Vivere in una casa di legno: costruire un sogno partendo da zero

È stata realizzata in Friuli Venezia Giulia la “Casa di Legno Ecosostenibile”, il primo edificio al mondo, ad uso residenziale, ad aver ottenuto il prestigioso Certificato di Progetto PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification). Per saperne di più abbiamo intervistato l'ingegner Samuele Giacometti, ideatore del progetto.

Vivere in una casa di legno: costruire un sogno partendo da zero
In Friuli Venezia Giulia, a Sostasio di Prato Carnico (Udine) nel cuore della Carnia, si trova la “Casa di Legno Ecosostenibile”: il primo edificio al mondo, ad uso residenziale, ad aver ottenuto il prestigioso Certificato di Progetto PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification). La casa, infatti, è stata realizzata con legno interamente locale, proveniente dalle foreste della Val Pesarina, gestite in modo sostenibile secondo i parametri stabiliti dal PEFC. Si tratta di un esempio concreto e virtuoso di salvaguardia dell'ambiente e dell'economia locale. L'edificio, ideato e realizzato dall'ingegnere friulano Samuele Giacometti, è fatto interamente di legno e non è solo una casa salubre, a scarso impatto ambientale e con ridotti costi di gestione, ma è anche una casa bella da vivere, perché piacevole alla vista, al tatto, all’olfatto e all’udito. Samuele è riuscito a tramutare in realtà quello che all'inizio era solo un sogno: vivere con la sua famiglia in una casa di legno. Ma, al tempo stesso, ha realizzato un esempio concreto e replicabile di tutela dell'ambiente e dell'economia locale. Samuele Giacometti è anche il fondatore di “SaDiLegno”, l'impresa che ne ha permesso la costruzione, passando attraverso l'esperienza delle imprese e degli artigiani della valle. Il progetto “SaDiLegno” è la dimostrazione concreta di com'è possibile plasmare gli oggetti che produciamo e l'uso che ne facciamo in armonia con la nostra vita e con quella delle generazioni future. La costruzione è partita da 43 alberi della Val Pesarina o, meglio, da 43 legno-pianta, selezionati e tagliati dall'Amministrazione Frazionale di Pesariis secondo gli standard del PEFC, è passata attraverso imprese e artigiani della stessa Val Pesarina, i veri protagonisti dell’intera filiera di trasformazione del legno da pianta a casa (arredamento compreso) ed è culminato con l'abitazione finita. La “Casa di Legno Ecosostenibile” è la sintesi di un progetto di vita nel quale confluiscono innovazione e sapere tradizionale, corretta gestione dei boschi e contenimento dei cambiamenti climatici, etica e sviluppo locale. Per questo Samuele ha deciso di raccontare la sua avventura in un libro, dal titolo “Come ho costruito la mia casa di legno”, nel quale spiega come passare “dalla teoria alla pratica” e dar vita ad un sogno che è alla portata di tutti. Abbiamo rivolto a Samuele alcune domande, chiedendogli di parlarci del suo sogno e della sua esperienza. “La casa è situata in Val Pesarina (Udine) a 700 m slm, dove l’inverno è lungo e freddo”, racconta Samuele. “Abbiamo iniziato il terzo anno di vita al suo interno ed ora possiamo dire che il guadagno annuo generato dalla casa ammonta a circa 1.000 euro. Avete capito bene, la nostra casa non genera costi aggiuntivi ma trasforma i costi sostenuti per costruirla, in investimento. L’edificio è certificato CasaClima B+, ha vinto nel 2010 il CasaClima Award ed è il primo al mondo, ad uso residenziale, ad aver ottenuto il Certificato di Progetto PEFC. Il tetto fotovoltaico ha una potenza pari a 4 kW di picco. Lo scorso anno, abbiamo immesso nella rete elettrica 51 kWh in più di quelli prelevati. L’unica fonte di calore è la cucina a legna, che brucia poco più di 20 quintali di legna all’anno per mantenere 156 mq di superficie calpestabile, su due piani, ad una temperatura media di 19°C”. “Parlando di CO2”, ci spiega, “la vita famigliare all’interno della casa produce ogni anno circa 300 kgCO2 (Fonte: Certificato