Il consumo di risorse triplicherà entro il 2050, l'allarme dell'Unep

Se il tasso di crescita economica non verrà svincolato dal tasso di consumo delle risorse naturali, entro il 2050 l'umanità potrebbe arrivare a 'divorare' circa 140 miliardi di tonnellate (tre volte il ritmo attuale) di minerali, metalli, combustibili fossili e biomasse. A lanciare l'allarme sulla nostra insostenibile fame di risorse è il rapporto dell'Unep Decoupling: natural resource use and environmental impacts from economic growth.

Il consumo di risorse triplicherà entro il 2050, l'allarme dell'Unep
Se il tasso di crescita economica non verrà svincolato dal tasso di consumo delle risorse naturali, entro il 2050 l'umanità potrebbe arrivare a 'divorare' circa 140 miliardi di tonnellate (tre volte il ritmo attuale) di minerali, metalli, combustibili fossili e biomasse. A lanciare l'allarme sulla nostra insostenibile fame di risorse è il rapporto Decoupling: natural resource use and environmental impacts from economic growth (Disaccoppiamento: l'uso delle risorse naturali e l'impatto ambientale dalla crescita economica) redatto dal Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (Unep). Nei Paesi sviluppati i cittadini consumano una media di 16 tonnellate procapite (sino a 40 o più tonnellate per persona in alcuni paesi sviluppati) delle quattro principali risorse (minerali, metalli, combustibili fossili e biomasse). Un abitante medio in India ne consuma invece oggi 4 tonnellate l’anno. Con la crescita della popolazione e la prosperità, in particolare nei paesi in via di sviluppo, la prospettiva di livelli molto più alti di consumo di risorse supera di gran lunga il concetto di sostenibilità, considerato che le risorse della Terra sono finite. Quale, dunque, la chiave per invertire questa tendenza? Fare di più con meno: questa la soluzione avanzata dall'Unep che propone l'idea del “disaccoppiamento” della crescita economica dal consumo di risorse. Tale obiettivo richiede un urgente ripensamento dei legami tra uso delle risorse e prosperità economica, affinché venga almeno congelato il consumo pro capite nei Paesi ricchi e possano essere aiutate le nazioni in via di sviluppo a seguire un percorso più sostenibile. “Il 'disaccoppiamento' è una soluzione vincente su tutti i fronti: economico, sociale e ambientale”, ha affermato Achim Steiner, sottosegretario generale delle Nazioni Unite e Direttore esecutivo dell'UNEP. “La gente crede che il danno ambientale sia il prezzo da pagare per i benefici economici. Tuttavia non possiamo continuare a comportarci come se questo compromesso fosse inevitabile”, aggiunge Steiner. “Il disaccoppiamento è parte di una transizione verso un'economia verde basata su basse emissioni di carbonio e uso efficiente delle risorse per stimolare la crescita, creare posti di lavoro, sradicare la povertà e per far sì che l'impronta ecologica dell'umanità non superi i limiti del pianeta”.

Commenti

Spiace dirlo, ma oltre ad un drastico ridimensionamento dei consumi nei paesi più ricchi e ad un freno in quelli emergenti, sarà necessario un controllo alla bomba demografica nei paesi del 3° mondo che depaupererà sempre più le risorse territoriali locali naturali. Di fronte a incrementi di produzione agricola max del 0.5-0.8%, un incremento demografico del 3% creerà inevitabilmente tensioni sociali e di sfruttamento delle risorse naturali.
gian_paolo, 22-05-2011 10:22

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