Acqua: Roma in frenata sulla privatizzazione. Nel Lazio parte il referendum

Sono tanti i segnali istituzionali ricevuti da Alemanno per fermare la decisione di vendere il 21 per cento delle quote azionarie di Acea, la ex-municipalizzata romana che gestisce il servizio idrico. Dopo la sentenza del 20 luglio della Corte costituzionale, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dalle opposizioni capitoline. Al sindaco di Roma ha scritto persino il Comune di Corchiano. Intanto, parte dal basso un referendum per presentare una proposta di legge per una gestione pubblica e partecipata dell'acqua nel Lazio.

Acqua: Roma in frenata sulla privatizzazione. Nel Lazio parte il referendum
La sentenza della Corte Costituzionale del 20 luglio non è stata l'unica mossa ad ostacolare il tentativo della giunta Alemanno di vendere il 21 per cento delle quote azionarie di Acea, la ex-municipalizzata romana, al fine di indebolire la gestione pubblica della risorsa idrica facendo passare le quote del Comune dall'attuale 51 per cento al 30. Poco dopo, il 24 luglio, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dalle opposizioni contro il Comune di Roma stabilendo così che queste devono poter discutere gli ordini del giorno e opporsi al provvedimento secondo quanto prevede il regolamento comunale, e che quindi potranno proseguire con le contestazioni alla delibera in questione, su cui chiedono di fare marcia indietro e contro cui sono stati presentati centinaia di emendamenti e attivate iniziative di piazza in collaborazione con i movimenti cittadini. Al Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha scritto persino il consiglio comunale di Corchiano, il comune virtuoso in provincia di Viterbo che nel 2010 ha vinto il premio assoluto Comuni a cinque stelle. "Il tema dell'acqua e della sua gestione è uno di quelli che, per le sue caratteristiche e per le profonde implicazioni di carattere simbolico e culturale, è fondamentale per ogni comunità - si legge nella lettera indirizzata dai consiglieri corchianiani al primo cittadino romano -. Nella nostra esperienza di amministratori pubblici e di persone impegnate nella diffusione delle buone pratiche di sostenibilità ambientale e sociale abbiamo constatato come sulla fondamentale questione della gestione delle risorse idriche le donne e gli uomini di questo nostro Paese siano molto attenti, sensibili e attivi. L’acqua, il bene comune più comune di tutti e tra tutti, essenziale per la vita, non può che essere salvaguardata, anche e soprattutto attraverso una corretta e sana gestione pubblica". "Il nostro impegno nel Coordinamento nazionale degli Enti locali per l'acqua bene comune e la gestione pubblica del servizio idrico - continua la lettera - ci ha portato poi a conoscere e condividere sensibilità, timori e idee inerenti al governo delle risorse idriche. In particolare, la nostra comunità, una piccola realtà viterbese di quattromila abitanti situata tra Roma e il capoluogo della Tuscia, in questi ultimi anni ha visto emergere una grande voglia di partecipare alla vita pubblica da parte dei cittadini. Cittadinanza attiva, responsabile e protagonista nel vero senso del termine, che, al di là di qualsiasi appartenenza politica, si è mostrata desiderosa di affermare il principio dell'acqua come bene comune privo di rilevanza economica". Gli amministratori di Corchiano spiegano di aver "condiviso modalità di promozione e valorizzazione dell'acqua pubblica, anche attraverso nuove pratiche, nuovi e simbolici luoghi di relazioni della comunità (Case dell'acqua, campagna caraffa nelle mense), con conseguenti modifiche ai nostri stili di vita e con un rinnovato orgoglio di un abitare consapevole e partecipato". "L'acqua è uno straordinario elemento simbolico e identitario. La sua corretta gestione crea comunità, abbatte barriere culturali, garantisce la coesione sociale. Come responsabili del governo di prossimità, siamo chiamati a riaprire la discussione e il confronto su un nuovo modello di pubblico, basato sulla condivisione, sul controllo democratico e sulla partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali.
Inoltre, abbiamo il dovere di impegnarci perché questo prezioso bene comune possa essere restituito alla gestione condivisa dei territori, in quanto l’acqua è una risorsa da custodire e tramandare alle future generazioni. Anche perché non dimentichiamo che le società politiche, più o meno organizzate, sono sorte proprio sul controllo e sulla gestione delle fonti e dei bacini idrici. Liberalizzazioni e privatizzazioni dei servizi pubblici essenziali compromettono l’esistenza stessa delle comunità come luoghi dell’abitare" si legge sempre nella lettera indirizzata ad Alemanno. Per chiudere, gli amministratori di Corchiano richiamano l'articolo 75 della Carta costituzionale e l'esito dei referendum di giugno e in base a questi invitano il Sindaco "a riconsiderare la scelta di vendere il 21% delle quote azionarie del capitale di Acea. Te lo chiediamo per non restringere ancora di più lo spazio della decisione pubblica e del controllo comunale su un bene strategico, soprattutto in un momento di grave crisi economica e sociale come quello che stiamo attraversando. Nella speranza che la nostra lettera possa suscitare elementi di riflessione e aprire un confronto sul governo dei beni pubblici, ti porgiamo i nostri più cordiali saluti". Nel frattempo i cittadini hanno fatto partire dal basso un referendum per l'acqua pubblica nel Lazio. L'obiettivo principale della raccolta firme è quello raccogliere entro il 15 settembre 50mila firme e di presentare in Regione una proposta di legge per la gestione pubblica e partecipata del servizio idrico, nel pieno rispetto degli esiti referendari. Si tratta dell'ennesima volta in cui i cittadini si assumono l'impegno "per contrastare i disegni di legge finora circolati in Regione, che mirano invece a definire il servizio idrico come servizio di rilevanza economica" e che tuttavia viene percepita ancora come un'istanza nuova all'interno del panorama politico istituzionale. "Lo scorso 20 luglio la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l'articolo 4 della 'manovra di ferragosto' con la quale, a soli due mesi dai referendum di giugno 2011, il Governo Berlusconi calpestava la volontà popolare reintroducendo la privatizzazione dei servizi pubblici locali" ricorda il comitato promotore dell'iniziativa in una nota. "Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti che andavano nella stessa direzione privatizzatrice. Il 24 luglio il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate nell'assemblea capitolina dalla maggioranza di Alemanno. Di fatto, viene bloccata la vendita del 21% delle quote di Acea". Vittorie importanti, spiega sempre il comitato "per la democrazia di questo Paese, e un prezioso contributo per tutti i territori impegnati nella ripubblicizzazione del servizio idrico". Adesso, ricorda il comitato, c'è bisogno di uno sforzo in più "da parte di tutti e tutte, affinché la straordinaria vittoria di giugno scorso trovi la sua giusta e piena attuazione". CLICCA QUI PER FIRMARE E DIFFONDERE LA PROPOSTE DI LEGGE Fonti: Comune di Corchiano, Comune di Roma, Comitato promotore per il sì al referendum propositivo acqua Lazio LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI SULL'ACQUA PUBBLICA

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