energetico CasaClima) equivalente alle emissioni di un'automobile di piccola cilindrata a GPL, che percorre circa 3.000 km. Si tenga presente che 130 milioni di abitazioni come la nostra, abitate da 650 milioni di abitanti come noi, produrrebbero le stesse emissioni di CO2 che sono state prodotte, nel 2010, dall’uso degli edifici residenziali di New York, che è abitata da circa 8 milioni di persone (Fonte: CarbonVisuals)”. Aggiungo che, dal 6 marzo 2013, si può anche parlare di un vero e proprio 'tesoretto' della Casa di Legno. A Sauris (Udine) è stato, infatti, firmato il primo Contratto, in Italia, di crediti di carbonio locali da prodotti legnosi. Tutto ciò è stato possibile grazie al progetto Carbomark, a SaDiLegno ed ai fratelli Gianni e Michele Petris dell'impresa Vivere nel Legno. In totale sono 46 le tonnellate di crediti di anidrite carbonica (CO2) che il Carbomark riconosce ai 68 m³ di legno strutturale presenti nella nostra abitazione. Oggetto del Contratto sono le 10 tonnellate di CO2 che vengono acquistate dall'impresa Vivere nel Legno, al prezzo di 1000,00 €, a parziale compensazione delle proprie emissioni. Delle restanti 36 tonnellate di CO2, solo 20 rimarranno in vendita sul mercato volontario, mentre le rimanenti 16 andranno a coprire il ridottissimo impatto ambientale che genererà la nostra famiglia vivendo la casa di legno per i prossimi 50 anni”. Come e quando nasce il progetto SaDiLegno? Il progetto SaDiLegno nasce nel 2007 per rispondere alla domanda “cosa è per me il legno?”. Questa è la prima domanda che mi sono fatto quando ho pensato che sarebbe stato bello vivere in una casa di legno insieme alla mia famiglia, mia moglie Sarah ed i nostri tre figli: Diego, Diana e Pablo. L’esperienza vissuta”, continua Samuele, “mi ha permesso di mettere a punto il “Metodo SaDiLegno” che il PEFC International ha presentato lo scorso anno a RIO+20, come reale esempio di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Oggi, questo metodo rappresenta la base su cui sta nascendo la prima Rete d’Imprese della filiera Foresta-Legno in alta Carnia (Udine), nel cuore delle Dolomiti Friulane. Una rete che intende valorizzare quelle imprese che ancora vivono ed operano nelle immediate vicinanze di quei boschi, così ricchi di materia prima legno, ma troppo poco utilizzati. Termini come "ecologia, sostenibilità, green economy, km zero”, oltre ad essere di gran moda, spesso vengono utilizzati a sproposito. Lei cosa ne pensa? La cosiddetta “green economy”, dal mio punto di vista, fa un uso spropositato di questi termini proprio perché carente di contenuti. Dove è il “verde” in un'economia che permette, in uno stesso edificio, l’installazione a SUD di un impianto solare termico e ad EST di un impianto fotovoltaico? E cosa dire delle distese di pannelli fotovoltaici su vaste aree agricole? Questi sono alcuni dei “mostri” generati dalla green economy. Ma veniamo al legno, oggi è sufficiente costruire un oggetto qualsiasi con questa straordinaria materia prima per farlo diventare, automaticamente, ecosostenibile. Poi, però, si scopre che ditte austriache comprano boschi friulani, tagliano le piante, trasportano i tronchi in Austria, producono tavole e travi vendute all’industria del legno italiana che, quale maggiore esportatore di prodotti finiti di legno in Europa, molto probabilmente rivenderà quell’oggetto, fatto di legno italiano, al vicino mercato Austriaco amante del Made in Italy. Tutto ciò è sostenibile?” Qual è, invece, secondo lei, il modo più corretto per affrontare la questione dell'ecosostenibilità, soprattutto a livello produttivo-economico e riuscire davvero a consegnare alle generazioni future un ambiente salubre? Aprendo il vocabolario della lingua italiana, in corrispondenza del termine 'sostenibilità' (usato nel nome del mio edificio: “Casa di legno eco-sostenibile”), leggo: “…possibilità di essere mantenuto o protratto con sollecitudine ed impegno o di essere difeso e