Neve e gelo. Quando la natura diventa 'una drammatica calamità'

"Nel linguaggio giornalistico la pioggia e la neve, abbandonata la loro natura di fenomeni atmosferici facenti parte dei cicli stagionali, si sono trasformati in eventi catastrofici contro i quali occorre guerreggiare con furia belluina". Cosa ci è successo se interpretiamo dei fenomeni naturali come eventi stra-ordinari da cui difendersi?

Neve e gelo. Quando la natura diventa 'una drammatica calamità'
In questa sorta di post-modernismo decadente che permea la babelica cacofonia delle nostre giornate, i cortocircuiti logici ed i controsensi più non si contano, come foglie elicate sulle fronde degli alberi semplicemente fanno parte del paesaggio e non ci resta altra strada che quella di osservarli basiti, magari dopo averli conditi con un po’ d’ironia. Il rapporto di belligeranza con il clima, ritenuto per molti versi un ferale nemico da combattere senza pietà, è senza dubbio indicativo del livello di scollamento ormai raggiunto fra l’uomo e l’ambiente in cui vive, nonché fra i fumi della fantasia e le coordinate della realtà. Grazie alla complicità dell'informazione spazzatura, incline al sensazionalismo che si traduce in ascolti/lettori, ai ritmi sempre più ipercinetici del peregrinare umano e alla scomparsa del Cynar dalle nostre tavole, il clima è diventato qualcosa di drammatico che alligna sopra le nostre teste, in attesa del momento buono in cui stravolgere le nostre vite, sconvolgendo quei ritmi che rappresentano il dogma primo della società 'crescita e sviluppo'. Nel linguaggio giornalistico la pioggia e la neve, abbandonata la loro natura di fenomeni atmosferici facenti parte dei cicli stagionali, si sono trasformati in eventi catastrofici contro i quali occorre guerreggiare con furia belluina…. I temporali si sono trasformati in bombe d’acqua, le nevicate in apocalissi bianche, le irruzioni fredde in feroci invasioni del gelo e perfino gli anticicloni hanno assunto la connotazione di camere a gas dentro le quali asfissiare, respirando polveri fini ed ultrafini. Così una nevicata, come quelle di questi giorni, cessa di essere spettacolo per anime candide, trasformando l’estasi dei bambinetti (e dei grandi) con il nasino all’insù e dei fotografi impegnati ad immortalare la natura che trasmuta ad arte, per diventare drammatica calamità, sciagura infinita, terribile catastrofe alla quale non si è saputo porre rimedio nei modi e nei tempi dovuti. Abbiamo costruito una 'civiltà' dove il cemento ha sostituito la terra ed incamerato i fiumi, milioni di forzati del pendolarismo necessitano di coprire quotidianamente centinaia di km in auto o in treno per riuscire in qualche modo a campare la famiglia, le città somigliano a mostri tentacolari vincolati all’imperativo del moto perpetuo. Camion, auto, autobus e treni devono continuamente correre sui nastri d’asfalto e sulle rotaie, le ciminiere delle fabbriche devono garantire la produzione, le scuole restare aperte per adempiere alla loro funzione di nursery, le partite di calcio svolgersi la notte per tutelare i profitti delle pay tv, gli ingranaggi girare e girare, senza ghiacciarsi mai, perché il tempo è denaro ed il ghiaccio solo un ostacolo. Non c’è tempo per nasi all’insù e occhi che si perdono sui panorami decorati dalla galaverna, non c’è tempo per essere, perché bisogna fare. Spalate, rimuovete, caricate la neve sui tir e portatela in una discarica, salite sul treno del mattino e non appiccicatevi al finestrino che tanto non c’è nulla da vedere. Ancora un po’ di pazienza, il progetto di controllo del clima è quasi terminato e fra un po’ avremo vinto la battaglia. Pioverà e nevicherà quando e come decideremo noi, con buona pace dei nasi all’insù e della fantasia, ma grande aumento della produttività che in fondo rappresenta il nostro vero scopo nella vita. Tratto da Il Corrosivo

Commenti

gran bell'articolo. lo condivido pienamente! sono una delle rare persone che apprezza tutte le manifestazioni climatiche e si adatta di conseguenza. un solo piccolo appunto: il controllo del clima da parte dell'uomo è già una realtà, una triste realtà! misconosciuta dai più ma reale. allego un link, qualora il problema sia non conosciuto da chi ha redatto l'articolo: http://riprendiamociilpianeta.it/ angiola petrella
angiola, 08-02-2012 07:08
Complimenti per l'articolo, sono d'accordo! La neve è un momento per fermarsi e vivere il presente in un'atmosfera ovattata! Vorrei aggiungere una riflessione: in questi giorni ho letto delle varie iniziative dei comuni per scongiurare i "disagi" ma uscendo di casa ho notato molta preoccupazione nel tenere le carreggiate pulite e nessun intervento per i marciapiedi ghiacciati, le muraglie di neve /ghiaccio tra questi e la carreggiata e le conseguenti manovre per parcheggiare sopra cumuli di neve. A parte lo scarso senso della logistica (come arrivo dal portone di casa alla macchina? dove la parcheggio se non su montagne di neve?), quello che più mi ha avvilito è stato vedere come non siamo capaci di valutare le priorità nelle nostre vite, è più giusto che le automobili possano circolare senza problemi mentre le persone possono tranquillamente fare scivoloni per terra!
vale, 10-02-2012 01:10

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