Qualità dell'aria, Italia primato negativo in Europa

Stando ai dati raccolti dall'Agenzia Europea per l'Ambiente, e poi elaborati dall'Istat, sulla qualità dell'aria nelle città, quello dell'Italia in Europa sembra essere chiaramente un primato negativo. Nelle città dello stivale si continua a respirare una brutta aria, tanto che tra le 30 più inquinate d'Europa, 17 sono proprio italiane.

Qualità dell'aria, Italia primato negativo in Europa
La notizia che fra le 30 città più inquinate d'Europa 17 siano italiane (dati raccolti dall'Istat attraverso il database Airbase dell'Agenzia europea per l'ambiente) non sembra avere stupito molto. A testimoniarlo è un rapporto che prende in considerazione i dati della qualità dell'aria tra il 2004 e 2008, ripresi da Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità in occasione della settimana europea della mobilità. I dati sono circolati su molti giornali e blog, ma non hanno sorpreso i cittadini italiani che, nella maggior parte dei casi, in mezzo allo smog ci vivono dalla mattina alla sera. Nella classifica europea di città con le peggiori condizioni per quanto riguarda smog ed inquinamento atmosferico sono due le italiane che si trovano 'sul podio': si tratta di Torino e di Brescia, le quali seguono la capolista, la città di Plovdiv, in Bulgaria. Subito dopo, al quarto posto, Milano, seguita da Sofia. Napoli è invece in testa per quanto concerne la concentrazione di biossido di azoto, una delle principali cause delle piogge acide, a loro volta fra le responsabili dell’acidità dei terreni e del degrado dei monumenti. Anche tra le prime 30 città europee più inquinate da Pm10, 11 sono italiane: Torino (quarta con più di 100 giorni di superamento del limite), Milano, Brescia, Padova, Modena, Bergamo, Pescara, Napoli, Venezia, Rimini e Reggio Emilia, con un numero di giorni di superamento maggiore di 50. Le più virtuose d’Europa, invece, secondo il Rapporto Airbase sono Tallinn in Estonia, Stoccolma, Lund e Malmoe in Svezia. In fondo alla classifica delle 221 città esaminate, anche alcune grandi capitali dell’Unione, fra cui Londra (108ma), Berlino (119ma), Parigi (127ma) e Roma al 181esimo posto. La cosa più sorprendente è che, nonostante i pessimi risultati, Torino e Milano mostrano segnali di miglioramento, con le rispettive 178 e 155 giornate di superamento dei limiti consentiti nel 2006 e nel 2005, che nel 2008 sono scese a circa 100. Un miglioramento sì, ma ben lontano dallo scendere al valore limite di 35 giornate. Siamo quindi ben lungi dal ridurre considerevolmente l’inquinamento atmosferico. Molti cittadini continuano a preferire l’auto o, sempre più spesso, lo scooter. Molte amministrazioni, invece, ad investire su opere che non possono che aumentare il traffico cittadino e, quindi, il suddetto inquinamento. Polveri sottili, smog, piogge acide sopra la media nella maggior parte dei giorni. È soltanto una questione di scarsità dei mezzi pubblici o è anche una cronica indisposizione ad utilizzarli anche quando se ne hanno a disposizione? È una mancanza di risorse o è una questione, ancora una volta, di incanalamento delle stesse verso le soluzioni meno sostenibili per l’ambiente e, soprattutto, per la cittadinanza? In Italia tira davvero una brutta aria, se si considerano gli investimenti nelle grandi città che potrebbero, o dovrebbero, interessare la mobilità sostenibile. Uno dei migliori esempi di ciò è probabilmente il tunnel di Gattamelata a Milano, che riverserà nel nuovo complesso di CityLife (il progetto di riqualificazione del quartiere storico della Fiera Campionaria, per il quale sono previsti circa 8500 parcheggi) una parte consistente del traffico proveniente dalle autostrade del nord (in particolare Milano-Laghi e Milano-Venezia) diretto in città su via Gattamelata, appunto, e sulle vie adiacenti. Un’opera alla quale un gruppo di cittadini, per lo più residenti nella zona interessata, si sta opponendo con tutte le forze, ma che è fortemente voluta dall’amministrazione di una città, Milano, che nonostante si consideri una grande metropoli europea, si trova ad avere ancora solo tre linee di treni metropolitani (primato italiano, comunque). Le città italiane ed i loro cittadini hanno urgentemente bisogno di soluzioni al problema del traffico. Soluzioni che non possono più consistere di misure orientate ad agevolare il transito di automobili - considerando il fatto che in Italia abbiamo il numero di auto pro-capite più alto d’Europa (e secondo solo a quello degli Stati Uniti a livello globale) -, ma che portino ad un aumento della presenza e dell'efficienza dei mezzi pubblici e, possibilmente, ad una crescente sostenibilità degli stessi. Una questione da tenere bene presente come cittadini e come elettori, in questi periodi di campagne elettorali anticipate. Ed ancor più al momento del nostro (ennesimo) voto.

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