Se il palco crolla. Morire a vent'anni per l'economia dell'evento

Ieri nel crollo dell'impalcatura allestita per il concerto di Jovanotti al Pala Trieste ci sono stati sette feriti e ha perso la vita Francesco Pinna. Dicono che era "operaio per caso". Invece, nulla è più normale, oggi in Italia, che lavorare e studiare. Francesco aveva 20 anni.

Se il palco crolla. Morire a vent'anni per l'economia dell'evento
Francesco Pinna, ventenne triestino, aveva messo la sua vita al lavoro per 5 euro all'ora. È morto allestendo il palco del concerto di Jovanotti. Che ha interrotto il suo tour. Francesco Pinna, studente, lavorava nell'economia dell'evento. Come il 40% degli studenti italiani, anche Francesco alternava studio e lavoro e rientrava nel 23,2% degli studenti che firmano un contratto a brevissimo termine, quello necessario per costruire l'impalcatura del concerto di Jovanotti al Palatrieste e morire per 5 euro all'ora. Poco o nulla si sa, di questa economia, della sua logistica e del precariato strutturale che si vive nelle sue articolazioni interne costituite da service o cooperative che trasportano cavi, mixer e amplificazione per le serate nei club. O, almeno, nulla sa il diritto del lavoro che non ha strumenti per comprendere la natura di un lavoro precario che si svolge in un'impresa la cui esistenza è temporanea e intermittente. Come Francesco, e i 6 feriti per il crollo mortale, ciascuna delle cento persone che ieri lavoravano all'allestimento del palco è parte di una forza-lavoro flessibile in un'organizzazione instabile. Davanti ad una cattedrale accartocciata per il crollo del ground support che copre il palco e alloggia gli altoparlanti e i riflettori, 15 metri di altezza e 20x30 di larghezza, è possibile ricostruire il sistema di appalti e di subappalti che governa il lavoro postfordista e, ormai lo si può dire, il lavoro in quanto tale in Italia. Al centro c'è un'azienda, in questo caso la Azalea production, che produce concerti e grandi eventi, vende biglietti, rifornisce le prevendite abituali nelle città del Triveneto, organizza l'ufficio stampa. È possibile che questa azienda sia il terminale di una rete di piccole e piccolissime aziende di catering o di logistica, i tir che trasportano in tutta Italia il palco, oppure la cena per lo staff della star. Questa rete, tanto più ampia e complessa quanto più grande è l'evento da realizzare, viene quasi sempre attivata dalla produzione dell'artista di turno (nel caso di Jovanotti, la Trident Management Srl), oppure da una internazionale interessata a “piazzare” un evento a Catania o a Belluno. Il crollo del palco di 15 metri di altezza, 20 per 30 di larghezza Davanti alla maledetta cattedrale progettata da un “ingegnere abilitato”, le 100 persone che lavoravano a progetto (si spera) sono abituate ad essere pagate “a corpo”, cioè ad assumere commesse da un privato, così come dal pubblico. È questa l'organizzazione del lavoro diffusa in tutti gli “eventi” culturali in Italia. Di forza-lavoro intercambiabile, spesso di ottima preparazione tecnica o musicale, ne fa uso l'amministrazione pubblica, a partire dagli assessorati alla cultura. Nell'economia dell'evento la presenza del governo locale è invasiva perché è dall'allestimento di una processione, di una mostra sul tartufo o sul fungo cardoncello che dipende la riuscita di una politica del “marketing territoriale” che attrae il turismo. A questa stessa organizzazione si rivolgono i sindaci, e le maggioranze di ogni colore, per risollevare le pericolanti sorti dell'economia di un territorio. Francesco è una delle vittime di un mercato del lavoro strutturalmente precario dove la gestione di un evento viene affidata a terzi. La chiamano “outsourcing”. Dal blog La furia dei cervelli

