Una Festa del presente per celebrare il dono. Il report da Pisa

Si è svolta a Pisa domenica 26 maggio la prima edizione della Festa del Presente, “la festa in cui tutti e tutte si scambiano di tutto”, per riscoprire e valorizzare forme alternativa di solidarietà e ricchezza. L'evento è stato organizzato dal Distretto di Economia Solidale Altro Tirreno (DESAT), dal Gruppo Decrescita Pisa “InventiamoFuturo” e dall'Officina di Economia Solidale (OdES).

Una Festa del presente per celebrare il dono. Il report da Pisa
Lo scorso 26 Maggio si è tenuta a Pisa, in piazza Martiri della Libertà (nota come piazza Santa Caterina), la Festa del presente, “la festa in cui tutti e tutte regalano di tutto”, come recita il motto dell'evento. La festa è stata organizzata dal Distretto di Economia Solidale Altro Tirreno (DESAT), dal Gruppo Decrescita Pisa “InventiamoFuturo” e dall'Officina di Economia Solidale (OdES) su ispirazione di una manifestazione omologa che si svolge ormai da due anni a Porcari, in provincia di Lucca. Lo scopo è la celebrazione del dono in quanto quale: “l'unica regola consiste nel non fare uso di denaro, ma di donare ciò che si preferisce, anche senza ricevere nulla in cambio. Tutti sono però tenuti a riprendersi gli oggetti che non trovano un altro possessore per evitare il degrado della piazza e l'abbandono delle cose”, spiegano Francesco Cappello, Roberto Lepera e Samuele Lo Piano del gruppo “InventiamoFuturo”. A partecipare alla festa pisana sono state diverse associazioni, le quali hanno predisposto in modo autonomo i propri banchetti e stand, raccogliendo una discreta affluenza di persone: circa qualche centinaio nell'arco dell'intera giornata. A percorrere la piazza ci si poteva, così, imbattere nelle più diverse attività: dal Gazebo Shiatzu, che offriva massaggi a chiunque avesse bisogno di rimettersi in sesto, allo stand di Bilanci di Giustizia, che proponeva materiale informativo sui progetti etici ed intrattenimento per i più piccoli, fino allo Yoga della risata ed agli stand di associazioni culturali e sociali come L'Alba, Alchemia, e Ametàstrada. Alle diverse associazioni si sono aggiunti numerosi gruppi e soggetti che hanno animato il pomeriggio con attività di divulgazione scientifica, canto, musica e arte (come la lavorazione dell'argilla). I bambini sono stati senz'altro protagonisti indiscussi della giornata, vista la grande quantità di libri, vestiti e giocattoli che ciascuno liberamente posava sull'erba della piazza in attesa di qualche interessato. Ma la caratteristica essenziale della festa del presente è stata l'assenza di obblighi e di vincoli di reciprocità: chiunque era libero di accettare qualcosa in dono, pur non avendo nulla da contraccambiare, perché anche il saper ricevere è una qualità da non trascurare. D'altra parte non si trattava soltanto di donare cose, ma, eventualmente, di offrire servizi e disponibilità in diversi ambiti. Proprio in relazione a quest'ultima possibilità, diversi pannelli sono stati predisposti sul lato esterno della piazza per raccogliere le offerte più variegate: dalle ore di ripetizioni in una qualche disciplina, alle offerte di baby-sitter, di conversatore in lingua straniera o di fotografo. In questo modo la Festa del presente è diventata per tutti un'occasione di incontro e di condivisione in una piazza solitamente adibita a luogo di passaggio e mai di sosta, se non occasionale per gli studenti o le persone di passaggio. Gli organizzatori della Festa hanno speso molte energie nell'ideazione e promozione dell'evento, trattandosi di una manifestazione di carattere non esclusivamente simbolico. Infatti fare a meno del denaro e venirsi incontro offrendo le proprie risorse, capacità e disponibilità contraddice, da un lato, le regole dello scambio economico, dall'altro ripristina su un più alto livello la dignità del soggetto quale creatore di valori e non mero consumatore di beni. Come ricordava Baudrillard, “nell'economia del dono e dello scambio simbolico, una quantità debole e sempre finita di beni è sufficiente a creare una ricchezza generale, poiché essi passano costantemente dagli uni agli altri. La ricchezza non è fondata sui beni, ma sullo scambio concreto tra le persone. Essa è dunque illimitata, perché il ciclo dello scambio è senza fine persino tra un numero limitato di individui, ciascun momento del ciclo di scambio si somma infatti al valore dell'oggetto scambiato”. Precisamente questa dialettica di generazione di valore attraverso l'interazione concreta degli individui viene rigettata dalle forme del rapporto monetario, in cui le cose si relativizzano in funzione del mezzo di scambio. Riscoprire la pratica del dono può essere allora un modo per ricordarsi che la penuria e l'abbondanza sono anch'essi, a loro volta, concetti estremamente relativi.

Commenti

...quanti bei valori da far capire anche a chi detiene, a due passi da Pisa un bel po' di testate nucleari ...
carlo, 09-06-2013 04:09

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