Regno Unito: un terzo del cibo finisce nella spazzatura

Nel Regno Unito oltre 8 milioni di tonnellate di cibo e bevande finiscono ogni anno tra i rifiuti. Allo spreco di denaro si somma quello di acqua ed energia utilizzati per la preparazione degli alimenti. A denunciare l'impatto ambientale ed economico legato allo spreco di cibo nel Regno Unito è il nuovo dossier del WWF The water and carbon footprint of household food and drink waste in the UK.

Regno Unito: un terzo del cibo finisce nella spazzatura
Nel Regno Unito oltre 8 milioni di tonnellate di cibo e bevande finiscono ogni anno tra i rifiuti. A finire nella spazzatura è un terzo dei prodotti alimentari acquistati dalle famiglie inglesi che, dunque, gettano via almeno 500 sterline ciascuna. Il problema, tuttavia, non è soltanto economico ma anche ambientale. Allo spreco di denaro, infatti, si somma quello di acqua ed energia utilizzati per la preparazione degli alimenti. Oltre al cibo è come se venissero buttati 6,2 miliardi di metri cubi d'acqua, 300 litri al giorno per ogni suddito di Sua Maestà. Si tratta di uno spreco impressionante, soprattutto considerando che il 60% del cibo che finisce nella pattumiera potrebbe essere consumato, se solo venissero pianificati meglio i meccanismi legati alla sua produzione, distribuzione e immagazzinamento. A denunciare l'impatto ambientale ed economico legato allo spreco di cibo nel Regno Unito è il nuovo dossier del WWF The water and carbon footprint of household food and drink waste in the UK pubblicato con la collaborazione dello Waste & Resources Action Programme (Wrap). Secondo le stime del Wwf lo spreco di prodotti alimentari è responsabile del 23% dell’impronta ecologica del Regno Unito, con un aumento del 3% dei gas serra ed un consumo del 6% del fabbisogno idrico nazionale. Il report redatto dal WWF, oltre a sensibilizzare i cittadini circa l'entità del problema, fornisce anche informazioni utili nello sviluppo di politiche regionali e nazionali volte ad una riduzione dell'impronta idrica e di carbonio collegata al nostro sistema alimentare. Le informazioni contenute nel documento possono infatti essere utilizzate per individuare gli alimenti con impatti ambientali alti e bassi; per comprendere dove concentrare gli sforzi per ridurre l'impatto ambientale della produzione alimentare e per migliorare la gestione delle risorse naturali; per capire il modo in cui le modifiche alla catena di approvvigionamento alimentare possono contribuire a raggiungere obiettivi più ampi di politica ambientale; per attività di supporto nella prevenzione dei rifiuti alimentari. La riduzione dei rifiuti alimentari, si legge nel rapporto, non può da sola risolvere tutti i problemi legati ai cambiamenti climatici ma certamente può contribuire in maniera positiva ad affrontare la crisi ambientale. Il problema, d'altra parte, non riguarda solo la Gran Bretagna. Basti pensare che in Italia soltanto nella settimana di Pasqua un terzo dei prodotti alimentari acquistati è rimasto in tavola, nel frigo o nelle dispense. Lo riferisce la Coldiretti sottolineando che recuperare il cibo è una scelta di sobrietà che fa bene all'economia e all'ambiente.

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L'IMPRONTA ECOLOGICA ? Perchè non ci parlano di questo? BOPHAL 30'000 MORTI in India. Russel Train,Cofondatore nel 1961 del Wwf, Train si è più volte pronunciato a favore della riduzione della popolazione dei Paesi in via di Sviluppo. Intervistato sul disastro di Bhopal, Russel Train rispose che: «la Union Carbide ha un programma ambientale ottimo» SEVESO DIOSSINA Il vice presidente Emerito del Wwf International Luc Hoffman, già direttore della ditta farmaceutica svizzera Hoffman-La Roche, la multinazionale proprietaria dell'impianto chimico dell'Icmesa di Seveso, nel quale il 10 luglio del 1970 un'esplosione produsse una nube di diossina che investì la zona circostante. Exxon Valdez PETROLIERA Il peggiore disastro ambientale prima del Golfo del Messico. Eugene Mc Brayer, anch'egli presidente del Wwf America statunitense e della Exxon Chemical, proprietaria della nave Exxon Valdez, che nel 1990 riversò in mare 40 milioni di tonnellate di greggio, che avvelenarono 36000 uccelli migratori e contaminarono 1600 chilometri di costa. Le grandi compagnie petrolifere sono controllate dalle stesse persone che finanziano i movimenti ambientalisti attraverso fondazioni esenti da tasse. FONTE: http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2010/5/11/J-ACCUSE-2-Gli-imprenditori-per-bene-che-mettono-nei-guai-Wwf-e-Greenpeace/2/84440/
Piero Iannelli, 27-04-2011 12:27

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