Sacchetti biodegradabili. Basta proroghe, passa il decreto ambiente

Il Senato ha approvato il 21 marzo scorso il decreto sull'ambiente. Tra gli elementi principali del provvedimento vi sono le misure relative all'emergenza rifiuti in Campania nonché i criteri per la commercializzazione dei sacchetti biodegradabili.

Sacchetti biodegradabili. Basta proroghe, passa il decreto ambiente
Con 211 sì, 29 no e 32 astensioni il Senato ha approvato il 21 marzo scorso il decreto sull'ambiente. Tra gli elementi principali del provvedimento vi sono le misure relative all'emergenza rifiuti in Campania nonché i criteri per la commercializzazione dei sacchetti. Basta proroghe, insomma. Verranno considerati biodegradabili e pertanto legalmente vendibili in Italia, soltanto gli shoppers che rispettano la norma di compostabilità della Ue 13432 del 2002 e quelli di spessore sufficiente a garantirne il riutilizzo. Il provvedimento introduce poi il richiamo a “forme di promozione della riconversione degli impianti esistenti” che attualmente producano shopper non biodegradabili. Soddisfazione per l'approvazione del decreto è stata espressa anche da Legambiente. Secondo il vicepresidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, tale provvedimento potrà “offrire un futuro possibile a alcune aree industriali del nostro Paese in evidente declino”. In riferimento all'approvazione del decreto si è espresso anche Marco Versari, Presidente di Assobioplastiche, il quale ha spiegato che il provvedimento “sancisce che la biodegradabilità e compostabilità sono solo quelle conformi alla norma EN 13432 spazzando così il campo da qualsiasi tentativo volto a non rispettare la norma, a non informare adeguatamente i consumatori e a continuare a diffondere modelli ambientalmente non sostenibili”. Per quanto riguarda invece le misure relative all'emergenza rifiuti in Campania il decreto sull'ambiente prevede la possibilità di trasporto dell'immondizia in altre regioni “in conformità al principio di leale collaborazione, mediante intesa tra la regione Campania e la singola regione interessata”. Sino a ieri non era necessario il consenso delle regioni interessate.

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