Ecovillaggi, cohousing, comunità, ecovicinato: come affrontare la conflittualità con successo

Costruire il cambiamento attraverso la facilitazione, il consenso e la risoluzione dei conflitti. In partenza due corsi di formazione diretti da Beatrice Briggs e organizzati dall'Associazione Paea: dal 13 al 19 ottobre al Parco delle Energie Rinnovabili in Umbria e dal 22 al 26 ottobre all'Ecovillaggio Torri Superiore in Liguria.

Ecovillaggi, cohousing, comunità, ecovicinato: come affrontare la conflittualità con successo

Quando si inizia un progetto assieme agli altri, normalmente si pensa che il maggior problema da affrontare è quello relativo ai soldi, cioè come procurarseli per realizzare ciò che si pianifica. Pare invece che ci sia un problema maggiore che è causa di molti fallimenti. Per chi si occupa di progetti assieme ad altri sa bene che una delle cause maggiori di conflittualità sono i rapporti relazionali e spesso ci si divide o si interrompono attività collettive molto interessanti e dalle grandi potenzialità, perché le persone non vanno d’accordo. E non può che essere così, se mettiamo assieme una serie di fattori: un sistema come quello attuale ci spinge ad un individualismo esasperato, quindi le persone non sono abituate nel cercare di trovare collettivamente delle soluzioni; la tecnologia e la virtualizzazione ci fanno pensare che tanto risolveremo tutto facilmente, magari con un click o attraverso qualche sito dedicato, quando poi accade esattamente il contrario e siamo sempre più deboli e incapaci di affrontare anche problemi semplici. In Italia, poi, siamo esasperatamente campanilistici fino ad arrivare ad esserlo individualmente nel senso che spesso si pensa di avere ragione assoluta e difficilmente si mette in discussione  ciò che si ritiene assodato. Infine, si ascolta sempre meno l’altro.
Con questi presupposti è assai facile che ci si organizzi con fatica e si impieghi molto tempo ed energia per tentare di risolvere problemi relazionali e che lo si faccia con modalità sbagliate o poco efficaci. Ma basterebbe impostare una metodologia efficace sia nella programmazione dei lavori, sia nella facilitazione del dialogo per diminuire sensibilmente le conflittualità, impostando sistemi decisionali che coinvolgano realmente le persone, dove  tutti si sentano ascoltati e importanti.
Basta con le riunioni disorganizzate, senza capo né coda dove ci si parla addosso, non ci si ascolta e alla fine ci si sente sfiniti senza avere raggiunto particolari risultati. Basta con i capi e capetti o i soliti che parlano e gli altri ad eseguire.  E’  possibile un altro modo di comunicare, di decidere, di risolvere le conflittualità. Attraverso le metodologie della facilitazione, di una efficace organizzazione e con metodi decisionali quanto più condivisi, si possono ottenere dei risultati molto importanti e affrontare molto meglio le problematiche relazionali.
Come Associazione Paea riteniamo che lavorare con queste metodologie sia di fondamentale importanza e per questo motivo assieme al PER (Parco delle Energie Rinnovabili) e all’Ecovillaggio Torri Superiore abbiamo invitato nuovamente in Italia Beatrice Briggs, che è una delle massime esponenti  della facilitazione a livello internazionale.
Con lei organizzeremo due corsi di formazione a costi accessibili: dal 13 al 19 ottobre al PER e dal 22 al 26 ottobre a Torri Superiore
.  Si tratteranno le tematiche di cui sopra e ci si renderà conto di quante soluzioni semplici ed efficaci ci sono per poter risolvere problemi  e conflittualità apparentemente insanabili . Anche per chi vuole intraprendere un qualsiasi progetto collettivo è una grande occasione per partire con il piede giusto.

Eco-Villaggi Voto medio su 2 recensioni: Buono
Ecovillaggi e Cohousing Voto medio su 1 recensioni: Da non perdere

Commenti

Mah, io non capisco certe forzature. Penso che un gruppo si debba formare spontaneamente, se ci sono troppi conflitti vuol dire che qualcuno è fuori posto. Così come in natura, anche nell'essere umano esiste la biodiversità! ... Quindi, così come in natura ogni specie ha il suo habitat e le sue incompatibilità (anche se so bene che a qualcuno non piace ammetterlo) così è per le persone. Facendo esempi molto banali, trovo assai difficile se non impossibile fare convivere un tipo iperattivo con uno che ha bisogno di dormire almeno 8 ore per notte, oppure un onnivoro con un vegano, uno che vuole la scuola famigliare con un'altro che sceglie quella pubblica ... Non è certo questione di odiarsi e farsi la guerra, dico solo che prima di pensare ad entrare in un gruppo bisognerebbe che le persone conoscessero bene se stesse (ritmi di vita, scelte alimentari, idee sull'educazione, ma perchè no, anche sulla coppia -visto che ci si separa per molto meno-, nonchè sul tipo di attività che si hanno in mente, eccetera eccetera). Insomma essere onesti e cercare il più possibile il posto che spontaneamente ci somiglia, altrimenti si rischia di perdere altro tempo (anche anni) senza costruire niente di concreto perchè prima o poi le persone non ce la fanno più e sentono il bisogno di andare ognuna per la propria strada.
Fede, 05-10-2014 02:05

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.