Carbone: due centrali italiane tra le più inquinanti in Europa

Tra le centrali a carbone più inquinanti in Europa vi sono due impianti italiani. È quanto riferisce il WWF che ha aderito alla mobilitazione per porre fine all’era del carbone, indetta in tutto il mondo sabato 29 giugno.

Carbone: due centrali italiane tra le più inquinanti in Europa
Il WWF ha aderito alla mobilitazione per porre fine all’era del carbone, indetta in tutto il mondo sabato 29 giugno, lanciando l’allarme per l’aumento dell’uso del carbone in Italia, nonostante la manifesta pericolosità di questo combustibile per il clima, la salute e l’ambiente. E con l’occasione ha rilanciato la grande raccolta firme contro i combustibili fossili e per le rinnovabili organizzata dal WWF a livello internazionale, in Italia sul sito del WWF Italia. Il Presidente Obama ha appena diffuso un piano che, imponendo limiti proprio alle vecchie e nuove centrali, mette di fatto fuori gioco l’uso del carbone sia negli USA che all’estero. La Banca Mondiale, dopo aver posto l’allarme per il cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni tra i pilastri della propria azione, si appresta a emanare linee guida per limitare “i prestiti per la costruzione di nuove centrali a carbone solo in quei rari casi in cui non ci sono alternative. Verrà fatto ogni sforzo per minimizzare i costi ambientali e finanziari delle fonti energetiche”. Da parte sua, Maria van der Hoeven, segretaria generale della International Energy Agency, dopo l’allarmante rapporto della sua agenzia sul rischio di un aumento esponenziale delle emissioni e della temperatura media globale, ha dichiarato (per la prima volta con chiarezza inequivoca) che “il nemico è il carbone”. In un contesto internazionale che va quindi verso una forte restrizione all’uso del carbone, in Italia, non contenti di ospitare due degli impianti a carbone più inquinanti d’Europa (nella top 30 ci sono infatti Brindisi sud al 9° posto e Civitavecchia al 14°, entrambi di proprietà Enel che, insieme, emettono quasi 23 milioni di tonnellate di CO2 all’anno) si sta pianificando di convertire a carbone la Centrale di Porto Tolle nel Parco del Delta del Po, aprirne una nuova a Saline Joniche e ampliare quella di Vado Ligure. Secondo il dossier WWF ‘Il carbone in Italia’ pubblicato nell’ambito della campagna ‘No al carbone SI al futuro’, attualmente in Italia sono in funzione 13 centrali a carbone, assai diverse per potenza installata e anche per la tecnologia impiegata. Questi impianti nel 2010 hanno prodotto circa 39.734 GWh, contribuendo all'11,6% del fabbisogno elettrico complessivo. A fronte di questi dati, apparentemente abbastanza modesti, gli impianti a carbone hanno prodotto circa 35 milioni di tonnellate di CO2 corrispondenti a oltre il 30% di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale. Inoltre, i dati mostrano un preoccupante aumento dell’uso del carbone (salito al 18,5% nel 2012), segno che il Piano di decarbonizzazione approvato dal CIPE solo due mesi fa è già lettera morta, e che il Governo non ha avuto ancora la capacità di fornire regole e indirizzi a questo proposito. Senza dimenticare la Strategia Energetica Nazionale, redatta dal governo Monti nata già vecchia, perché non punta concretamente sulle rinnovabili e afferma una riduzione della quota di carbone nel mix energetico smentita dai fatti; da parte sua, gli uffici e le commissioni tecniche competenti del Ministero dell’Ambiente rilasciano con disinvoltura pareri di valutazione di impatto ambientali positivi che consentono di costruire nuove centrali a carbone (Saline Joniche), riconvertirle (Porto Tolle) o ampliarle (Vado Ligure), in contrasto con gli obiettivi comunitari e con le strategie di sostenibilità economica, sociale e ambientale che dovrebbero essere proprie di un Paese europeo avanzato. “Il WWF chiede che si accantonino con decisione i progetti di nuove centrali a carbone, delle quali non c’è alcun bisogno in un sistema elettrico che vede le centrali tradizionali già sovrabbondanti, con una capacità addirittura doppia rispetto al massimo picco di domanda mai raggiunto. Anzi, vanno chiuse anche le centrali a carbone esistenti, a cominciare dalle più inquinanti per il clima e la salute. La politica deve scegliere: o favorisce gli interessi di pochi, o pensa al futuro di tutti in modo strategico, puntando sull’energia rinnovabile e sull’economia decarbonizzata”, ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. “Il mondo si mobilita contro il carbone. La rivoluzione rinnovabile sta succedendo qui e ora, la popolazione mondiale lo sa e alza la voce per chiedere ai governi di tutto il mondo di mandare in pensione la fonte di energia più pericolosa per il clima e la salute e puntare su fonti rinnovabili, reti intelligenti ed efficienza energetica”. Il WWF in tutto il mondo ha lanciato da pochi giorni una petizione globale che chiede proprio di finanziare il futuro delle energie rinnovabili e non il passato delle energie fossili, sul sito del WWF Italia. Oggi possiamo salvare il clima e conquistare un futuro di benessere per noi e i nostri figli. Bruciare i combustibili fossili per procurarsi energia e calore ha portato la concentrazione di CO2 in atmosfera ai livelli di 3 milioni di anni fa. Dobbiamo riconquistare l'energia, puntare sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica. Occorre investire le risorse pubbliche e private nel nostro futuro. E invece i nostri soldi continuano a finanziare il passato fossile. L’Italia, se seguisse la linea di coloro che hanno il compito di tutelare i consumatori e invece tutelano, nei fatti, i combustibili fossili, diventerebbe sicuramente maglia nera della campagna mondiale del WWF.

Commenti

Mi chiedo se il WWF è al corrente della centrale a carbone di portovesme,dove tra l'altro un silos contenente migliaia di tonnellate di polveri si stà accartocciando su se stesso.Se sì come mai non è presente alle manifestazioni organizzate per protestare contro l'enel che comitati di cittadini indicono periodicamente?
Salvatore, 01-07-2013 11:01
E....occorre consumare menooooooo!
carlo carlucci, 01-07-2013 02:01

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