Commenti

NOn è possibile che in una nazione seria esistano realtà come questa, risparmiare qualche migliaio di euro a fronte di guadagni milionari è una vergogna, è immorale, disonesto e chi ne è responsabile deve pagarne le conseguenze. Maledetti, pagare dei ragazzi 5 euro all'ora li rende schiavisti, siano puniti esemplarmente.
enrico, 13-12-2011 12:13
Vergogna, morire per 5 euro! Anche fossero 13 o 16, come dicevano sta mane, e sempre troppo poco per crepare! Le mie più sentite condoglianze alla famiglia. R.I.P.
giuseppe, 13-12-2011 05:13
da un po' di tempo per ogni morto sul lavoro, si cita "quanto prendeva all'ora" e la discussione degenera sui salari... un morto sul lavoro e' sempre una tragedia al di la del suo stipendio.
Andrea Bianchini, 13-12-2011 05:13
Andrea Bianchin e pure stefano, ovviamente il mio non e solo una questione di euro.
giuseppe, 13-12-2011 08:13
Trovo assurdo che tanti se la prendano perchè si muore per cinque euro all'ora ! Simoncelli guadagnava molto di più e poverino è morto pure lui,ogni sabato notte sulle strade muoiono un casino di ragazze e ragazzi, per nessun euro all'ora, e non mi pare che si scandalizzino questi sensibili alle morti da lavoro.Il lavoro comporta dei rischi, essere al mondo è rischioso ! Chiunque ha svolto una qualche attività manuale sa che può accadere un incidente. E questi ragazzi sopravvissuti al crollo del palco torneranno a svolgere lo stesso lavoro. Avete in mente gli elettricisti, i muratori, gli agricoltori, i Vigili del fuoco, i carabinieri, i poliziotti, la gente al volante per lavoro, tutti corrono il rischio di un incidente mortale, lo fanno per amor proprio, per amore della famiglia, per essere indipendenti. Insomma fanno parte della società umana così come è organizzata,questi critici del lutto di quale società fanno parte ?
stefano collica, 13-12-2011 05:13
Da noi ci vuole una autorizzazione per ogni cosa, anche per rspirare. Ma gli strapagati ingegneri della pubblica amministrazione che guardano e che "competenza" attivano in questi casi? Ed inoltre è possbile che non paghino mai? Possibile che sitratti sempre della verifica di aspetti formali e non sostanziali? E non pagano mai. Questo è il vero schifo
Max, 14-12-2011 06:14
Ritorno sull'argomento nella speranza di chiarire un concetto a tutti, le responsabilità vanno appurate da parte dei tecnici,della magistratura, riscontrare dove ha ceduto l'impalcatura e perchè, c'erano tubi che hanno ceduto perchè non in grado di reggere la struttura, il progetto non era adeguato alle forze della struttura, qualcuno degli operai avrà mancato di serrare dei bulloni ? E tante altre possibilità che noi non possiamo chiarire. Quindi secondo me è sbagliato prendersela con tutti senza sapere perchè, in modo ideologico, ogni volta che muore un operaio la colpa è sempre dell'impresa o dell'ingegnere. Bisogna attendere i risultati delle indagini prima di prendersela con qualcuno. Adesso il nostro unico dovere è partecipare al cordoglio per la morte di questo ragazzo, ma sapete quanti ne muiono sul lavoro senza i riflettori accesi sul palco di Jovanotti? Quindi Vi invito a dare giudizi più sereni in attesa del riscontro sulle responsabilità, altrimenti questa pagina non sarà più credibile, se ognuno ci scarica sopra le proprie frustrazioni. Un cordiale saluto.
stefano collica, 14-12-2011 02:14
