La ripresa dei consumi è una sciagura, comprate il meno possibile

Si odono cori di ripresa, c’è la micro crescita, finalmente i consumi stanno riprendendo e quindi fanfare di gloria per l’Italia che riparte e riprende a correre. Ma veramente c’è di che gioire di fronte a tutto questo comprare?

La ripresa dei consumi è una sciagura, comprate il meno possibile

Innanzitutto diffidate di chi vi dice che dobbiamo correre. Per i padroni del vapore noi dovremmo sempre correre, anche perché altrimenti la concorrenza ci supera. Ma qualcuno al mondo ha mai visto una persona, un animale di qualsiasi tipo che corre sempre? Che non si ferma mai? Secondo loro non dovremmo nemmeno dormire, sempre correre, sempre produrre, sempre consumare. E poi correre per fare cosa? Per arrivare dove? La parola consumo è di sicuro la più azzeccata e appropriata per definire il processo di autodistruzione che abbiamo innescato con la crescita infinita in un mondo dalle risorse finite.

Consumare è infatti esattamente quello che stiamo facendo con la nostra terra, la stiamo consumando.

Ma come è possibile accettare questa terminologia che ci autodefinisce i becchini del nostro pianeta o meglio dell’umanità tutta? Tanto il pianeta a noi sopravvive tranquillamente, siamo noi che non sopravviveremo a noi stessi se continuiamo a credere alla religione della crescita.

Più che consumare dovremmo preservare. Ma se si preserva non si cresce, cioè non si consuma, gli industriali non fanno i soldi e i consumatori non possono acquistare tutte le cianfrusaglie che il sistema della crescita offre loro.

Quindi sembrerebbe inevitabile che per fare guadagnare gli industriali, far lavorare i lavoratori, bisogna consumare quindi distruggere l’umanità.

Ammettiamo di accettare questa folle logica, chiediamoci che cosa stiamo consumando. Quali sono i prodotti che ci stanno facendo riprendere la corsa? Ci stiamo distruggendo per qualcosa che almeno vale la pena, per quanto la cosa sia assurda e paradossale?

Siamo bombardati ventiquattro ore al giorno, 365 giorni l’anno da pubblicità di ogni tipo e fra le più diffuse e martellanti ci sono auto nuove, profumi, moda, orologi/gioielli.

Naturalmente... tutti prodotti fondamentali per la nostra esistenza da comprare in gran quantità e dei quali non possiamo fare ovviamente a meno!!

Colpisce chi mai possa spendere soldi per questi prodotti merceologici che sono costosi e superflui. Inoltre ciò accade in periodo di crisi dove, lo ricordiamo ancora una volta, tutti si lamentano che non hanno mai abbastanza soldi e si dice che in Italia si muore di fame.

Vediamoli nel dettaglio questi prodotti.

Orologi da centinaia, migliaia, decine di migliaia di euro. Orologi?! Ma chi mai può comprare un orologio in un paese dove ci sono più orologi che persone. Ogni telefono cellulare ha un orologio, praticamente ogni elettrodomestico ce l’ha, ovunque ci sono schermi dove è segnalata l’ora. Ma a cosa può servire un orologio? Chi mai è andato a 100 metri di profondità sott’acqua e ha visto l’ora? Chi mai vede il fuso orario di Hong Kong?

Profumi: prodotto irrinunciabile per il vero uomo e la vera donna, non importa se costa un sacco di soldi perché firmato da un qualsiasi nome della moda, perché il profumo firmato, si sa, profuma di più…..

Ci dicono che in Italia non si ha da mangiare, non si sa come pagare le bollette e si comprano profumi in case che sono già piene di ogni tipo di deodoranti, saponi e roba varia. Tutto molto singolare, molto.

Moda: in un paese dove i guardaroba di ogni casa sono dei grandi magazzini di vestiti inutilizzati, è chiaro che essere alla moda e comprare continuamente nuovi vestiti è d’obbligo. Montagne di vestiti buttati o abbandonati perfettamente usabili e si continua a comprare e comprare osannando stilisti di ogni sorta per le loro magiche creazioni che intasano giornali, internet, televisione e ogni interstizio visivo per la gloria del Made in Italy. Credo che non ci possa essere rappresentazione italiana peggiore di chi, sfruttando il lavoro di schiavi, produce oggetti superflui che costano un sacco di soldi, indossati il tempo di una stagione; e per comprarli magari la gente si indebita pure.

