Enrico Letta e il "governissimo" indesiderato

Almeno il 55 per cento dei votanti alle ultime elezioni ha scelto liste e partiti che non volevano un governo "di larghe intese" - il cosiddetto governissimo -. In base a cosa, allora, il nuovamente presidente Napolitano ha insistito tanto su questa soluzione, conferendo l'incarico al "giovane" Enrico Letta?

Enrico Letta e il
Appena il rieletto Presidente, Napolitano ha dato l’incarico a Enrico Letta, si sono scatenate su internet e presso i giornali le cose più disparate. Infinite liste di ministri con nomi talvolta raccapriccianti, corrispondenti raccolte firme su internet contro i medesimi ministri, illazioni di ogni tipo e analisi politiche corrispondenti. In sintesi, il presidente rieletto rilancia quello che sembra andare di moda: il governo delle larghe intese, il governissimo. Chi aveva dichiarato, prima delle elezioni, di volere un governo del genere? Esplicitamente: nessuno. Non esplicitamente diciamo che non lo avevano escluso a priori né il centro-destra né la coalizione di Monti. Mi sono così dedicato a fare due conti: dati del Ministero degli Interni; votanti alla Camera 35 milioni e qualcosa; voti presi da chi non voleva assolutamente un governissimo (PD, SEL, 5Stelle, Rivoluzione Civile) 19 milioni e qualcosa pari a circa il 55% dei votanti. Questo dato non contempla le schede bianche nulle, né Fare per Cambiare la cui posizione non era chiarissima in materia, né i voti di liste minori di cui è difficile decifrare il programma e l’opinione in materia. Questo per dire che tale percentuale potrebbe facilmente arrivare al 60% contando più esattamente. "L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo…" (Costituzione della Repubblica italiana, Articolo 1) Detto in altri termini: il popolo non pare che abbia votato per questo. Allora in base a cosa il presidente ha insistito tanto su questa soluzione? Sull’incapacità dei partiti di mettersi d’accordo? O forse sula necessità che diede origine al precedente governo nominato dallo stesso Presidente, quella di garantire il rispetto dei dettami dei potentati finanziari? Una traccia in tal senso sembrerebbe darcela il “giovane” Letta quando, nel suo modernissimo sito, afferma con un certo orgoglio di essere dal 2004 vicepresidente di Aspen Institute Italia; e quando si va a vedere che cos’è questo sconosciuto istituto si scopre che è una filiale del gruppo Bilderberg di cui Mario Monti è stato per anni dirigente. Per il lettore distratto ricordo che Bilderberg è un simpatico gruppo di “persone influenti” che si riunisce dal 1954: a far cosa? Non si sa, perché i verbali delle riunioni sono segreti e di pubblico c’è solo l’elenco dei nomi. Insomma un governissimo in continuità con i “tecnici” degli ultimi due anni. In continuità con l’idea che quando si taglia la spesa pubblica stiamo parlando della spesa sociale non delle Grandi Opere Inutili, quando stiamo parlando di investire soldi ci stiamo riferendo al salvataggio delle banche, non all’investimento nella salvaguardia dell’ambiente o nel rilancio dell’economia reale, quando parliamo di politica internazionale parliamo di come appoggiare direttamente o indirettamente le “missioni di pace” del colonialismo o del neocolonialismo e non ad operare per la risoluzione diplomatica e nonviolenta dei conflitti. Ci stiamo sbagliando? Ce lo auguriamo di tutto cuore ma abbiamo paura di no. In ogni caso i prossimi giorni ce lo diranno con sicurezza. Articolo tratto da: Pressenza

Commenti

No, non ci stiamo sbagliando. Purtroppo.
carlo carlucci, 26-04-2013 05:26
Gentili signori, io abito a Rovereto Trento, ed osservando all'ingresso della città ci sono dei cartelli pubblicitari che indicano che si farà la nuova ciclabile. Questo mi potrebbe anche andar bene, ma c'è scritto anche "che stiamo lavorando per voi". Ed io applico ancora, PER IL BENE DEL VOSTRO POTAFOGLIO. Questo vale anche per il signor Letta , il quale dice di fare per il popolo, ma poi le spese arrivano, e chi le paga? Saluti, Erino.
Erino, 26-04-2013 10:26
Ritengo sostanzialmente condivisibili, direi oggettive, le considerazioni fatte. Mi piacerebbe però approfondire alcuni aspetti che, per ragioni di brevità penso, sono state appena accennate. Ad esempio la posizione di apertura ad PDL espressa da Enrico Letta in seno al Comitato Centrale del PD, in opposizione alla linea politica di Bersani, prodromo a mio giudizio delle scelte e vicende successive. La voglia di cambiamento espressa dal voto delle politiche deve poi concretizzarsi in un rinnovamento vero da parte di noi elettori e cittadini, innanzi tutto.
Luciano Lamarca, 27-04-2013 09:27
la deduzione è facilissima: del popolo italiano se ne fregano altamente. Sia in quello che vuole sia del suo benessere. Era già da tempo tutto architettato. Come il pastore che con i cani ammaestrati spinge le pecore verso la direzione che vuole (ovile e macello). E poi alle pecore dice che non c'è altra via d'uscita. Cavoli!!!! ma quando si sveglieranno gli italiani?!!!! Ci stanno uccidendo con il loro sonno profondo. Si stanno uccidendo e battono le mani al loro macellaio. I lupi si mangiano le pecore non le proteggono.
maria, 27-04-2013 09:27
Bildeneberg? Bildemberg? Si chiama BILDERBERG, con la erre. Non per fare i pignoli, per carità! Ma...se vogliamo essere credibili, occorre non essere attaccabili! Ciao
Andrea Strozzi, 27-04-2013 11:27
la ringraziamo per la segnalazione, è stato un refuso dell'autore, ora corretto. cordialmente, la redazione
redazione, 28-04-2013 05:28

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