'No' alla rete radar anti-migranti nel mare del centro-sud

Da Sicilia, Sardegna e Puglia arriva il 'no' netto all'installazione della rete radar anti-migranti prevista dal programma quadro dell'Unione Europea contro i flussi migratori e finanziato dal Fondo europeo per le frontiere esterne. Un'opera che, oltre a danneggiare l'ambiente e la salute dei cittadini, infrangerebbe sogni e speranze di migliaia di migranti.

'No' alla rete radar anti-migranti nel mare del centro-sud
I primi a protestare erano stati i siracusani, che avevano visto sorgere da un giorno all'altro un grosso traliccio alto 36 metri sul promontorio del Plemmirio, nota meta turistica della Sicilia sud-orientale e area marina protetta. La gigantesca struttura doveva servire ad ospitare uno dei diciotto sofisticati radar EL/M-2226 ACSR (Advanced Coastal Surveillance Radar) previsti dal programma quadro dell'Unione Europea contro i flussi migratori e finanziato dal “Fondo europeo per le frontiere esterne”, gestito dall'agenzia Frontex. Una sorta di muro elettromagnetico a protezione della 'Fortezza Europa', del costo di oltre 5 milioni di euro. Questa Rete di sensori radar di profondità per la sorveglianza costiera verrà installata nelle località marine del centro-sud Italia e verrà ad integrare il sistema di comando e controllo della Guardia di Finanza. Secondo i vertici delle Fiamme Gialle la rete radar in questione avrà lo scopo precipuo di prevenire l'immigrazione clandestina, i traffici illeciti di armi e stupefacenti, la pesca illegale, il contrabbando fino agli attacchi terroristici. Dalla Elta System, la società bellica israeliana produttrice, fanno sapere che il raggio ha una portata di oltre 50 chilometri ed è in grado di individuare fino a 100 imbarcazioni, anche di piccole dimensioni come gli scafi o i gommoni, e di distinguere gli obbiettivi in leciti o illeciti, in network con altri tipi di sensori installati su imbarcazioni navali, aerei ed elicotteri. L'appalto per la distribuzione è stato vinto dall'unica azienda partecipante, la romana Almaviva. Con un fatturato annuo che solo nel 2010 sfiorava gli 865 milioni di euro, vanta 36 sedi in Italia, una in Tunisia, tre in Brasile e una in Cina. E non è nuova al governo italiano. Infatti oltre ad aver collaborato alla realizzazione del cosiddetto “permesso di soggiorno elettronico”, la società è impegnata in diversi progetti del Ministero dell'Interno e degli Esteri e persino della Nato. L'installazione del mostro ad alta frequenza non è piaciuta per niente agli abitanti della Penisola Maddalena, di Ortigia, di Fanusa, di Arenella, e di Ognina, le aree interessate dall'azione del radar, peraltro minimamente interpellate dagli enti locali preposti. Le onde risulterebbero infatti estremamente pericolose per l'uomo, la fauna e la flora. Nei mesi scorsi l'associazione Plemmyrion si è battuta strenuamente contro l'installazione del radar attraverso sit-in, manifestazioni, petizioni sul web, ottenendo alla fine dal Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, non a caso siracusana, il trasloco del temuto radar. È stata poi la volta della Puglia. Il sito prescelto si trova a pochi passi dal Parco costiero regionale Otranto-Santa Maria di Leuca. Qui la sospensione dei lavori è arrivata direttamente dal Tar di Lecce che, dopo il ricorso di Legambiente, con un decreto del 16 giugno ha sospeso l'efficacia del provvedimento comunale che autorizzava i lavori di installazione del radar costiero di profondità in località "Sciuranti" di Gagliano del Capo. È ora la volta della Sardegna. Qui i siti individuati sono ben 4: Capo Pecora nel Comune di Fluminimaggiore, Capo Sperone (Sant’Antioco), Punta Foghe (Tresnuraghes) e all’Argentiera nel comune di Sassari, ed altrettanti sono i comitati 'No radar' che si sono costituiti, uno per ogni luogo. “Stiamo presidiando i siti prescelti 24 ore su 24. Il nostro scopo è sensibilizzare la popolazione sui reali pericoli per la salute e l'ambiente. Siamo disposti a tutto pur di proteggere il nostro territorio”, ci spiega Antonello Tiddia, 'No radar' della prima ora. In molti hanno visto in questo nuovo intervento un ulteriore militarizzazione di un territorio che già supporta i due terzi delle installazioni militari di tutta la penisola. Tanto più se si pensa che, solo un mese fa, la Procura della Repubblica di Lanusei ha disposto il sequestro del poligono di Quirra, a causa dell’alta incidenza di malattie tumorali nelle aree situate nei pressi della struttura militare, provocate, secondo le prime indagini, proprio dall'esposizione alle onde elettromagnetiche dei radar militari. Come per la Sicilia e la Puglia anche qui il copione sembra essere lo stesso: iter burocratico lampo e autorizzazioni concesse con sorprendente velocità, assenza di una qualsiasi forma di concertazione con la popolazione interessata, mancanza di studi accurati sull'impatto elettromagnetico dei radar al fine di fornire le indispensabili garanzie necessarie per la salvaguardia della salute umana. Si parla infatti di microonde comprese tra i 300Mhz e i 300Ghz, ben oltre quindi i limiti di esposizione previsti dalle direttive comunitarie e nazionali. Non piace inoltre l'idea di 'Fortezza' che richiama alla mente i respingimenti e le migliaia di vittime del Canale di Sicilia. Ed infine la loro collocazione: in tutti i casi si tratta di aree di alto valore paesaggistico, archeologico e ambientale. E, last but not least, una resistenza popolare ben organizzata e coordinata, che rivendica compatta il diritto di essere informata ed interpellata e di poter scegliere su questioni riguardanti il proprio territorio e il proprio futuro.

Commenti

IN FONDO AL TACCO DI PUGLIA C'È GIÀ IL MEGARADAR DI OTRANTO CHE INFINITI LUTTI ADDUSSE AI SALENTINI .CHE BISOGNO C'È DI RADDOPPIARE LE EMISSIONI? NON SPRECATE SOLDI CHE GIA CI AMMALIAMO COSÌ.
surfgigi, 07-07-2011 09:07
Beata ignoranza! Le ricordo sig.ra Valente che 300 mhz non ricadono nelle micronde, esattamente la lunghezza d'onda è pari a 1 metro(1000000 micrometri). secondo appunto: non c'è nessun emettitore radar in grado di arrivare a 300 Ghz. Questo articolo è fazioso e pieno di inesattezze. forse è meglio che faccia cronaca non romanzi.
Claudio, 08-07-2011 08:08
Dimenticavo: le normative sulla sicurezza si riferiscono alla potenza non alla frequenza! quindi......
Claudio, 08-07-2011 08:08

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