convalidato con argomenti probanti e persuasivi”. In un campo d’intervento così vasto soltanto l'individuazione e la collocazione di limiti possono garantire l'efficacia dell'intervento. Ecco perché SaDiLegno ha scelto di impegnarsi nella difesa e nella convalida, con argomenti probanti e persuasivi, della sostenibilità del legno trasformato, da bosco a casa, all’interno di un Anello della Sostenibilità che ha un raggio di 12 km e il suo centro nei boschi di provenienza delle 43 legno-pianta impiegate nell'edificio stesso. Viene lasciata, invece, ad altri la difesa della sostenibilità sulla gestione dei boschi di provenienza del legname (Standard PEFC) e quella dell’abitazione (Standard dell'Agenzia CasaClima). Per quanto riguarda il 'km zero' sono profondamente contrario a questo mito, perché annulla uno spazio fino a renderlo un punto che non può contenere né l'ambiente, né la società e l'economia. Ambiente, economia e società sono, invece, i pilastri del concetto di sostenibilità. Ridurre a 'km zero' un contesto così complesso significa, quindi, rinunciare in partenza alla sostenibilità e alla sua valutazione. Non trovate, quindi, che sia più stimolante e corretto parlare di “Casa di legno ecosostenibile a Km 12”? Da questo tipo di approccio è nata la collaborazione con l’ENEA di Bologna e con la dott.ssa Tamara Giacometti che, grazie al suo lavoro di tesi magistrale, ha dimostrato la sostenibilità ambientale del legno utilizzato nel progetto SaDiLegno, sulla base di dati quantitativi e mediante un approccio scientifico rivolto all’intero Ciclo di Vita (Lyfe Cycle Assessment). L’impatto generato sul cambiamento climatico ammonta a 52.000 kg CO2eq. Mediante appositi scenari di confronto, simulando la provenienza del legname da una distanza di circa 1.000 km, risulta evidente - per il progetto SaDiLegno - un beneficio ambientale pari al 20%. Questo valore, particolarmente significativo, è in linea con gli obiettivi del “Pacchetto clima ed energia” (Piano 20-20-20), approvato dalla Comunità Europea. In termini socio-economici, infine, vorrei sottolineare il fatto che trasformare le 43 legno-pianta della Val Pesarina nella nostra casa (arredamento compreso) ha generato un fatturato di 90.000 Euro. Risulta, quindi, evidente la valorizzazione della materia prima legno e delle imprese che ancora sono in grado di trasformarla all’interno di quell’Anello della Sostenibilità a km 12. A suo avviso, quali sono i maggiori ostacoli ad un cambiamento virtuoso in tal senso nel nostro Paese? Cosa potrebbe fare, da subito e in concreto, la politica per agevolare un cambiamento virtuoso di paradigma economico? Leggere e riflettere sul contenuto di questo articolo, credo, sia un buon inizio per tutti. Una buona pratica, dovendo acquistare un oggetto di legno, sarebbe fare le seguenti domande al venditore che propone l’acquisto: 1) Da dove viene il legno? 2) Quando è stata abbattuta la pianta di origine? 3) Quali trattamenti ha subito il legno per essere trasformato da pianta ad oggetto finito? Dalle risposte ricevute sarà possibile capire quanto “sa di legno” l’oggetto che state per acquistare ed il suo grado di sostenibilità ambientale e socio-economica”. Infine, l'ingegner Giacometti si congeda con una citazione, sulla quale invita tutti i lettori a riflettere: “Se vuoi costruire una nave non devi, per prima cosa, affaticarti a chiamare la gente a raccogliere la legna e a preparare gli attrezzi; non distribuire i compiti, non organizzare il lavoro. Ma, invece, prima risveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà risvegliata in loro questa sete, si metteranno subito al lavoro per costruire la nave” (Antoine-Marie-Roger de Saint-Exupéry).

Commenti

non che non sia interessante... io per primo sostengo che il legno sia il più nobile dei materiali da usarsi... ma perchè non si parla mai di costi? http://www.bionotizie.com
Bio Notizie, 07-04-2013 08:07
E' possibile qualche genere di trattamento ignifugo?
