La generazione senza futuro fa il 'bunga bunga'

"Ora qualche indignato sosterrà che c'è una bella differenza tra i bravi ragazzi che protestano sui tetti e le zoccolette del bunga bunga. Ah si? Beh, allora l'ingenuo è lui. Quando un'intera generazione di giovani viene privata di qualsiasi prospettiva ne succedono di ogni, per dirla in tema. I più acculturati protestano e progettano rivoluzioni, tutti gli altri cercano di sfangarsela con ogni mezzo a disposizione"...

La generazione senza futuro fa il 'bunga bunga'
Per dirla alla Nanni Moretti, facciamoci del male. Solo così si può definire l'impulso folle che mi ha spinto a sorbirmi circa metà del famigerato documento della Procura. E ho scoperto che non è un faldone giudiziario, ma un trattato sociologico: uno specchio perfetto della società italiana in questo buio momento di crisi. Ecco le mie riflessioni sparse, così come sono arrivate nel corso della lettura. - Polizia e Forze dell'Ordine. Sono rimasta piuttosto sbalordita nello scoprire la cura e il senso di responsabilità che le Forze dell'Ordine impegnano quando si tratta di minorenni. La legge italiana è evidentemente ferrea ed assai protettiva. Ci si preoccupa persino se la stanza in cui il minore è seduto sia "idonea" ad ospitarlo, oltre a sbattersi per cercare giudici minorili di turno alle tre del mattino e strutture di accoglienza. Il tutto mentre la "delicata" minore in questione tenta di convicere il poliziotto a rilasciarla in cambio di una scopata, ma tant'è, ci saranno abituati. - Berlusconi. Non vengono riportate le intercettazioni del premier (sono riservate), e quindi come in un originale romanzo la sua figura viene tratteggiata solo da ciò che viene detto e fatto attorno a lui. E l'impressione è che sia meramente un oggetto che deve erogare denaro e basta. A nessuna delle persone di cui si circonda frega un accidente di lui, inclusi gli "amici" personali, i quali si preoccupano della sua salute solo perché diventa inopportuno chiedergli soldi quando sta male. Una solitudine assoluta e totale, in cui il suo "vizio" diventa quasi accidentale: non serve neppure a riempire il vuoto. - Le intercettazioni. Due parole: noiose e imbarazzanti. Non mi riferisco alle parti "osé", già ampiamente riportate dai giornali, ma alle pagine e pagine di, diciamolo, cavoli personali che non si capisce cosa ci stiano a fare in un documento pubblico. Tizia chiede di Caia, parlano di Sempronio, prendono appuntamenti, raccontano dettagli di vita quotidiana, mi ha dato la sensazione di origliare da dietro una porta e ne ho riportato un estremo fastidio. Le intercettazioni sono una cosa per niente piacevole da leggere. Ho smesso per nausea. - Le ragazze. Qui entriamo nel vivo della questione. Gli aspetti più sconvolgenti sono due: il primo, l'estrema durezza e il bieco cinismo con cui ragazze giovanissime puntano ad estorcere denaro ad un vecchio milionario (e non solo a lui). Sarò io santa subito, tutto ciò è vecchio come il mondo, ma la determinazione con cui delle normali ventenni contano i bigliettoni e cercano di ottenerne ancora con qualunque mezzo poco ortodosso, senza porsi mai una domanda, mi ha sbalordito. Il secondo aspetto è però quello che mi interessa di più. Al telefono non parlano di borsette firmate: i soldi servono per aprire un bar col fratello, per pagare il mutuo di casa, per mandarli alla sorella al Sud. Ma soprattutto, è evidente (e sto per dire un'eresia) che fanno parte della stessa generazione che ha dato fuoco ai gipponi della Polizia il 14 dicembre scorso. Starò mica scherzando? No. Molte sono studentesse universitarie, e dicono chiaramente di essere consapevoli di non avere alcun futuro. "Una laurea e un calcio in culo", lamenta una, "Prendo 600 euro da precaria", racconta un'altra, "Ma poi cosa me ne faccio dei soldi, io voglio un lavoro" è il mantra collettivo. Senza illusione alcuna. La generazione senza futuro si ritrova squadernata in tutta la sua amarezza anche nelle fredde pagine ministeriali sul bunga bunga, e questo è in assoluto lo scoop dell'operazione, molto più dei traffici sessuali. Ragazze che invece di andare davanti ad Arcore col forcone a chiedere diritti vanno dentro Arcore in minigonna a chiedere quattrini, ma vi assicuro che la molla che le spinge è proprio la stessa. Lui è il pezzo grosso, lui è il responsabile in fondo della mia situazione, lui deve provvedere. E' chiarissimo questo pensiero sottostante. Ora qualche indignato sosterrà che c'è una bella differenza tra i bravi ragazzi che protestano sui tetti e le zoccolette del bunga bunga. Ah si? Beh, allora l'ingenuo è lui. Quando un'intera generazione di giovani viene privata di qualsiasi prospettiva ne succedono di ogni, per dirla in tema. I più acculturati protestano e progettano rivoluzioni, tutti gli altri cercano di sfangarsela con ogni mezzo a disposizione, e la raccomandazione, il leccaculismo, le cene sexy sono solo alcune delle tante strade che un giovane disperato può intraprendere per cercare di aprire qualche porta. E siamo solo alle prime battute: quando capiranno che non hanno futuro comunque, che è tutto comunque una lotteria, che la prostituzione fisica o intellettuale non porta a nulla, quali altre e più drammatiche opzioni sceglieranno? E no, al momento non scommetterei sulla rivoluzione.

Commenti

complimenti debora! sei fra le poche che in questi ultimi tempi non si fermano alla strumentalizzazione politica - squallida tanto quanto la vicenda stessa - di questa triste situazione. al contrario, hai inquadrato perfettamente la condizione dei giovani italiani, il loro disagio e la disperazione con cui cercano di costruirsi un futuro in un sistema che è marcio nelle sue fondamenta e non solo nelle sue figure pubbliche e di rappresentanza.
francesco, 21-01-2011 12:21

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