L’Europa si difende dagli attacchi della finanza speculativa

Un nuovo pacchetto che riguarderà le misure di controllo dei fondi d’investimento alternativi sta per essere varato dalla Commissione Europea. L’obiettivo sarà quello di fermare gli assalti degli speculatori americani e inglesi.

L’Europa si difende dagli attacchi della finanza speculativa
Molti osservatori hanno rilevato che oggi è in atto una guerra economico-finanziaria: il duo atlantico Stati Uniti-Gran Bretagna contro l’Europa, istituzionalmente rappresentata dall’Unione Europea. Lo scopo degli americani è semplice: spostare l’epicentro della crisi dagli USA all’UE. Per fare questo, gli investitori d’oltreoceano si stanno servendo degli strumenti finanziari già protagonisti della deregolamentazione che ha contribuito a creare la gigantesca recessione che stiamo attraversando. Ma la reazione dell’Unione, almeno sul piano normativo, è stata pronta e proprio in questo periodo essa sta mettendo in campo le sue armi per difendere regolamentare i mercati dagli attacchi speculativi. Ma andiamo con ordine. La gravissima situazione economica del nostro continente, emblematicamente rappresentata dalla Grecia, ha suscitato forti dubbi in merito alla validità dell’esperimento della moneta unica e ha fatto nascere in molti cittadini il desiderio di ritornare alle monete nazionali, importanti strumenti di politica economica gestiti direttamente dai governi nazionali e non, come l’euro, da un organismo sovranazionale che sembra non tenere affatto conto dell’effettivo benessere delle popolazioni degli stati membri. Sul piano politico-sociale la situazione sembra quindi abbastanza chiara: un’oligarchia fedele ai principi del liberal-capitalismo sta imponendo in maniera ufficiale e ufficiosa ai rispettivi governi misure di austerity funzionali alla creazione di un sistema politico ed economico conforme ai suddetti principi. In realtà, addentrandosi nei dettagli del contesto economico-finanziario globale, si può notare una situazione tutt’altro che omogenea, in cui diversi soggetti, sempre naturalmente perseguendo i propri interessi, spesso a discapito dei cittadini, sono in guerra fra loro. Uno di questi scontri è appunto quello fra euro e dollaro. Ecco quindi che pare quantomeno consigliabile andarci con i piedi di piombo nell’auspicare la scomparsa della moneta unica europea che, con tutti i suoi limiti, oggi sembra essere il principale avversario della valuta americana. In tempi recenti, sono stati diversi i segnali che hanno fatto presagire un sorpasso dell’euro ai danni del dollaro, come le esternazioni del presidente Chavez e dei paesi membri dell’OPEC, che hanno dichiarato il proprio interesse per l’eventualità di sostituire la moneta americana con quella europea negli scambi e nelle operazioni internazionali. Nell’ambito di questo confronto, gli speculatori angloamericani, martellando i mercati europei, hanno provocato la contromossa dell’Unione, che sta varando un pacchetto volto a irrigidire il controllo nei confronti dei cosiddetti fondi di investimento alternativi, quelli non ancora regolamentati dalla direttiva 85/611 relativa agli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari, fra i quali rientrano i fondi speculativihedge fund –, i fondi di private equity, i fondi di materie prime, quelli immobiliari e quelli infrastrutturali. Si tratta di fondi che comportano notevoli rischi, per i quali la Commissione ha previsto diverse misure che tutelino gli investitori e che rendano necessaria la dovuta trasparenza per l’attività. La novità più importante è il requisito che impone a tali fondi di dotarsi di una specifica autorizzazione per operare nei mercati europei, che va rilasciata dalla competente autorità dello Stato membro di origine. Questo 'passaporto' è finalizzato a minimizzare i rischi: quelli di liquidità e gli altri rischi operativi e di controparte associati alla vendita allo scoperto, la gestione e la comunicazione dei conflitti di interessi, la valutazione corretta dei beni e la sicurezza dei meccanismi di deposito e custodia. Massima dovrà essere anche la tutela nei confronti degli investitori in termini di informazione e servizi offerti, così come sarà serrata e costante la vigilanza che l’autorità nazionale dovrà esercitare nei confronti dell’attività del fondo. In osservanza del principio di sussidiarietà, da sempre uno dei cardini dell’esperienza europeista, la direttiva si pone l’obiettivo di armonizzare il quadro continentale, lasciando però a ciascuno Stato membro la sufficiente flessibilità per decidere in autonomia come applicare le disposizioni in essa contenute. Questo insieme di misure protettive serve anche a difendere il patrimonio europeo, quello finanziario – i debiti dei paesi membri – così come quello reale – la 'svendita' di aziende e beni immobiliari statali in Grecia è esemplare in questo senso –, dagli attacchi degli investitori stranieri. L’adozione definitiva di questo corpus regolamentare è prevista per luglio e fino a tale termine c’è chi prevede arrembanti sortite da parte degli speculatori americani. Naturalmente sarà importante valutare come questa ennesima guerra finanziaria si ripercuoterà sulla situazione economica reale, effettiva, dei cittadini europei, già provati da gravi difficoltà. Pur non cadendo nel tranello di identificare l’intero mondo della finanza come un oscuro e monolitico ente da combattere ed eliminare, è infatti impossibile non considerare il ritorno all’economia reale come una delle condizioni irrinunciabili per ricostruire il sistema politico, sociale ed economico dopo il default a cui stiamo andando incontro.

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