L'Iran taglia il petrolio a Spagna e Grecia, a rischio Italia e Germania

Con l'avvicinarsi della ripresa dei negoziati sul nucleare iraniano, che ci sarà il 14 aprile, Teheran ha deciso di tagliare le forniture di petrolio ad alcune nazioni Ue, per prevenire l'embargo previsto da luglio. Spagna e Grecia le prime - sebbene su quest'ultima influiscano i mancati pagamenti ai fornitori-, ma l'ipotesi si estende anche ad Italia e Germania.

L'Iran taglia il petrolio a Spagna e Grecia, a rischio Italia e Germania
Vuoi per motivi economici, vuoi per ragioni politiche, sembra proprio che l'Iran – quinto produttore mondiale di petrolio e terzo paese per riserve assolute dopo Arabia Saudita e Venezuela – sia intenzionato a tagliare buona parte delle proprie forniture di greggio al resto del mondo. La tv di stato iraniana Press Tv ha riferito, venerdì 6 aprile, che il governo di Teheran ha già tagliato le forniture alla Spagna e alla Grecia, mentre sta pensando di tagliare anche quella di Italia e Germania. La mossa è una risposta all'embargo petroliero deciso dalla Ue che dovrebbe entrare in vigore a partire da luglio e arriva in un momento particolare: alla vigilia della ripresa dei negoziati con il cosiddetto gruppo dei “5+1” (Usa, Gb, Francia, Cina Russia più Germania) sulla questione del nucleare iraniano. Le trattative riprenderanno infatti il 14 aprile. In quella data i rappresentanti del gruppo dei 5+1 si incontreranno con quelli dell'Iran ad Istanbul, in Turchia, come annunciato dalla responsabile della diplomazia dell'Ue, Catherine Ashton. La sede di Istanbul sembra confermata nonostante sia stata a lungo in sospeso per via dei rapporti tesi fra Teheran e Ankara, dovuti all'appoggio iraniano al regime siriano di Assad, condannato dalla Turchia. Nel caso dei tagli alla Grecia, in realtà, la questione è un po' più complessa. Oltre alle 'strombazzate' ragioni politiche, infatti, è probabile che abbiano influito ben più concrete motivazioni economiche. Le condizioni tragiche in cui versa l'economia greca impedisce ormai ad Atene di pagare i conti ai fornitori. L'Iran era stato, fino ad ora, uno dei pochi paesi che aveva continuato a rifornire di greggio la Grecia, visto che molte compagnie petrolifere occidentali, temendo inadempienze, avevano interrotto i rapporti commerciali con Atene. Ma dopo cinque mesi di mancati pagamenti anche Teheran ha mollato la corda, abbandonando la Grecia al suo destino. Il ministro del Petrolio iraniano, Rostam Ghassemi, citato dal sito specializzato Shana, ha confermato: "Al momento, l'Iran non vende più petrolio alla Grecia", sottolineando, con chiaro riferimento all'embargo voluto dai paesi europei, che "l'Iran non sta avendo alcun problema a vendere il suo petrolio e i suoi prodotti petroliferi". Purtroppo in una società fondata sul petrolio, sopravvivere senza di esso, e farlo da un giorno all'altro, è quasi impossibile. La questione dell'Iran è solo un caso, ma - vuoi per ragioni geopolitiche, vuoi per la sempre maggiore difficoltà nel reperire la risorsa - saranno sempre di più le nazioni che si ritroveranno a dover fare i conti con l'assenza dell'oro nero. Per questo sarebbe opportuno che le misure necessarie ad affrontare la crisi e a cambiare le proprie abitudini energetiche venissero prese fin d'ora.

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