Da Calcata (1978) alla Valsusa (2011), lettera aperta

Gli episodi di violenza verificatisi domenica scorsa durante la manifestazione nazionale contro il Tav in Val di Susa riportano alla mente di Paolo d'Arpini la carica dei celerini alla finta ricerca di Aldo Moro a Calcata nel 1978.

Da Calcata (1978) alla Valsusa (2011), lettera aperta
Ho dovuto soffermarmi qualche minuto davanti al piccolo schermo, per assorbire il significato recondito di alcune immagini e riportare alla mente un qualcosa di simile, vissuto nella realtà. Ho visto due bande di teppisti agghindati nei loro modi consueti, caschi e maschere, abiti uniformi e tetri, lanciarsi reciprocamente oggetti, scontrarsi e fuggire, inveire e poi rivoltarsi contro chi stava lì impotente ad osservare. Uomini dabbene, donne e bambini, persone semplici con i visi puliti, aggrediti – a detta del cronista – perché...? Non si sa, forse perché rappresentavano una verità scomoda, una poesia, un desiderio di vita senza pretese. Intanto le bande di teppisti sciamavano verso i boschi e deturpavano nella loro rincorsa tutto ciò che di sacro è la natura. Intanto la voce di un asettico narratore in televisione diceva: “Black blok, venuti da varie parti d’Europa, quasi tutti pluripregiudicati, professionisti della rivolta armata...”. Ma mentre osservavo le immagini scoprivo che la descrizione poteva anche coincidere con i gruppi violenti e compatti di 'forze dell’ordine' che avanzavano come arieti in branco, indossando elmi e corazze, disperdendo le donne, i bambini, gli amministratori dei paesi valsusini, gli anziani... tutti questi a viso scoperto… Mi sono rivisto nel 1978, durante la carica dei celerini alla finta ricerca di Aldo Moro a Calcata, gruppi di armigeri violenti che sfondavano porte e finestre di case qualsiasi che avevano la sola colpa di essere chiuse, che poi radunavano con violenza il popolo in piazza, spintonavano gli anziani, le donne, i bambini verso cellulari lasciati davanti alla bocchetta del paese, tutti stipati dentro, senza motivo, senza sapere perché, solo forse perché bisognava dare una dimostrazione di forza al popolo. Mi sono ricordato dei numerosi attentati avvenuti in Italia che son serviti come scusa al potere costituito per riaffermarsi con protervia, gli attentati stessi sembrava avessero una matrice nello stesso potere, stessi esplosivi usati dal potere, stessi metodi, insomma due fazioni apparentemente ostili, in realtà affini e contigue, con il solo scopo di intimorire e stringere la cinghia attorno al collo di armenti indifesi, la gente perbene… Gente che non ha altri scopi se non la voglia di vivere in pace nel proprio ambiente. Paolo D’Arpini
Circolo Vegetariano VV.TT. - Via Sacchette, 15/a - Treia (Macerata)

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