Il pensiero che conta

"Dite al destinatario anche quello che avreste voluto regalargli, che gli sarebbe andato perfettamente. Quello è il pensiero dell’altro che vi siete fatti, del modo in cui lo vedete anche quando non lo guardate, in cui lo ascoltate senza sentirlo parlare". È quello il pensiero che conta.

Il pensiero che conta
Nel lavoro che faccio si parla poco, e si osserva e ascolta molto. Si ascoltano le voci e i suoni. Si ascoltano anche i minimi sibili, i sospiri, la infinitesima porzione di quella che non arriva ad essere una nota. Si guardano le bocche semiaperte e gli sguardi che girano al momento sbagliato, la luce che cambia, il fuoco mancato. È un lavoro che rende sensibili. Apparentemente, almeno in superficie. E ieri col mio collega ci siamo salutati e scambiati gli auguri. Ma poi lui ha tirato fuori, a sorpresa, un sacchetto rosso con sopra un istituzionalissimo Babbo Natale. Dentro c’era un pulisci schermo, a forma di fantasma, color oro, che smontandosi in due pezzi nascondeva anche una spazzola per i tasti. E si è scusato per il colore, che non era lo stesso del computer. Io ero proprio contenta, e sarebbe già stato così un bel pensiero. Se non avesse aggiunto che lui avrebbe voluto comprarmi un quaderno, per non disimparare a scrivere su carta e con la penna. Ma siccome non ne aveva trovato uno abbastanza bello, diverso dalle eleganti Moleskine, che alla fine sono lo stesso un’omologazione, allora aveva preferito un’altra cosa. Questo quaderno era il pensiero. E quello per me è stato il suo vero regalo. Che cosa ne sapeva lui del fatto che mi piacciono tanto i quaderni e anch’io ne sono andata in cerca per anni, che una volta ci scrivevo i resoconti dei viaggi, e gli appunti per strada, ci attaccavo i biglietti dei tram e dei musei, disegnavo ciglia di ragazze, bocche, profili e finestre illuminate? Ne ho qualcuno nell’armadio, regalato da chi mi conosceva bene. Insomma, invece del biglietto, magari accanto al regalo che non riuscirete a non fare, metteteci un pensiero. Dite al destinatario anche quello che avreste voluto regalargli, che gli sarebbe andato perfettamente. Quello è il pensiero dell’altro che vi siete fatti, del modo in cui lo vedete anche quando non lo guardate, in cui lo ascoltate senza sentirlo parlare. E forse lui non se lo aspetta di essere ascoltato e visto così sensibilmente, non ricorda più di esserlo stato, non ci pensa mai che potrebbe esserlo ancora. Quello è il pensiero che conta.

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