Stefano...in questo tipo di strutture NON ci sono bulloni da stringere. è tutto progettato e costruito in modalità "a innesto". ogni pezzo singolo viene incastrato con l'altro, ci sono pinze e sistemi di sicurezza si, ovvio. ma mi pare molto difficile che esista un operaio che si è dimenticato di stringere un bullone. così..a grandi linee (detto da uno che ha lavorato tanto in questo settore) il crollo è quasi sicuramente causato dall'eccessivo peso e da mancanza di baricentro. quindi è nel progetto stesso che si deve andare a cercare la casua, o nell'usura di qualcosa. ma quello che volevo dire era anche questo: ho lavorato per un pò di tempo come operatore alle luci col Cirque du Soleil, un livello di serietà e di professionalità che noi in italia ci sognamo di notte.ogni giorno, prima di iniziare il mio turno, dovevo superare ben 3 tipi di controllo sicurezza differenti: quello sull'imbracatura, quello sull'abbigliamento (se non avevo le scarpe antinfortunistiche non mi facevano neanche iniziare) e quello sul mio corpo: un test veloce che misurava le mie capacità di reazione (se ad esempio avevo bevuto alcolici) ragazzi con questo mestiere non si scherza.e qui in Italia mi sa che ci piace scherzare un pò troppo....
Massimo, 15-12-2011 02:15
Bravo Massimo, il tuo intervento chiarisce meglio quell'ambito lavorativo, il bullone era tirato in ballo come causa possibile, insieme ad altre . Per dire che la responsabilità va prima accertata, su cose che non conosciamo. E bene fai a mettere in rilievo di come su altri progetti le cose siano più rigorose. A proposito ho scoperto il Cirque du Soleil solo di recente, e da estimatore del movimento fisico, sono rimasto incantato, ergo se quelli ci mettono la stessa meticolosità nella sicurezza come quella degli esercizi che fanno, difficile che qualcuno si faccia male. Anche se, conoscendo le notevoli difficoltà per raggiungere risultati simili, mi piacerebbe conoscere quanti infortuni avranno subiti questi artisti del movimento. Tu ne sai qualcosa. Ciao, sei stato chiarissimo ed hai portato un buon contributo su queste pagine. Cordiali saluti. Stefano.
stefano collica, 15-12-2011 04:15
ciao Stefano, figurati è un piacere affrontare discussioni costruttive, ciò si riesce a fare raramente, siamo troppo pieni di pregiudizio in tutto. Mi rammarica molto che in Italia, come al solito..si aspetta "il morto" per portare alla luce una problematica, è sempre così, come per gli incidenti stradali, per le cause legate alla droga, al razzismo (vedi in questi giorni) ho l'impressione che siamo molto impreparati in tante cose, ma abbiamo la presunzione di giudicare tutto e dimostrare a tutti i costi di saperne sempre di più ma se fossimo umili e riconoscessimo che dobbiamo solo imparare molto, forse le cose cambierebbero un pochino..e la differenza appunto la vedi quando vai fuori dalla nostra nazione. Per quanto riguarda il Cirque du Soleil quel che posso dire, dopo la fantastica esperienza lavorativa che ho vissuto con loro, che quanto dici è assolutamente vero. Hanno uno standard sia dal punto di vista artistico che tecnico elevatissimo, eppure non sono mica più intelligenti di noi, figli di geni come Leonardo o Galileo. Il fatto è che si applicano molto e fanno le cose bene. Tuttavia ho assistito a un paio di brutti infortuni (uno addirittura durante uno spettacolo, in diretta..l'altro durante le prove) in cui sono caduti poverini, due acrobati. Tutto si è risolto nel migliore dei modi (con qualche ingessatura) ma poteva andar peggio. E pensare che io, prima di allora..soffrivo tragicamente di vertigini..poi mi son ritrovato a lavorare a 8 metri di altezza, appeso come un pappagallo, con un fucile seguipersone dal peso di 30kili in mano..eppure...mi sentivo sicuro:) ciao!
Massimo, 15-12-2011 05:15
Grazie Massimo, speriamo che questo confronto sia utile ai ragazzi che la buttano sempre sull'offensivo. Si non avevo dubbi che infortinii fossero occorsi ai maghi del Cirque du soleil, ho fatto atletica e sono stato anche tecnico di atletica, quindi reputo " normali" gl'infortuni sul lavoro e nelle pratiche acrobatiche. Stefano Collica, se vuoi continuare a scambiare con me opinioni chiedimi amicizia su face book. Oppure scrivi il tuo cognome alla prossima e ti chiederò amicizia. Ciao. Buon fine settimana.
stefano collica, 16-12-2011 01:16

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