'Rete Adriatica': l'Abruzzo dice 'no' al gasdotto nelle zone sismiche

Nel giugno scorso la Regione Abruzzo ha varato una legge contro la costruzione del gasdotto “Rete Adriatica”, un tubo di acciaio che porterà il gas dalla Libia e dall'Algeria fino al nord Italia e percorrerà 687 chilometri sul crinale dell'Appennino, il territorio a più alto rischio sismico dell’Italia centrale. Alla lotta dei cittadini, che prosegue da tempo, si aggiunge quindi un segnale forte dalle istituzioni.

'Rete Adriatica': l'Abruzzo dice 'no' al gasdotto nelle zone sismiche
Nel giugno scorso l'Abruzzo ha varato una legge contro la costruzione del gasdotto “Rete Adriatica”, un tubo di acciaio che porterà il gas dalla Libia e dall'Algeria fino al nord Italia e percorrerà 687 chilometri sul crinale dell'Appennino, il territorio a più alto rischio sismico dell’Italia centrale. La legge recita: “per la realizzazione di metanodotti e centrali di compressione connesse, ove essi ricadano in zone sismiche di primo grado o contrastino con il piano regionale sulla qualità dell’aria, la Regione Abruzzo negherà l’intesa al Governo”. Contro il progetto, avviato dalla Snam nel 2004, si oppongono da anni il Comitato interregionale No Tubo, i Comitati per l’ambiente di Sulmona, il Gruppo d’Intervento Giuridico e tante altre realtà associazionistiche ed Enti locali. “Ci aspettiamo ora che le altre Regioni interessate (Umbria e Marche) seguano l’esempio dell’Abruzzo”, ha dichiarato Aldo Cucchiarini (Comitato No Tubo Marche). È necessario però agire in fretta considerando che il primo tratto del gasdotto è stato già ultimato, ed il secondo ha ottenuto le principali autorizzazioni. Il progetto iniziale prevedeva il passaggio di questo gasdotto lungo la costa adriatica, poi a seguito di 'insuperabili criticità' riscontrate dalla Snam Rete Gas Spa – la società ideatrice del progetto insieme alla British Gas già dal 2005 – si è deciso di deviare il tubo sul crinale appenninico. Una decisione che è stata mantenuta malgrado il devastante terremoto che ha colpito l'Abruzzo il 6 aprile 2009 e che resta in piedi anche dopo che nel maggio scorso l' Emilia è stata messa in ginocchio dal sisma. Secondo il progetto, infatti, il metanodotto si snoda lungo alcune zone sismiche di primo grado (la Valle Peligna, i paesi dell’hinterland aquilano, quelli dell’Umbria e delle Marche colpiti nel settembre del ’97 e dell’Emilia). Il gasdotto, che costa circa 2 milioni di euro per ogni chilometro, interesserebbe poi numerose aree naturali protette: i parchi nazionali della Majella, dei Monti Sibillini e del Gran Sasso, il parco regionale del Velino-Sirente e 21 aree tra Siti d’Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale. Quella che si intende realizzare, insomma, è una grande opera che non solo deturperebbe il territorio, ma comporterebbe una sciagura certa in caso di terremoto.

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.