Foie Gras. Cosa c'è dietro la produzione del 'prelibato' paté

Il 4 ottobre 2012, Animal Equality ha lanciato la campagna contro l'industria del foie gras. Gli investigatori sotto copertura hanno documentato la cruda realtà dell'industria del paté di fegato d'oca o di anatra. Cosa possiamo fare noi consumatori per fermare questo orrore?

Foie Gras. Cosa c'è dietro la produzione del 'prelibato' paté
Animal Equality, con dieci ore di filmati e conversazioni registrate sotto copertura, 153 fotografie scattate in quattro allevamenti nel sud della Francia e in cinque stabilimenti in Catalogna, porta alla ribalta la sofferenza di anatre e oche destinate alla produzione del foie gras, lanciando una campagna mondiale per documentare cosa realmente avviene negli allevamenti dei paesi europei produttori del paté: Francia, Bulgaria, Belgio, Spagna e Ungheria. Il foie gras, che letteralmente significa fegato grasso, non è altro che un prodotto ottenuto da oche o anatre fatte ingrassare tramite alimentazione forzata altresì detta gavage. Il cibo viene sparato nell'esofago dell'animale attraverso un tubo metallico lungo circa 30 cm riempito di mais bollito e salato (circa 400/500 grammi). Le ingestioni forzate - due volte al giorno per le oche e fino a quattro volte al giorno per le anatre - stimolano una crescita abnorme del fegato di questi animali con un conseguente aumento di grassi nelle cellule epatiche. Da un report del 1998, stilato dalla Scientific Committee on Animal Health and Animal Welfare, è emerso che la pratica dell'alimentazione forzata provoca negli animali sottoposti a tale trattamento una vera e propria patologia, chiamata steatosi epatica ossia un eccessivo accumulo di grasso nelle cellule epatiche. Ogni volta che l'operatore procede inserendo ed estraendo il tubo, le pareti dell'esofago e della gola vengono inevitabilmente danneggiate, provocando delle profonde ferite all'animale che si trasformano in breve tempo in gravi infezioni. Inoltre, quando l'oca o l'anatra deve essere sottoposta al trattamento, impaurita, cerca di divincolarsi, con il pericolo di fratturarsi il collo o di perforarsi l'esofago; ciò accade spesso e per l'animale non c'è più alcuna speranza. Il fegato per essere 'pronto' deve raggiungere un peso ideale che oscilla tra i 500 e i 600 grammi e raggiunto tale peso, l'animale può essere macellato; anche questa pratica verrà eseguita senza alcun riguardo per l'animale. Esso verrà stordito con delle scariche elettriche, pugnalato e la sua morte avverrà per dissanguamento poiché il suo corpo verrà appeso ad un gancio. Per far sì che le piume siano facilmente asportabili al momento della macellazione, gli animali vengono immersi nelle vasche con acqua rovente dalla temperatura che oscilla tra i 45 gradi e i 65 gradi. Il fegato viene rimosso per farne il paté mentre le carni dell'animale e le piume destinati ad altro uso. Le anatre e le oche libere in natura potrebbero vivere anche 15 anni; quelle utilizzate nella produzione del foie gras muoiono al massimo a 4 mesi di età. L'associazione Animal Equality, grazie alla propria investigazione, può finalmente dimostrare che il trattamento riservato alle anatre e alle oche è ben peggiore di quello sopra descritto; gli attivisti hanno filmato e fotografato animali confinati in gabbie anguste talmente piccole da non permettere loro il minimo movimento, animali con evidenti traumi e infiammazioni all'esofago, con segni di sofferenza psichica e fisica, con problemi respiratori, hanno filmato diverse anatre lasciate morire agonizzanti senza alcuna assistenza veterinaria. Come se non bastasse, anche gli operai contribuiscono ad infliggere sofferenza alle povere oche e anatre, maltrattandole durante le varie manipolazioni. Vi voglio riportare alcuni pensieri tratti dal diario dell'investigatore che si può leggere per intero nel sito Foie Gras dedicato alla campagna: “Il lavoratore si muoveva nel capannone con una macchina piena di grani di mais cotto, che man mano tirava fuori con l’aiuto di un mestolo di metallo. In questo modo metteva il cibo nella parte superiore dell’imbuto che introduceva negli animali. Potemmo, così, comprendere da vicino com’era impressionante il momento dell’ingrassamento. Abbiamo visto come il mais spariva dall’imbuto con la stessa velocità con cui invece la dimensione dello stomaco dell’animale aumentava. Si poteva notare perfettamente la forma del tubo che scendeva lungo l’esofago delle anatre, mentre esse aprivano i loro occhi in una forma molto espressiva. Alcune giravano la testa all’arrivo dell’operaio, cercando di allontanarsi dal tubo quando si avvicinava a loro. Vari animali avevano delle leggere convulsioni mentre venivano ingozzati. Molti di loro erano estenuati ed avviliti dopo l’estrazione del tubo” [...] - e ancora - “Il processo di uccisione era molto meccanizzato: semplicemente entravano animali vivi e uscivano oggetti inermi, uno dopo l’altro, uno dopo l’altro… Documentammo come alcune anatre passavano vari secondi, a volte persino qualche minuto, scalpitando senza sosta, dimenandosi dentro i coni dopo essere state sgozzate. Oltre a quanto era impressionante vedere il processo, la lotta delle anatre per la sopravvivenza era qualcosa che poteva anche essere udito. Il suono provocato dai colpi effettuati con le loro zampe contro il metallo era sconvolgente. La sua intensità si riduceva, poco a poco, cominciando come un grande strepito e terminando con un lieve tintinnio, man mano che la loro vita si spegneva. Fui testimone di qualcosa che mi rimase ben impresso negli occhi: i grani di mais non smettevano di uscire dagli stomaci delle anatre nel momento in cui venivano uccise. Erano letteralmente sature dell’alimento che erano state obbligate ad ingoiare. La scena era abbastanza spiacevole, e il mais si mescolava con il sangue delle anatre, e schizzava sulle pareti e sul pavimento formando uno strano miscuglio” […]. L'investigazione di Animal Equality non è fine a se stessa, non nasce solo per dimostrare l'ennesima scioccante verità dei soprusi perpetrati verso gli animali, ma ha lo scopo di coinvolgere attivamente tutti coloro che vengono a conoscenza di questa pratica aberrante; dopo aver visto il video, letto il dossier ed esaminato le fotografie, l'associazione invita le persone contrarie a divulgare l'investigazione, a firmare la petizione per chiedere la chiusura immediata di tutte le aziende di foie gras e il divieto di produzione, fornitura e vendita di tale prodotto nell'Unione europea. Infine, Animal Equality, a sostegno della campagna, consiglia di spedire una mail di protesta ai recapiti forniti, per chiedere alle grandi catene di distribuzione di rivedere le loro scelte aziendali e cessare dunque la vendita di foie gras in Italia.

