Mondiali e grandi opere: la rovina sul Brasile martoriato

I Mondiali di calcio imperversano in Brasile, paese in cui ancora tante, troppe persone vivono in condizioni disperate. Mai scelta fu più nefasta. Con la scusa che il maledetto Pil aumenterà di qualche zero qualcosa si sono spesi fiumi di denaro pubblico per un evento che poteva di certo essere risparmiato, soprattutto in un paese alle prese con ben altri problemi che non organizzare un mondiale di calcio.

Mondiali e grandi opere: la rovina sul Brasile martoriato

Ma ormai è un classico, qualsiasi governo cade nella trappola della crescita a tutti i costi, investono somme enormi nei mega eventi, nelle grandi opere e pensando che attraverso tutto ciò si arrivi come per magia ad un miglioramento delle condizioni di vita della gente. Ma è evidente a chiunque che spendere miliardi di euro per costruire o ricostruire stadi e infrastrutture dalla dubbia utilità, non porta di certo benefici a chi lotta ogni giorno con la fame o per non essere ammazzato da qualche pallottola in un paese come il Brasile dal tasso di omicidi altissimo. Si usa uno sport popolare, una passione diffusa per speculare, lucrare e arricchirsi da parte delle multinazionali dello sport e dei tanti personaggi senza scrupoli che girano attorno al mondo del calcio.

Quante miriadi di piccole opere utili  potevano essere fatte per migliorare realmente la situazione dei tanti indigenti del Brasile, quanta energia, tempo, lavoro, soldi potevano essere investititi per dare dignità, autosufficienza, alimentazione. Non si sarebbe stati per un mese la vetrina del mondo? E chissenefrega se si fosse fatto il bene e l’utile per milioni di persone che ora difficilmente troveranno risposte ai loro problemi con un gol dei calciatori brasiliani.

Le proteste contro questo vergognoso spreco di risorse sono sacrosante ma la politica è sorda, muta e cieca. Come se poi non bastasse questo scempio, il Brasile raddoppierà la sciagura con l’organizzazione delle Olimpiadi nel 2016 . Pare che non sia servito a nulla nemmeno sapere che uno dei motivi dell’innesco della crisi greca fu proprio l’organizzazione delle Olimpiadi.

Nell’inaugurazione del Mondiale la presidente del Brasile Dilma Roussef ha dimostrato di credere ancora alla storiella per cui crescere porterà benefici anche agli ultimi, ormai sono favole, crescere in questa maniera abnorme, megalomane e abbagliante può solo rispecchiare la propria incapacità politica facendo finta che montagne di cemento e lamiere possano cambiare qualcosa. Non è certo facendo gli interessi dei grandi gruppi, delle multinazionali che si aiuta la povera gente, le due cose sono profondamente in contraddizione e alla fine oltreché le persone, l’altra solita vittima è quella dell’ambiente sfruttato e saccheggiato in nome del profitto e della crescita anche e soprattutto dalla cosiddetta sinistra che quando è al governo non è da meno della destra nell’inseguire il mito del progresso che di progresso non ha nulla.

A rullo compressore si asfalta tutto quello che si trova sul cammino, cosa importa dei miserabili, dell’Amazzonia, delle popolazioni indigene, il progresso non contempla alcun ostacolo fra sé e il baratro dove finirà.

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