiose quella che ci divide, è che a voi (gli occidentali cristiani) non vi bastano mai (i soldi, il cosiddetto benessere) e noi (i musulmani) non vogliamo diventare come voi". In Amazzonia si lotta e si muore per difendere la foresta, in Patagonia ci si ribella alle enormi centrali idroelettriche di Enel (proprietaria dei diritti sulle acque interne!), in Val di Susa sono tutti contro il Tav e sull’Amiata, nel più totale silenzio e nell'acquiescenza dei suoi abitanti, si consuma quello che ha i contorni di un dramma (ambientale e umano) senza ritorno. I morti in più sono per stili di vita, l’arsenico nell’acqua è per colpa delle miniere anche se si è dimostrata la connessione fra l’entrata in funzione della nuova mega centrale di Bagnore 3 e l’improvviso, costante aumento del veleno nelle fonti. Cose dette e ripetute da anni. L’Amiata è oramai una terra di vecchi e di cooperative di extracomunitari che forniscono i servizi. La ex ridente cittadina di Bagnore su cui insiste la più grossa centrale dell’Amiata - poco distante verrà approntata Bagnore 4, di potenza doppia di Bagnore 3 - ospita circa duecento residenti e quattro bar lungo la provinciale. Andare al bar è l’unica(o quasi) occupazione degli abitanti maschi. La spesa nella piccola Coop giustifica l’uscita di casa delle donne. C’è la manna dei soldi dell’Enel con cui si rifanno i marciapiedi. Il grosso (dei soldi) va in Regione. Più triste di così, appunto, si muore.

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