Liguria e Toscana si impegnano per salvare il Santuario dei Cetacei

Davanti agli attivisti di Greenpeace, i Presidenti delle regioni Liguria e Toscana hanno assunto l’impegno di tutelare le balene del Santuario dei Cetacei e le proprie coste, avviando un processo che entro la prossima estate deve portare allo sviluppo di piani concreti per salvare questo tratto di mare protetto.

Liguria e Toscana si impegnano per salvare il Santuario dei Cetacei
Dopo essere entrate in azione la mattina del 12 ottobre davanti al palazzo della Regione Liguria ed aver inviato una delegazione alla Regione Toscana per chiedere ai Presidenti di regione di salvare il Santuario dei Cetacei, gli attivisti di Greenpeace vestiti da balene sono stati ricevuti da Burlando e Rossi. Davanti alla consegna del rapporto Veleni a galla, pubblicato dall’organizzazione, che denuncia il crescente degrado del Santuario dei Cetacei, il Presidente Burlando si è impegnato a convocare entro fine novembre un tavolo istituzionale con le altre Regioni che si affacciano sull’area, Toscana e Sardegna, per fare il punto della situazione e sviluppare misure concrete contro l’inquinamento. Contemporaneamente, il Presidente della Regione toscana Enrico Rossi ha dichiarato di voler tutelare le risorse ambientali del Santuario confermando la sua disponibilità a partecipare al tavolo tecnico. Al tavolo saranno invitati anche il ministero dell’Ambiente italiano e i rappresentanti del Governo francese e del principato di Monaco firmatari dell’accordo che esattamente dieci anni fa istituiva il Santuario. Greenpeace e le altre associazioni ambientaliste saranno presenti come osservatori indipendenti. “Oggi, i Presidenti delle regioni Liguria e Toscana hanno assunto in prima persona l’impegno di tutelare davvero le balene del Santuario e le proprie coste, avviando un processo che entro la prossima estate deve portare allo sviluppo di piani concreti per salvare questo tratto di mare protetto - dichiara Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace Italia – è importante che le regioni la smettano di rimpallare la responsabilità sullo sfascio del Santuario al Ministero dell’Ambiente, agendo in prima persona”.

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