Arese: una nuova tangentopoli dietro ai licenziamenti Alfa Romeo?

Sta per compiere un anno la protesta dei settanta lavoratori ex Alfa Romeo: fra intimidazioni e coraggiose iniziative, la loro lotta prosegue senza sosta. La vicenda ha però anche altri risvolti, che coinvolgono alte sfere della politica e dell’imprenditoria.

Arese: una nuova tangentopoli dietro ai licenziamenti Alfa Romeo?
Dietro al caso, già di per sé drammatico, dei settanta lavoratori dello stabilimento di Arese della Alfa Romeo licenziati circa un anno fa, si cela un’intricata rete di connivenze, protezioni e favoreggiamenti che, come nel più classico stile italiano, coinvolge numerosi esponenti delle istituzioni. Ricostruiamo brevemente la vicenda per mettere un po’ d’ordine, aiutandoci anche con i puntuali resoconti che lo SLAI COBAS, il Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale, ha fornito e continua a fornire in merito alla lotta dei lavoratori. La storia comincia già diversi anni or sono quando alcuni ex operai della Fiat vengono reintegrati come dipendenti presso la società di servizi Innova Service, che per circa quattro anni ha gestito la portineria degli storici stabilimenti Alfa di Arese. A ottobre del 2011 anche quest’azienda chiude i battenti, non prima di aver licenziato, a febbraio dello stesso anno, il gruppo dei settanta ex Fiat, che fra l’altro, durante il periodo di lavoro in Innova Service, hanno subito numerose vessazioni, secondo quanto riferiscono i portavoce SLAI COBAS. Non solo: nel 2009 Angela Di Marzo, responsabile dell’azienda, è stata trovata in possesso di documenti riservati dei Carabinieri riguardanti alcuni esponenti del sindacato di Arese. La Di Marzo è uno dei personaggi chiave di tutta la vicenda e in Alfa Romeo ha costruito un piccolo impero, a discapito dei salariati dell’azienda. La portineria est di Arese è infatti gestita da un’altra sua azienda, la DM, la cui forza lavoro è costituita da precari sottopagati. Una terza società, la ISMI, si occupa, ricorrendo sempre a metodi e formule contrattuali analoghi, delle pulizie e della manutenzione. Tutte queste attività erano svolte dai settanta licenziati nel febbraio 2011 dalla stessa Innova Service. Dal punto di vista giuridico pesa fra l’altro sulla vicenda la sentenza emessa il 28 dicembre dal Giudice del Lavoro di Milano, che ha dichiarato illegittimi i licenziamenti intimando alla ditta della Di Marzo di corrispondere ai lavoratori le mensilità arretrate, che ammontano complessivamente a 750mila euro. Oltre che in questa causa, Angela Di Marzo è coinvolta anche in un processo che la vede imputata per aver nascosto una microspia nell’ufficio dell’amministratore delegato di Expo 2015 Giuseppe Sala, quando invece aveva ricevuto dallo stesso Sala il compito di bonificare l’ambiente. Il compito le era stato assegnato grazie alla 'sponsorizzazione' di Giuseppe Mele, segretario generale della Provincia di Monza e Brianza – e, in passato, del Comune di Milano – e del Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi. Nel caso sono coinvolti anche Giuseppe Di Marzo, fratello di Angela, e Lorenzo Fabbrizzi, già capo del personale di Innova Service. Per completare il quadro dei collegamenti, diamo uno sguardo alla composizione della proprietà dell’area produttiva di Arese, che fra l’altro rappresenta un polo industriale di primaria importanza sul cui futuro non è ancora stata fatta chiarezza. La proprietà della maggioranza dei vecchi stabilimenti Alfa è detenuta dalla Fiat, mentre un terzo è in mano alla società ABP. O meglio era, poiché ABP sta completando la vendita della sua parte alla società di promozione e sviluppo immobiliare Euromilano e a Iper, controllata dal gruppo Finiper di Marco Brunelli, uno dei principali imprenditori della GDO italiana e socio di Bernardo Caprotti ai tempi della fondazione di Esselunga. Euromilano è invece controllata da Lega COOP, Compagnia delle Opere, Unipol, CCL, Intesa San Paolo e dallo stesso Brunelli. La ciliegina sulla torta, come sottolinea anche SLAI COBAS, sono le dimissioni del sindaco di Arese Gianluigi Fornaro, arrestato a settembre scorso nell’ambito di una maxi truffa ai danni dei cittadini relativa alla fornitura di gas. Qual è quindi la situazione attuale? La lotta dei lavoratori ex Alfa Romeo continua: prima di Natale il presidio è stato oggetto di un attacco da parte di ignoti che hanno vandalizzato le tende dei protestanti rubando del materiale. In seguito alla sentenza del giudice riguardante l’obbligo di pagamento degli stipendi arretrati, disatteso dalla Di Marzo, i lavoratori hanno temporaneamente bloccato l’ingresso dei camion nello stabilimento, promettendo di ripetere l’iniziativa se la situazione non si sbloccherà. La protesta, che si svolge ormai da febbraio scorso, tutte le mattine, di fronte ai cancelli di Arese, sta per compiere un anno. Nonostante alcune significative vittorie, la guerra è ancora lunga e non interessa solo i settanta licenziati e le loro famiglie ma, nell’ottica di una riqualificazione dell’intera area industriale – alla quale sinora non si è ancora mai neanche accennato –, i lavoratori di un’intera regione.

Commenti

ma quest'articolo segue al video dei cobas, non hai detto nulla di nuovo, continuate a far valere il potere dei cobas, e x chiudere il commento,ma sei stato ad arese a vedere con i tuoi occhi o hai commentato solo qualcosa di vecchio e già straripetuto
axl1972, 03-02-2012 04:03
Come immagino farai anche tu, io lavoro (purtroppo non per Il Cambiamento, con il quale collaboro come "volontario") e abito abbastanza lontano da Arese quindi non ho avuto la possibilità di andarci personalmente (magari potessi, ti assicuro che mi interesserebbe). Ho semplicemente cercato di riassumere la situazione, anche alla luce delle ultime vicende, visto che i mezzi di informazione ufficiali forniscono notizie frammentate e spesso parziali della vicenda e molti rischiano di essere fuorviati. Non si pretendeva di fornire alcuna novità, alcuno scoop, alcuna versione alternativa, ma semplicemente di riproporre un argomento importante all'attenzione dei nostri lettori. A questo proposito, nel caso tu sia in possesso di informazioni alternative a quelle dei protagonisti - Cobas e lavoratori, imprenditori e istituzioni -, ti invito a raccontarcela, in modo che tutti abbiamo la possibilità di ascoltare una campana in più, che non fa mai male.
Francesco, 03-02-2012 10:03

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