Automobili: qui si raggiunge l’apice dell’assurdo, se non altro per i costi spropositati che hanno le auto. Chi, che non sia ricco sfondato con soldi da buttare, può pensare di comprare oggi una automobile nuova? Un prodotto che si svaluta alla velocità della luce quindi uno dei peggiori investimenti che si possano mai fare sulla faccia della terra. Anche in questo caso non si capisce come fanno così tante persone a comprare auto nuove se non ci sono i soldi. E che ci siano tanti che le comprano lo dimostra la mole incredibile di pubblicità di auto sfreccianti nel deserto che è esattamente la quotidianità dell’automobilista italiano perennemente imbottigliato nel traffico con le sue navi da crociera cittadine. Ma nonostante tutte le controindicazioni e il costo che ha un auto, sembra pure che il mercato sia in ripresa nell’Italia paese garage secondo al mondo dopo gli USA per numero di automobili ogni mille abitanti. Quindi vuol dire che sono molti quelli che lamentano miseria e non è vero. Domani poi a bordo delle loro fiammanti auto diranno che non hanno i soldi per coibentare la casa o mettere un pannello solare, ovvio come il sole.

E cosa dire poi delle altre migliaia di prodotti del tutto superflui, inutili che dobbiamo comprare per dare gloria alla ripresa e che nell’orgia del Natale verranno consumati assai presto dato che spesso finiscono addirittura subito nel cassonetto perché non piacciono, perché li si ha già o per altri motivi?

Quanta energia, materie prime, guerre, inquinamento, sfruttamento, costano questi prodotti? Ce lo siamo mai chiesto? E’ scritto nei libretti di istruzioni o nelle etichette?

Tutta questa roba non solo non dovrebbe essere più acquistata così massicciamente in una operazione di obiezione di coscienza a favore della vita del pianeta e nostra, ma non dovrebbe nemmeno essere più venduta.

Forse dentro alle auto astronavi non ci si è accorti che siamo in inverno e dalle mie parti (come in gran parte dell’Italia) non piove praticamente più da oltre un mese, la temperatura è primaverile, gli alberi sono in fiore e l’agricoltura è in grossa difficoltà. Ma cosa vuoi che ce ne freghi a noi dell’acqua, del cibo e simili quisquilie, noi dobbiamo crescere, consumare.

Ma quali orologi di lusso! Ci servono immediatamente sistemi di recupero dell’acqua piovana ovunque perchè senza un orologio si vive, senza acqua no! Sistemi di risparmio idrico e impianti di fitodepurazione con recupero delle acque reflue, efficienza energetica, sistemi di risparmio energetico, ristrutturazione energetica di tutto il patrimonio edilizio, tutela ambientale e mille altri interventi simili che preservino, non consumino. Milioni di persone lavorerebbero in questi settori. C’è così tanto da fare nel campo immenso del preservare, che tutta la disoccupazione sarebbe assorbita in un attimo e i prodotti relativi alle tecnologie appropriate potrebbero essere prodotti domani mattina dalle stesse ditte, persone e competenze di chi oggi produce prodotti superflui e inutili.

Politici, industriali, banchieri non cambieranno da soli, non ne hanno alcun interesse; sono avidi, drogati di soldi, di potere, di successo e glielo abbiamo dato noi. Ma noi, i cosiddetti consumatori, quel potere possiamo riprendercelo, possiamo cambiare le carte in tavola, abbiamo la possibilità di non credere più alle fandonie sulla crescita e non acquistare più cianfrusaglie, unica possibilità perché ci si orienti al preservare finalmente.

Quando vi dicono che i consumi sono in ripresa, se siete credenti fatevi il segno della croce, se siete superstiziosi fate altri gesti ma comunque prendetela come una autentica sciagura perché di quello si tratta.

Comprate il meno possibile; il pianeta, i vostri figli e nipoti vi ringrazieranno per il miglior regalo di Natale ricevuto.