Marco, 07-04-2013 06:07
Per Marco, a me è bastato sapere che in caso d'incendio ho 30 minuti di tempo per uscire da casa prima che la struttura portante collassi. Per BioNotizia, in effetti questa volta si è parlato di costi e di guadagni ... per approfondimenti sono comunque disponibile sul sito www.sadilegno.it
SAMUELE, 08-04-2013 02:08
sei un grande!!! questa è un idea fantastica. non tanto la casa in legno quanto il fatto che sia prodotta con materiali del posto, lavorata da persone del posto (famiglie intere ne godono e sono felici, costruita in mezzo ai nostri meravigliosi paesi e vissuta da uomini e donne che amano la semplicità e l'ecosostenibilità. se hai un lavoro per me...mollo tutto e arrivo. sono stufa di lavorare per arricchire i ricchi a discapito della gente comune!
monica, 09-04-2013 10:09
tutto bello, anche troppo, per essere vero. Io in provincia di Folì-Cesena, frazione di Fratta Terme di Bertinoro (paesino turistico con complesso termale (www.termedellafratta.it)e fonti romane, con la mia famiglia, ho un terreno su cui e possibile costruire 6 unità abitative e avendo già un progetto di massima,vorrei poter costruire con criteri di bioedilizia ed ecosostenibili, ci piacerebbe trovare persone interessate a costruire con noi formando una cooperativa con lo scopo di risparmiare (su oneri fiscali e di costruzione)ed avere qualcosa di nuovo e rispettoso della natura.
Paris, 12-04-2013 06:12
Premetto che apprezzo il legno per la sua nobiltà, gli aromi che esalta e di conseguenza il suo intrinseco contatto con la natura che crea, e penso che una casa di questo genere sarebbe il mio sogno, anche in un'ottica di ecologia/ecosostenibilità. Innanzitutto i miei complimenti all'ingegnere Giacometti per la realizzazione e per i giusti riconoscimenti ricevuti. Il mio augurio è che questo progetto si faccia rapidamente strada anche a livello internazionale, non solo per il favorevole impatto ecologico, ma anche per la creazione di lavoro, entrambi tanto necessari in questo momento. E che magari lo Stato e le banche si decidano a finanziarne le realizzazioni in maniera trasparente e conveniente, senza i soliti garbugli burocratico-economici (con mutui a volte che rasentano l'usura), rendendo accessibile l'acquisto di una tale struttura anche a chi, cittadino onesto e lavoratore, non abbia elevate possibilità economiche. La casa dovrebbe essere il diritto di ogni cittadino lavoratore onesto, qualsiasi ne sia la sua estrazione sociale. Premesso questo, il mio dubbio rimane sulla resistenza di queste strutture, rispetto ad una struttura convenzionale in cemento e mattoni, ad eventi climatici estremi (grandinate a misura d'uovo, tornadi, terremoti) di cui purtroppo sembra che anche la nostra amata Italia, seppure in misura modesta, sia oggetto da un po' di tempo. Probabilmente (se puo' valere come idea e/o suggerimento), una struttura circolare e sviluppata su un solo piano, simile ad un disco volante per intenderci, piuttosto che la classica struttura poligonale su più piani, risolverebbe il problema. Chiaramente il fattore estetico cambia. Da ultimo vorrei riproporre la domanda posta da Bio Notizie: quanto costa una casa del genere allo stato attuale? Ringraziando per l'attenzione ed il tempo dedicatomi, porgo i miei cordiali saluti.
Adolfo Pietro, 10-05-2013 03:10
Caro Adolfo Pietro, i dubbi si possono vincere solo se si approfondiscono gli argomenti. Ecco perchè ti consiglio di farti un giro su www.sadilegno.it ciao
SAMUELE, 10-05-2013 09:10
Anche io sto costruendo un edificio in legno e terra cruda attento al tipo di materiali, provenienza e sostenibilità. Oltre al legno anche la terra cruda ha grandi possibilità di impiego, in tutte le sue declinazioni, con impatto sul sistema in termini di energia (poca o nulla) impiegata per produrre e trasportare (ed anche riciclare) il materiale utilizzato. Vèdere per crèdere: http://www.timberdesign.it/Porano/Porano.htm http://www.geologika.org/ http://www.ilsussidiario.net/News/Impresa/2013/5/2/LA-STORIA-Pino-douglasia-e-argilla-cosi-nasce-la-casa-a-km-zero/2/386184/
federico, 03-06-2013 01:03
Caro Federico, in bocca al lupo per la costruzione del tuo edificio. Visto che sei così sensibile al tema della sostenibilità sarebbe opportuno evitare di utilizzare luoghi comuni come Km zero. Scrivi invece il raggio del tuo Anello della Sostenibilità. N.B. se è importante che la luna sia calante, quando si abbattono le piante, lo è ancora di più il fatto che quella luna cada in un periodo non vegetativo, ed il mese di aprile proprio non ha questa caratteristica...
