Decreto rinnovabili: "Vogliamo il sole, non chiediamo la luna"

Presso il Teatro Quirino di Roma, le associazioni del settore delle rinnovabili e quelle ambientaliste hanno organizzato ieri una manifestazione insieme a cittadini, lavoratori e imprese, per chiedere di modificare un decreto che mette a rischio il futuro delle energie pulite e della green economy italiana. Tutte le proposte.

Decreto rinnovabili:
“Il decreto legislativo recante attuazione della Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, così come attualmente formulato, bloccherà lo sviluppo del settore delle rinnovabili che producono energia elettrica, provocando un duro colpo all'economia nazionale già fortemente in crisi. Il provvedimento, infatti, sta già generando incertezza se non addirittura la paralisi del settore”. Questo quanto si legge in una nota delle associazioni di settore delle energie rinnovabili (Anev, Aper, Asso Energie future, Assosolare, Gifi e Ises Italia) diffusa in occasione della manifestazione 'Sos Rinnovabili', tenutasi ieri a Roma presso il Teatro Quirino. L’incontro - a cui hanno partecipato anche Legambiente, Wwf, Greenpeace e Ambiente e/è vita – è stato indetto per chiedere al Governo una riapertura del confronto su un decreto che mette a rischio l’intero settore. Secondo le associazioni di categoria, infatti, se il decreto non verrà corretto determinerà il ricorso immediato alla cassa integrazione straordinaria per oltre 10.000 persone impiegate nel settore delle rinnovabili e il blocco degli investimenti per oltre 40 miliardi di euro programmati per i prossimi mesi. Ecco quindi le proposte delle associazioni del settore per “dare certezza al mercato, sostenere e promuovere i benefici economici e ambientali che il settore delle energie rinnovabili possono creare”: - Evitare di introdurre meccanismi a effetto retroattivo e in contrasto con il principio cardine di certezza del diritto. - Definire dei principi di salvaguardia che garantiscano il mantenimento del livello di incentivazione per gli impianti in costruzione o comunque autorizzati. - Gli 'aggiustamenti' non possono prescindere da periodi di transizione congrui e condivisi con le imprese atti a garantire gli investimenti. - Definire un quadro normativo che tenga conto per tutte le fonti di una previsione di crescita al 2020 in linea con le reali potenzialità del settore e del decadimento dei costi. - Dare certezza e velocità dei processi di autorizzazione per un sano sviluppo. - Definire rapidissimamente i Decreti attuativi mediante un confronto costruttivo con le associazioni di categoria. - Riconoscere l'impatto positivo delle rinnovabili in termini ambientali, di occupazione, di rientro fiscale per lo Stato, di riduzione della dipendenza energetica dagli altri paesi, e quindi in termini di crescita del PIL. - Favorire la ricerca nel settore. - Porsi l'obiettivo del raggiungimento della competitività entro i prossimi 10 anni, che comporterà anche l'azzeramento degli incentivi. - Stimolare lo sviluppo di un'industria nazionale (grande, piccola, media) tramite apposite misure di supporto. - Stimolare un ruolo internazionale delle aziende italiane, in parallelo al consolidamento nel nostro paese. “La manifestazione di oggi dimostra come in Italia esiste un settore industriale della green economy, con 120mila occupati, che chiede un futuro e che rischia di chiudere con il Decreto Romani”, ha dichiarato Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente. “Gli imprenditori venuti da tutta Italia oggi a Roma – ha continuato Zanchini - hanno raccontato una realtà drammatica, con migliaia di posti di lavoro a rischio, investimenti bloccati dalle banche e imprese straniere in fuga per la mancanza di credibilità del Paese. Si deve intervenire subito per cambiare il Decreto Romani, ridando certezza agli investimenti in solare, eolico e biomasse. Le rinnovabili e l’efficienza energetica sono, infatti, oggi l’unica risposta possibile ai problemi energetici dell’Italia e una straordinaria possibilità per uscire dalla crisi economica, creando occupazione”. Alla manifestazione organizzata dalle associazioni delle rinnovabili e quelle ambientaliste, insieme a cittadini e imprese, per chiedere di modificare il decreto sulle rinnovabili hanno preso parte anche il leader del Pd Pierluigi Bersani, Dario Franceschini capogruppo alla Camera del Pd, il leader dei Verdi Angelo Bonelli ed Ermete Realacci responsabile green economy Pd. All'interno del teatro erano presenti un migliaio le persone (altre 300 o 400 fuori) arrivate nella capitale da ogni parte d’Italia. Si è trattato di una vera a propria mobilitazione popolare cui hanno partecipato famiglie, lavoratori, studenti e imprenditori uniti per lanciare un messaggio chiaro e deciso: “vogliamo il sole, non chiediamo la luna”.



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