 

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Commenti

Questi articoli sono normalmente eccellenti. E mi confortano perché, altrimenti, mi sembrerebbe di essere un solitario imbecille a pensare e vivere così controcorrente. Ma questo articoli è talmente bello, talmente vero (e talmente ben scritto) che mi viene voglia di abbracciare l'autore! Lo faccio con il pensiero. Grazie. Grazie. Grazie.
Gianluca Farina, 21-12-2015 04:21
"Comperate il meno possibile" è un paradosso che accelera il processo di depredazione del pianeta anziché rallentarlo. E' bene esserne consapevoli.Nel modello di sviluppo dominante la crescita NON è argomento di discussione ma orizzonte da raggiungere. Un'implosione dei consumi può solo fare gioco a che produce a prezzi sempre più bassi, fregandosene di regole ambientali, sindacali, salubrità dei posti di lavoro. E' un processo che per assurdo favorisce l'afflusso sui mercati di merci di provenienza dubbia e sempre più lontana, che viaggia più a lungo. Questo perché il raggiungimento di quell'orizzonte (la crescita) nel modello di sviluppo attuale deve essere COMUNQUE raggiunto. Diverso è dire, nella contingenza natalizia: fate acquisti e fateli sostenibili (con tutti i distinguo e i virgolettati che debbono accompagnare questa affermazione). C'è più decrescita (teorica) in questa direzione che non nell'altra.
Davide, 22-12-2015 03:22
Salve Davide Ho letto un paio di volte il suo commento per essere sicuro che non fosse simpaticamente ironico e mi pare di capire che sia invece serio, così serio che lascia stupefatti. Quindi secondo lei più si consuma quindi più si depredano risorse e più il pianeta ne beneficia? Ma si rende conto di quello che dice? E' come dire che la matematica è una opinione. Quindi seguendo la sua logica dobbiamo consumare di più con tanto di rifiuti, inquinamento, etc etc, per salvare il pianeta? Mah? Guardi poi che oggi praticamente quasi tutte le ditte se ne fregano delle (già deboli) regole ambientali, sindacali o simili, sia che facciano roba di qualità o meno, basta prendere proprio la moda come esempio, dove la gente lavora in lager in condizioni orribili per fare capi che verranno venduti a migliaia di euro. Quasi tutte le merci in genere provengono già da posti lontani, di provenienza dubbia, pagate niente ai lavoratori, vendute a prezzi irrisori, basti pensare al settore alimentare non bio. Gli acquisti veramente sostenibili sono assai pochi e il vero acquisto sostenibile, soprattutto a Natale è probabilmente quello non fatto. Come possa esserci poi più decrescita nell'acquisto di qualcosa piuttosto che nel non acquisto, è un mistero pari a quello della madonna di Fatima. Comunque forse è un mio limite ma ho fatto veramente fatica a trovare un filo logico in quello che ha scritto.
Paolo Ermani, 23-12-2015 04:23
Gianluca Farina, la ringrazio per il gentile apprezzamento, le scrivo anche per dirle che di "imbecilli" come intende lei iniziano ad essercene sempre di più, quindi non perda la speranza. Saluti Paolo Ermani
Paolo Ermani, 23-12-2015 04:23
Buongiorno a tutti! Anch'io sto entrando nella cerchia degli "imbecilli" e devo dire che la gioia aumenta sempre più, perché sto decelerando molto i ritmi della giornata, grazie al provvidenziale licenziamento dal lavoro avvenuto in ottobre di quest'anno. Il mio piccolo parere sugli acquisti (che vivo ed è parte della mia gioia acquisita) sta nel preferire le vendite dirette da parte dei contadini e artigiani. Per esempio, nel mio territorio, un giovane ragazzo ha organizzato nella sua cascina il mercato agroculturale, dove alcuni contadini della provincia vendono direttamente i loro prodotti, che praticamente sono senza imballaggi e, grazie alle borse resistenti che si riciclano, ho ridotto drasticamente i rifiuti (plastica, carta, vetro e alluminio). Inoltre, si è instaurato un rapporto di amicizia e condivisione tra i "consumatori" e i "venditori": ci chiamiamo per nome e chiacchieriamo senza guardare l'orologio. Io