Andrea e Fausta: «Abbiamo aperto una porta su una visione diversa del mondo. Grazie al PeR»

Andrea D'Alessandro e Fausta Ledda hanno preso una decisione: stabilirsi in una località di mare per cercare un'alternativa ai ritmi schiavizzanti della città e dare corpo alle idee e ai progetti che da tempo avevano in mente. E il "carburante" per cambiare prospettiva e partire lo hanno trovato proprio al PeR, durante il workshop "Cambiare vita e lavoro: istruzioni per l'uso".

Andrea e Fausta: «Abbiamo aperto una porta su una visione diversa del mondo. Grazie al PeR»

Andrea D'Alessandro e Fausta Ledda oggi abitano a Santa Marinella, in provincia di Roma. Dopo lunghi periodi trascorsi nell'insicurezza, nel disorientamento e nell'insoddisfazione, hanno deciso di riappropriarsi fino in fondo della loro vita. Ma senza "colpi di testa", anzi, pianificando scelte e azioni; guardando però le cose da un altro punto di vita. La decisione l'hanno presa dopo avere partecipato al workshop al PeR, il Parco dell'Energia Rinnovabile, sul tema "Cambiare vita e lavoro: istruzioni per l'uso", che peraltro proprio questo fine settimana si ripropone nella sua 39a edizione.

«La scelta di frequentare il corso è stata di Andrea, io sono arrivata scettica ma incuriosita - spiega Fausta -
Pensavo di trovarmi davanti a un'esperienza noiosa ma non è stato così, mi sono ricreduta». « Fausta mi ha seguito incuriosita - aggiunge Andrea - Dopo diversi anni di analisi introspettiva, negli ultimi mesi prima del corso avevo raggiunto la consapevolezza che la vita che stavo conducendo non era soddisfacente e bisognava intervenire per riportarla sui binari della soddisfazione quotidiana. Ho scelto di venire al PeR per incontrare persone che, come me, erano a un livello avanzato di consapevolezza e confrontarmi con loro. Ascoltando le sensazioni di malessere degli altri, ho capito di non essere pazzo e, soprattutto, vedere che c'è tanta gente che ha voglia di cambiare la propria vita mi ha fatto sentire meno solo».

Fausta si è ricavata da poco un lavoro abbastanza stabile, dopo una vita di difficoltà. Sta superando anche una fase delicata, ma ha sempre avuto il sogno di vivere al mare, ho sempre amato l'aria aperta. «Dopo il corso, il primo passo di andare a vivere al mare lo abbiamo realizzato - dice Fausta - Il Per è stata un'esperienza positiva e aiuta a capire che niente è impossibile, bastano la volontà e la voglia di realizzare le proprie aspirazioni».

«Sforno idee ogni giorno e finora non avevo avuto il tempo necessario per realizzarle, proprio a causa di un sistema che ci vuole tutti schiavi - dice Andrea - Sta a noi riprenderci il tempo, caparbiamente, senza rinunciare più a inseguire un sogno, anche se piccolo. Il corso mi ha aiutato a capire che qualcuno che ha reagito a questo stato di torpore c'è e, anche se con difficoltà, è riuscito a cambiare qualcosa in meglio. Credo che l'obiettivo di chi va al PeR debba essere proprio questo: non aspettarsi una formula magica ma un momento di riflessione profondo su chi si è, cosa si desidera fare e trovare le energie necessarie per attivarsi nel cambiamento. Non bisogna vedere il corso al PeR come un libretto delle istruzioni da seguire per cambiare vita, ma come la chiave per aprire una porta su una visione del mondo diversa verso la quale iniziare a muovere qualche passo».

«Per me è stata una scelta di vita: abbiamo preso una casa in affitto al mare e ci siamo trasferiti lì con la mia cagnolina. Ci siamo ricavati un pezzettino di giardino adibito a orto dove mi diverto a sperimentare sia la coltivazione a terra sia in cassetta, e tutti i giorni non manca mai la passeggiata davanti alla maestosità del mare. Questa scelta mi sta anche aiutando ad affrontare una malattia. Mi piace anche seguire Andrea nelle sue iniziative; abbiamo avviato un piccolo progetto di riutilizzo e riparazione di apparecchi tecnologici che abbiamo chiamato "MiRifiuto - l'obsolescenza (ri)programmata"».

«Per ora il nostro cambiamento è piccolo, ma non ci fermiamo - prosegue Andrea - ho iniziato a ridurre drasticamente il tempo dedicato alle cose inutili, ho ridotto i consumi e le (finte e indotte) esigenze, ho iniziato a seguire i corsi che da tanto tempo procrastinavo (fumetto e scrittura creativa) e portiamo avanti il nostro progetto di riutilizzo e riparazione di apparecchi tecnologici. Abbiamo iniziato con una presenza al mercatino mensile del RiUso di Santa Marinella organizzato dall'Associazione Officina del Tirreno di cui facciamo parte e contiamo di esportare questa pratica nei paesi limitrofi in occasione di altri mercatini o eventi. Per me, che mi definisco "informatico pentito", è una grossa rivincita: da piccolo sognavo un'informatica che doveva migliorare la qualità della vita e ora mi trovo a combattere una società ipertecnologica e iperconnessa che crea tanti, troppi, rifiuti sia nelle discariche sia nelle menti delle persone».

«Basta con il meccanismo produci-consuma-crepa, non lo abbiamo voluto noi, ci è stato imposto. Lo abbiamo tuttavia accettato e paradossalmente lo proteggiamo e difendiamo perché siamo sempre stati "educati" a essere pedine di un ingranaggio, sin dai tempi della scuola. La scuola, purtroppo, non esalta il genio di ognuno di noi ma tenta in tutti i modi di uniformare i pensieri e le aspettative delle persone. Leggere molto aiuta a raggiungere la consapevolezza di ciò che siamo e a definire un nuovo stile di vita a cui tendere. È palese che una persona colta difficilmente accetta per sempre una situazione di apparente tranquillità che altri non è se non una schiavitù mascherata. Quando capisci che sei solo una rotellina di un ingranaggio e decidi di "uscire da Matrix" avverti come un senso di libertà che poi cerchi di trasmettere agli altri. Ecco, il ruolo di ognuno che ha fatto "il cambiamento" dovrebbe essere quello di avviare alla consapevolezza quante più persone possibili per iniziare una lenta e graduale rivoluzione».

«Sono riuscita a scegliere di vivere il mio sogno - aggiunge Fausta - è importante seguire le proprie inclinazioni e i propri sogni proprio per dare un senso alla vita».

E Andrea conclude: «Essere realmente consapevoli del valore delle proprie giornate, quantificare quanto di quello che facciamo è realmente un nostro bisogno è già un notevole passo in avanti. Armati di una sana consapevolezza viene da se la voglia di affrontare un cambiamento. Il cambiamento, per sua natura, è sempre uno stress per chi lo vive, tuttavia quando i primi piccoli progressi si iniziano a vedere la soddisfazione è incomparabile e dà i giusti stimoli per andare avanti, passo dopo passo, verso la ripresa della propria vita. Credo che a tutti faccia piacere essere attori e non spettatori della propria esistenza e per recitare la propria parte bisogna per forza entrare in scena superando timori e disorientamento. Siate sicuri che una volta sul palcoscenico avrete solo voglia di vivere e non vi curerete più di coloro che faranno di tutto per farvi tornare sui vostri passi, anzi li vedrete per quello che sono: persone impaurite che invidiano il vostro coraggio».

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