I 100 anni del “conte partigiano”: buon compleanno Luchino

Oggi Luchino Dal Verme compie 100 anni. Di famiglia aristocratica, una stirpe di capitani di ventura che dal Veronese si stabilisce in Lombardia in anni lontani. Corrado Stajano lo ha definito un “uguale tra gli uguali”. E' lui il "conte partigiano" che guidò i garibaldini e che ci ammonisce: "Dobbiamo capire cosa ne abbiamo fatto della nostra libertà o per lo meno che cosa intendiamo farne”.

I 100 anni del “conte partigiano”: buon compleanno Luchino
Oggi Luchino Dal Verme compie 100 anni. Di famiglia aristocratica, una stirpe di capitani di ventura che dal Veronese si stabilisce in Lombardia in anni lontani. Corrado Stajano lo ha definito un “uguale tra gli uguali”. Dopo essersi sentito tradito dalla monarchia, che scappò lasciando l’esercito italiano allo sbando durante la seconda guerra mondiale, Dal Verme decise di entrare nella Resistenza e lì nacque la leggenda del “conte partigiano”. Il suo nome di battaglia fu Maino, “era una marca di biciclette” ha sempre spiegato con ironia. Comandò i partigiani garibaldini e di quell’esperienza ama ricordare “gli uomini con i quali ho condiviso rischi e responsabilità, in uno spirito di solidarietà e reciproca fiducia, che è certamente il ricordo più vero e più importante che mi sia rimasto”. E ancora: “La Divisione Gramsci, di cui ebbi la responsabilità di comando, era di promozione comunista. Ebbene, non ho mai saputo quanti fossero comunisti e quanti no, ma so quanti morirono per tutti noi, per la libertà di ciascuno di noi. Questo ci impone di sapere cosa ne abbiamo fatto della nostra libertà o per lo meno che cosa intendiamo farne”. Ma le sue battaglie non finiscono con la Resistenza. Dopo la guerra torna a Torre degli Alberi, in provincia di Pavia, e qui si impegna strenuamente nella difesa delle sue amatissime montagne e in un’appassionata opera di testimonianza sul nostro recente passato. Il suo impegno è instancabile, si spende per la salvaguardia dell’Oltrepò pavese, della sua storia, delle tradizioni e della lingua. Ma con una sua tutta personale umiltà: “Noi siamo uomini di azione, uomini di lavoro, uomini di mani, non siamo uomini di parole - suole dire spesso – per questo facciamo così fatica a comunicare ciò che abbiamo vissuto. Ma ci proviamo comunque”. Nulla meglio delle sue stesse parole possono spiegare chi è Luchino Dal Verme. Ecco perché vi proponiamo il video con la sua intervista.

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