Campi elettromagnetici e salute umana: servono nuovi standard

L'International EMF Alliance (IEMFA), Alleanza Internazionale sui Campi Elettromagnetici, ha annunciato la pubblicazione di un parere scientifico sui pericoli per la salute umana derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici. Secondo gli studiosi gli standard internazionali attuali sono inadeguati e obsoleti.

Campi elettromagnetici e salute umana: servono nuovi standard
Il 3 febbraio scorso l'International EMF Alliance (IEMFA), Alleanza Internazionale sui Campi Elettromagnetici, ha annunciato la pubblicazione sulla rivista scientifica Environmental Health di un parere scientifico sui pericoli per la salute umana derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici. Considerati i rischi ai quali è esposta la popolazione mondiale, il Seletun Scientific Statement - accordo redatto da sette scienziati provenienti da cinque paesi e coordinato dal prof. Olle Johansson dell'Istituto Karolinska in Svezia – chiede ai governi una notevole riduzione dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici. La raccomandazione degli studiosi si basa sull’insieme delle evidenze scientifiche biologiche e sulle implicazioni connesse alla salute degli esistenti standard internazionali per le esposizioni alle tecnologie di telecomunicazioni e alle tecnologie elettriche. Gli scienziati suggeriscono dunque specifici limiti di esposizione per diversi campi elettromagnetici, incluse le micro-onde, usate per le comunicazioni wireless, i campi a bassissime frequenze (ELF) e i campi elettromagnetici. Il prof. Olle Johansson dell'istituto Karolinska, Capo del Comitato Scientifico Seletun della IEMFA descrive in un video il documento redatto dagli scienziati. Al fine di proteggere la salute dei cittadini di tutto il mondo, secondo gli scienziati internazionali, riuniti nel Comitato Scientifico denominato Seletun, servono urgentemente nuovi standard di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Le attuali linee guida usate nel mondo, basate su modelli e calcoli matematici, proteggono soltanto dai danni prodotti dal riscaldamento dei campi elettromagnetici. Nelle esposizioni prolungate e di bassa intensità, come avviene nella vita quotidiana, invece, intervengono anche effetti diversi non collegati al riscaldamento. Pertanto, gli standard internazionali attuali sono inadeguati e obsoleti. Il rapporto comprende dieci punti chiave: 1. La popolazione globale non è sufficientemente protetta ed è dunque a rischio; 2. Ci sono sotto gruppi della popolazione più vulnerabili (ad esempio gli anziani, i malati, i bambini e i feti). 3. Sono necessarie azioni urgenti da parte dei governi sulla base delle evidenze scientifiche circa i seri danni ai sistemi biologici prodotti dai campi elettromagnetici; 4. L'onere della prova per la sicurezza delle tecnologie che emettono campi elettromagnetici dovrebbe ricadere sui produttori, non sui consumatori; 5. Le esposizioni ai campi elettromagnetici dovrebbero essere ridotte prima di una completa comprensione dei meccanismi d'azione; 6. Le attuali misure del rischio derivante dalle radiazioni – ovvero la percentuale specifica di assorbimento o SAR – è inadeguata e confonde i rischi per la salute e per la sicurezza; 7. È necessario un registro internazionale delle malattie per rintracciare nel tempo i trend di incidenza delle patologie collegate ai campi elettromagnetici; 8. Sono necessari test sulla salute prima dell’immissione sul mercato e la dimostrazione della sicurezza per tutte le tecnologie che emettono radiazioni; 9. È necessaria una parificazione tra i limiti di esposizione occupazionale e quelli per la popolazione generale; 10. Le persone con Elettrosensibilità devono essere classificate come affette da Disabilità Funzionale. Gli scienziati del Seletun attribuiscono dunque ai governi nazionali e alle rispettive agenzie sanitarie il dovere di educare e mettere in guardia il pubblico, attuare misure equilibrate a favore del principio di precauzione, monitorare il rispetto delle direttive per promuovere alternative al wireless e per finanziare la ricerca e lo sviluppo della politica orientata verso la prevenzione delle esposizioni e lo sviluppo di nuove misure di sicurezza pubblica, nonché tecnologie di comunicazione più sicure.

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