Bagnore 4: ignorati i pericoli delle centrali geotermiche

La centrale di Bagnore 4 è voluta dalla Regione Toscana i cui rappresentanti sembrano continuare ad ignorare rischi e pericoli connessi alla geotermia sul monte Amiata, primo tra i quali la progressiva scomparsa dell’acquifero amiatino.

Bagnore 4: ignorati i pericoli delle centrali geotermiche
Bagnore 4 voluta e perseguita con tenacia dall’ing. Montemaggi (Enel) assieme ai sindaci dell’Amiata geotermica è frutto della volontà politica della Regione (Martini, Bramerini, Rossi). La Bramerini, assessore all’ambiente con Martini prima e poi con Rossi, ai tempi del Protocollo del 2007 in cui veniva sancito il raddoppio della produzione geotermica tuonava, a mo’ di rassicurazione, con la consueta proterva sicumera: “Ma non temete, se nel frattempo dovessero emergere pericoli, oltre a non dare attuazione all’accordo, si chiuderanno anche le centrali esistenti…”. Ci mancava una strizzatina di occhi agli amministratori: la rassicurazione, mero flatus vocis, doveva servire a far deglutire il rospo a noi ‘ambientalisti’. Naturalmente che affidamento potevamo dare a una persona che in veste di assessore all’ambiente della provincia di Grosseto aveva qualche anno prima tuonato: “La geotermia è contraria alle vocazioni turistiche dell’Amiata…”? Oggi che i pericoli sono emersi in maniera assai concreta (a parte i fumi esiziali della centrale Bagnore 3, catalogata fra le più inquinanti al mondo, a cui si aggiungerà Bagnore 4) in particolare riguardo all’acqua in pauroso calo, la Bramerini sorpresa e redarguita da un cittadino rispondeva tutta sdegnosa che nel confermare Bagnore 4 aveva semplicemente fatto il suo dovere. Ma non ci aveva rassicurato che in caso di pericolo sarebbero state eventualmente chiuse ‘anche le centrali esistenti’? E poi perché non è stata presa in considerazione l’ipotesi di sostituire Bagnore 4 con centrali a ciclo binario molto meno impattanti? Perché questo avrebbe automaticamente fatto decadere il Protocollo 2007 e automaticamente gli accordi economici in esso contenuti, cosa che nella perdurante crisi economica… Ed è per questo che forse stanno circolando notizie relative ai costosissimi dissalatori e ad un grosso invaso sulla Merse alta capace di soddisfare la provincia di Siena e di Grosseto e di compensare quanto si perde con la scomparsa progressiva dell’acquifero amiatino. Tutte ipotesi già circolanti alla vigilia del Protocollo famigerato. Un quadro sconfortante e soprattutto, sembra, ineluttabile. Ma come recita il proverbio ‘il diavolo fa le pentole ma non i coperchi’. C’è dunque ancora un margine aperto alla speranza.

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