Contro l'industria delle pellicce, domenica manifestazione nazionale

Domenica 12 Dicembre a Firenze dalle 15.00 alle 19.00 si terrà una manifestazione nazionale contro l'industria della pelliccia a cui hanno aderito in totale 24 associazioni animaliste. In Piazza della Repubblica e lungo le vie del centro, su un maxischermo di 12 mq posizionato su un furgoncino, verrà proiettato un filmato che avrà lo scopo di informare i consumatori sul 'vero costo' delle pellicce.

Contro l'industria delle pellicce, domenica manifestazione nazionale
"Contrari ad ogni discriminazione fondata sulla razza, sul sesso o sulla specie, abbiamo indetto una manifestazione nazionale contro l'industria delle pellicce", dichiara il portavoce del portale La vera bestia Damiano Gori. Questo appuntamento nasce dalla volontà di lottare contro ogni logica di sfruttamento di tutti gli esseri viventi. Trattare un animale come un oggetto da utilizzare per trarre profitti economici significa calpestare i suoi diritti. L'industria della pelliccia viola almeno i primi cinque articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale, proclamata nel 1978 presso la sede dell'UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization). Questo documento redatto dalla LIDA (Lega Internazionale dei Diritti dell'Animale) e sottoscritto da numerose personalità del mondo scientifico, giuridico e filosofico, suggerisce agli individui uno stile di vita che rifiuti il consumismo, lo sfruttamento delle risorse e lo spreco. La Dichiarazione sul piano giuridico vuole tutelare i diritti degli animali e porli come soggetti senzienti, dotati di intelligenza, capaci di soffrire fisicamente e psicologicamente. L'articolo 2 della legge 189/2004 "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali" recita: "È vietato utilizzare cani e gatti per la produzione o il confezionamento di pelli, pellicce, capi di abbigliamento e articoli di pelletteria costituiti od ottenuti, in tutto o in parte, dalle pelli o dalle pellicce dei medesimi, nonché commercializzare o introdurre le stesse nel territorio nazionale". La manifestazione ha lo scopo di denunciare l'industria della pelliccia che, non solo viola i principi della dichiarazione e l'articolo della legge suddetta, ma compie dei veri e propri abusi sugli animali per trarne degli utili e per soddisfare il peggiore difetto dell'uomo: la vanità. Ma costui è consapevole del 'vero costo' della pelliccia? Circa 200 milioni di animali ogni anno muoiono per appagare un effimero desiderio dell'uomo. Gli allevamenti sono dei veri e propri lager. Gli animali vengono stipati in gabbie minuscole e alimentati innaturalmente, senza tener conto delle caratteristiche della specie. Non possono muoversi - perché un movimento sbagliato potrebbe rovinare la pelliccia dell'animale - e le gabbie hanno il pavimento di rete metallica che provoca lesioni alle loro zampe. A causa della cattiva gestione degli allevatori, gli animali reclusi presentano inevitabilmente disturbi psichici: manifestano comportamenti aggressivi (normalmente perché hanno paura), ripetono movimenti in maniera quasi ossessiva (come ad esempio girare su se stessi) a causa del forte stress emotivo, presentano apatia perché privati degli stimoli esterni, diventano pazzi e isterici a causa dell'isolamento che li porta a provocarsi delle lesioni sul corpo o ad automutilarsi. In alcuni allevamenti gli animali vengono esposti per tutta la stagione invernale al freddo al fine di infoltire la loro pelliccia. Le tecniche di uccisione sono varie: gas, soffocamento, scosse elettriche, annegamento, tagliole piazzate nei boschi (spesso le vittime di queste trappole sono mammiferi non utilizzabili per le pellicce), rottura delle ossa cervicali, bastonate in testa e scuoiamento dal vivo (come avviene per i piccoli e indifesi cuccioli di foca uccisi davanti alle impotenti mamme). Qualunque sia la tecnica usata dall'uomo, quest'ultimo ha un solo e unico pensiero: proteggere la pelliccia incurante delle sofferenze provocate all'animale. In Italia, come abbiamo appreso dalle legge 189/2004, è illegale commercializzare capi d'abbigliamento con pelli e pellicce di gatto o cane. Ma come possiamo essere sicuri che la nostra pelliccia non sia di cane o gatto dal momento che non è obbligatorio specificare nell'etichetta l'animale utilizzato ma solo scrivere semplicemente "vera pelliccia"? Non possiamo avere certezze. Se il prezzo è particolarmente economico e proviene da produttori cinesi potremmo incappare più facilmente in una pelliccia di cane o gatto. Sapere se un capo d'abbigliamento è fatto con una specie animale piuttosto che con un'altra ha sicuramente una rilevanza penale visto che esiste una legge in Italia che ne vieta la produzione e il commercio, ma dal punto di vista etico è praticamente indifferente. Perché vietare le pellicce di cane o gatto e non le pellicce in generale? Le altre specie sono meno preziose dei nostri amici d'affezione? L'industria della pelliccia sicuramente è la più attaccata dal mondo animalista, ma negli ultimi anni anche molti ambientalisti si sono uniti alla protesta. Questo settore è altamente impattante. Il fenomeno è maggiore soprattutto nelle zone in cui le industrie conciarie sono soprattutto concentrate: le popolazioni vicine alle industrie avvertono in modo significativo l'inquinamento da conceria. Pensiamo a quante sostanze chimiche e cancerogene vengono immesse nell'ambiente: le pellicce vengono tinte sia per ottenere diverse sfumature di colore sia per uniformare i colori originali. Pensiamo al notevole consumo idrico. Una delle operazioni che precede la concia, chiamata rinverdimento, consiste nell'immergere le pelli in vasche in cui l'acqua pulita deve scorrere continuamente affinché alle pelli essiccate venga restituita l'acqua stessa. Inoltre, come per gli altri allevamenti intensivi, i reflui degli animali vanno ad inquinare le acque e l'aria circostante; le deiezioni ricche di composti azotati riversate nell'ambiente sono decisamente inquinanti. Per non continuare ad essere complici dell'inutile massacro e per non gravare su un ecosistema già fortemente compromesso, gli organizzatori e le associazioni che hanno aderito invitano tutti coloro che trovano aberrante l'industria della pelliccia e che rifiutano ogni forma di discriminazione verso animali umani e non umani, a prendere parte all'evento, lasciando a casa slogan, bandiere, affinché questa manifestazione sia assolutamente pacifica e non violenta.

Commenti

Poter ridurre il consumo di carne animale ( che tra l'altro è nociva facendone un uso costante ) è sicuramente un beneficio alla popolazione relativo alla salute, ma purtroppo non sono pubblicizzate le altenative ( cereali, tofu, ecc) e così le persone ricorrono alla solita bistecca. Sarebbe interessante promuovere delle informative a livello nazionale con incontri, volatini bochure ecc.con i commenti dei medici. Maria Di Domenicantonio
Maria Di Domenicantonio, 12-12-2010 03:12

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