SAMUELE, 03-06-2013 11:03
Caro Samuele, non ti preoccupare le piante non erano in periodo vegetativo perchè il mese di aprile dell'anno di abbattimento delle piante è stato sensibilmente freddo, dopo un inverno caratterizzato da abbondanti precipitazioni nevose. Specie sul monte dove erano stati piantati gli alberi - pino douglas -in questione circa 40/50 anni fa. Distanza 35-40 km. La robinia e la quercia sono state cavate in boschi del "circondario" (max 10 km),boschi tagliati e gestiti per legna da ardere. Il cedro del libano è il frutto della ripulitura di diversi giardini e parchi (0-5 km) quando i proprietari cambiavano gusto. La terra per gli intonaci non si è proprio mossa, si è limitata a salire di pochi metri passando dal suolo alle pareti. Dimenticavo, scusami, la paglia dell'adobe era del mio campo, forse 200 metri. Acqua per gli impasti di fonte, arriva per caduta percorrendo 400 metri. Pitture alle pareti esterne con terra e latte, non pastorizzato, proveniente da mucche di una stalla a 15 km. I numeri sono tanti e non penso che faccia una grande differenza misurare i centimetri, parlando di km zero ci si riferisce genericamente e per convenzione ad un'attenzione consapevole al trasporto, ed alla produzione, dei materiali o cibi utilizzati.
federico, 04-06-2013 07:04
...troppi numeri. L'anello della sostenibilità è caratterizzato da un centro ed un raggio. Sono stanco di sentire parlare di km0 BASTA!!! Per misurare l'impatto ambientale delle attività umane esiste un metodo riconosciuto a livello internazionale e quel metodo si chiama LCA. quanto alla data di abbattimento delle piante puoi essere certo che non sono per niente preoccupato.
SAMUELE, 06-06-2013 12:06
Perchè il fotovoltaico è sostenibile vero? Il "rendimento" della casa è solo frutto dell'efficienza dei sistemi utilizzati o piuttosto dei contributi succhiati dalle bollette di tutti per garantire gli incentivi di pochi? Il silicio lo ha trovato in Valle oppure cresce spontaneo sui rami delle 43 piante del cerchio magico? Io pago, tu guadagni: non vedo dove sia l'efficienza e la sostenibilità, a parte per il singolo. Se il fotovoltaico fosse efficiente forse non servirebbero gli incentivi. Da solo non si ripaga e poi chissà cosa ci vorrà, come costi per il sistema, per smaltire i pannelli. Al punto 2 delle sue raccomandazioni Lei indica una buona pratica e cioè raccomanda di chiedersi e chiedere al venditore il periodo di abbattimento della pianta, per capire quanto "sa di legno". E giustamente ha richiamato con un Nota Bene l'insegnamento che in aprile di solito le piante iniziano il ciclo vegetativo. E' una cosa importante e giustamente delle cose importanti uno si preoccupa, altrimenti numerare 1,2...fino a cento è puro esercizio di stile. I puntini poi rafforzano e sottolineano l'affermazione. Salute, bevi latte italiano.
federico, 06-06-2013 04:06
... ma federico, ora ho finalmente capito! Tu non hai neanche letto l'articolo e lo hai commentato solo ed esclusivamente per dare visibilità alla tua esperienza e, visto che di legno non puoi più parlare, allora inizi con il "silicio" "l'anello magico" "il latte italiano", bla bla bla bal ...
SAMUELE, 07-06-2013 11:07

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