La terra svuotata. Il futuro umano dopo l'esaurimento dei minerali

"Abbiamo estratto come mai nelle ere precedenti, abbiamo letteralmente prosciugato il pianeta senza preoccuparci del futuro, estinto intere specie, mutato drasticamente l'ambiente e l'equilibrio del nostro ecosistema e siamo sommersi dai nostri rifiuti. Riusciremo ad affrontare le sfide di un imminente futuro in cui i combustibili finiranno?". Ugo Bardi nel suo libro La Terra svuotata ricostruisce la storia dell'attività mineraria umana, dall'età della pietra all'era del petrolio.

La terra svuotata. Il futuro umano dopo l'esaurimento dei minerali
“Per arrivare a gestire il nostro pianeta in modo sostenibile, quello che ci occorre piú di tutte è una cosa che non si esaurisce: la saggezza” In questa frase è forse racchiuso tutto il senso di "La Terra svuotata – Il futuro dell'uomo dopo l'esaurimento dei minerali (Editore Riuniti) di Ugo Bardi, un affascinante viaggio che parte innanzitutto dagli inferi remoti della Terra per ripercorrere dunque la storia del genere umano attraverso il suo rapporto con le risorse del sottosuolo. Ci raccontano di uomini che hanno forgiato spade invincibili, di grandi esploratori che si sono spinti in luoghi fantastici e distanti e di poeti che hanno decantato le belle amanti ornate di gemme preziose, ma queste storie non avrebbero mai preso vita senza le profonde miniere sotterranee ed il lavoro dei minatori che, dietro le quinte della storia, vivevano in quei profondi tunnel oscuri. Esploriamo gli abissi come i pesci, tessiamo tele come i ragni, voliamo come gli uccelli, ma pochi riflettono sul fatto che tutte le attività umane, dall'agricoltura all'esplorazione dei mari e degli astri fino alla comunicazione via rete, non sarebbero mai state possibili senza l'utilizzo di strumenti e tecnologie che derivano e dipendono dalla lavorazione dei minerali. Fin dalla notte dei tempi l'uomo ha infatti raccolto pietre per usarle a proprio vantaggio: “fondamentalmente la nostra civiltà è una civiltà di minatori”. Col passare del tempo l'umanità ha iniziato a scavare fin nelle profondità del sottosuolo per procurarsi materiali sempre più raffinati: nessuna attività ha richiesto tanta energia e fatica come quella dell'estrazione di materie prime. “Siamo partiti circa due milioni e mezzo di anni fa quando i nostri antenati hanno cominciato a raccogliere le pietre che gli servivano come strumenti da taglio e da percussione”: da allora non ci siamo più fermati. I grandi imperi poggiano essenzialmente sulle loro materie prime, e sempre queste hanno permesso cambiamenti epocali nella storia della nostra civiltà. Dall'Impero romano all'Eldorado spagnolo, dall'Impero britannico del carbone e della rivoluzione industriale fino al recente Impero petrolifero e del nucleare americano, tutta la nostra storia ed il nostro destino sono intrecciati e connessi con quelli delle risorse che utilizziamo, e le guerre sono essenzialmente per e tra le materie prime. “A Waterloo, nel 1816, il carbone inglese si scontrava contro quello francese. La vittoria andava a quello inglese, che era il piú abbondante. […] Nel 1914, il carbone inglese si scontrava con quello tedesco nella prima guerra mondiale. Era uno scontro quasi ad armi pari, ma il carbone inglese, pur in declino, era sempre piú abbondante di quello tedesco; che ne ebbe la peggio.” Adesso ci troviamo davanti un bivio. Abbiamo estratto come mai nelle ere precedenti, abbiamo letteralmente prosciugato il pianeta senza preoccuparci del futuro, estinto intere specie, mutato drasticamente l'ambiente e l'equilibrio del nostro ecosistema e siamo sommersi dai nostri rifiuti. Riusciremo ad affrontare le sfide di un imminente futuro in cui i combustibili finiranno? La rivoluzione industriale sarà stata solo una parentesi nella storia dell'umanità e quindi ritorneremo ad un nuovo medioevo o riusciremo ad orientare la nostra società verso un rapporto più sostenibile con il pianeta in tempi relativamente ragionevoli? Dovremo continuare a seguire il profitto esasperato o cominciare ad orientarci verso modelli economici alternativi e fonti di energia eco-sostenibili prima che i fossili si esauriscano o che il cambiamento climatico ci distrugga? Secondo Ugo Bardi, “sulla risposta a queste domande si gioca la sopravvivenza di noi stessi e dei nostri figli, nonché dell’intera civiltà umana”.

Commenti

Siamo ancora nel 1972? ..Ecco ciò che il Club di Roma ha dichiarato sulla copertina posteriore del grande best-seller "I Limiti dello Sviluppo" nel 1972: "Sarà questo il mondo che i vostri nipoti vi ringrazieranno di aver loro lasciato? Un mondo dove la produzione industriale è scesa a zero. Dove la popolazione ha subito un declino catastrofico. Dove l'aria, mare e terra sono inquinate in modo irrecuperabile. Dove la civiltà è un lontano ricordo. Questo è il mondo secondo le previsioni al computer". http://www.climatemonitor.it/?p=20882 Ne riparliamo fra 130 anni per adesso Bardi dorma sonni tranquilli. Petrolio: non finirà almeno per 130 anni http://ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/energietradizionali/2011/08/31/visualizza_new.html_729765585.html
Piero Iannelli, 03-05-2012 11:03
Siamo ancora convinti che in un mondo finito si possa avere un crescita finita? La soluzione è la decrescita... www.smetteredilavorare.it
Cambiare Vita, 10-08-2012 09:10
quanto alla "lectio magistralis" di Matt Ridley (Carneade...chi era costui???)...siamo alle solite: lui è fermo ancora all'epoca del positivismo! Nega che esistano altre realtà/verità al di fuori delle cose misurabili, ovvero dei fenomeni che l'ìuomo può "vedere/misurare". quindi afferma che non esiste nulla di "vero" al di fuori di ciò di cui possiamo avere esperienza(scientifica). Un affermazione appunto FIDEISTICA: la fede nella scienza! Nega con assolutezza che esista "altro" al di fuori dei limiti di percezione umana "misurabile"...poveretto...qualcuno lo svegli! Il 1972 è passato ma all'epoca sono stati discreti profeti...mi pare che quanto dicevano al club di Roma si stia avverando...
fabio72, 14-08-2012 08:14

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