Commenti

chi si nutre, chi mangia di questi animali ingerisce non solo proteine e grassi ma l'energia negativa che vi è impressa. Se siamo diventati gli esseri più mostruosi di questo pianeta forse è anche responsabilità di questo tipo di alimentazione. L'uomo è sempre stato onnivoro, ma gli animali, un tempo, vivevano una vita molto diversa da quella delle torture inflitte oggi in troppi allevamenti. Il male che facciamo ci ritorna triplicato. Smettiamo. Basterebbe non comprare più simili alimenti.
maria, 11-10-2012 09:11
Lasciamo che continuino a mangiarselo, solo cosi è possibile che l'aviaria faccia il suo lavoro. L'unico modo per fermare questo lercio modo di produzione. Tanto se lo si vieta da noi , spostano la produzione in altri paesi, importando il prodotto sotto altro nome. È come salvare e curando i Delfini, liberandoli per la strage fatta in alcuni paesi di invertebrati involuti, esseri considerati pure civilissimi umani.
giuseppe, 11-10-2012 11:11
Non si può vietare per legge, o con petizioni. Queste fabbriche esistono perchè c'è chi compra. Se si ha a cuore la vita degli animali bisognerebbe diventare vegetariani, meglio vegani.
Adriano, 12-10-2012 01:12
è tremendo! sapevo di queste barbarie, non ho mai mangiato il fois, non ho mai mangiato nulla che vola dopo i 5 anni quando ho visto una mia vicina di casa strangolare una gallina con un manico di scopa...non voglio giustificarmi ma non capisco perchè non si possa passare un natale senza questa "prelibatezza" così come non si possa passare pasqua senza mangiare l'agnello (ogni anno una strage di agnellini per cosa?). a parte che la cucina francese è disgustosa, il fois non fa parte della nostra tradizione, perchè incrementare una simile crudeltà?
giuliana, 19-12-2012 09:19
E' notizia di questi giorni che la COOP, italia, a ritirato dalla vendita il patè di fegato d'oca... Ma allora qualcosa si muove, c'è qualche speranza se ci facciamo sentire.
Marta, 20-12-2012 12:20
non sapevo fin ora l'esistenza di questa cattiveria. oggi ne stavamo parlando in classe e mi sono incuriosita... anche perchè in italia per fortuna non esiste... sono fiera di essere vegetariana...
che orrore, 04-02-2013 06:04
vedo sempre questa notizia raccapricciante...........volevo solo sapere come si può fare qualkosa....AGIRE.....FIRMARE.....DOVE? DOVEEEEE??????
daniela, 13-02-2014 12:13
Piu' conosco l'uomo, piu' mi vergogno d'esserlo
cristian, 30-04-2015 06:30

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