e la mia famiglia abbiamo preso questo appuntamento settimanale come se fosse prescritto dal medico: non riusciamo a farne a meno. Il mercato si chiama agroculturale perché il simpatico e dinamico proprietario, organizza serate a tema sull'alimentazione, i grani antichi (lui stesso ha iniziato questo tipo di agricoltura), le api, la musica classica ecc. Mi ritengo molto fortunata di poter godere di tale "consumismo", perché rallenta il tempo, l'inquinamento (imballaggi) e ... mangi quello che trovi al mercato, non c'è tutto quello che vuoi! Questo mi aiuta molto a "resettare" le priorità. Amici, spero di avervi dato una bella notizia,... la più bella è domani, allora: tanti auguri di buon Natale!
Laura di Brescia, 24-12-2015 12:24
Quando uno dice "non ci sono soldi" che sia l' INPS o un piccolo imprenditore o il Primo Ministro, io traduco "non ci sono i soldi per quello che servirebbe perché sono stati spesi per qualcos'altro di sbagliato".
Marco, 25-12-2015 11:25
@Davide Qui non si parla (solo) di comprare cose più scarse e meno buone (cosa che di certo anche faremo, dato il calo del potere d'acquisto) ma soprattutto di comprare meno cose, buone o scarse che siano, anzi di comprarne poche e durevoli e farsele durare. Se si reagirà come dice lei si comprerà tantissima pacottiglia a intervalli brevi fra un guasto e una rottura per poi ricomprarla, col risultato che dice lei. Ma Ermani non suggerisce questo.
Marco, 25-12-2015 11:25
Condivido pienamente. Purtroppo sono profondamente pessimista, siamo in pochi ad avere consapevolezza di ciò che viene espresso nell'articolo. Solo uno shock energico (siccità per 6 mesi, alluvioni a Firenze, acqua alta di 2 metri a Venezia...)riuscirà forse a far aprire gli occhi alla gente. Pensate, polveri sottili oltre i limiti di legge ed i nostri governanti fanno finte di nulla. Vendono FW con il trucco, e le vendite di FW aumentano. A distanza di mesi le auto fuori norma continuano a circolare ed inquinare... Siamo alla frutta e ficchiamo la testa sotto terra per non vedere. Cari saluti. Disperatamente.
Silverio Lacedelli Silverio, 25-12-2015 09:25
Condivido molto dell'articolo... Il recupero per me è fondamentale e senza sprechi e consumismo inutile. Ripristinare,rigenerare, creare, inventare nel fare, con inventiva, manualità... Eliminare gli sprechi dell'usa e getta. R-inventarsi nel recuperare. Per il lavoro: diminuire le ore lavorative, mirare soprattutto la qualità della vita, dello star bene.. Fare ciò che ci appassiona, ci rigenera. Senza obblighi, senza imposizioni... vivere il momento presente, godere di una bella giornata, godere un raggio di sole, il mare, un fiore, un sorriso, un saluto.. E'la qualità che conta non lo spreco ma l'essenziale. ESSERE nel presente in sintonia col Tutto. L'amore è il collante del tutto, prima verso se stessi e poi verso la vita in ogni sua forma. La vita è bella e va goduta in ogni attimo della sua evoluzione. Attimo per attimo. Essere in sintonia con il Tutto. E' meraviglioso!
ada sorrentino, 26-12-2015 12:26
Ragazzi, provate ad entrare in un centro commerciale (forzatevi), guardatevi intorno e ad ogni merce che vi attira ponderate (come è fatta, da dove viene, se vi serve). Se riuscirete ad uscire senza nemmeno un acquisto, proverete la gioia della liberazione! E' impareggiabile il piacere di non "avere bisogno di nulla". Provare per credere. Ben meglio allenarsi a ridurre i bisogni che sforzarsi per soddisfarli.
Gianluca Farina, 28-12-2015 09:28
Quando ero bambino, anni 60, questo slogan era uno slogan mainstream. Avevamo la festa del risparmio - cioè la festa dall'astesione degli acquisti - e nei decenni successivi abbiamo piccato al contrario con il presidente del consiglio che invitava gli italiani a spendere comunque-ricordate quegli spot orribili in TV di 10 anni fa? L'austerità se scelta, era una virtù, oggi un comportamento da asociali erivoluzionari.
ijk-ijk, 26-12-2015 06:26

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