No Tav: le due attiviste escono dal carcere, ma non sono libere

Escono dal carcere ma non sono libere Elena Garberi e Marianna Valenti, le due attiviste del movimento no Tav arrestate durante gli scontri al cantiere della Maddalena di Chiomonte la sera sello scorso 9 settembre. Il Tribunale del Riesame di Torino ha infatti concesso ieri ad Elena Garberi, detta Nina, gli arresti domiciliari e a Marianna Valenti l'obbligo di dimora.

No Tav: le due attiviste escono dal carcere, ma non sono libere
Escono dal carcere ma non sono libere Elena Garberi e Marianna Valenti, le due attiviste del movimento no Tav arrestate durante gli scontri al cantiere della Maddalena di Chiomonte la sera dello scorso 9 settembre. Il Tribunale del Riesame di Torino ha infatti concesso ieri ad Elena Garberi, detta Nina, gli arresti domiciliari e a Marianna Valenti l'obbligo di dimora: non può uscire dai confini di Oglianico, comune in provincia di Torino dove vivono i suoi genitori. I provvedimenti, firmati rispettivamente dal giudice Giorgio Semeraro (presidente del Riesame) e dal collega Luca Ferrero, hanno “confermato il quadro accusatorio” ritenendo le due attiviste “gravemente indiziate di un reato che, per le circostanze di tempo e di luogo, costituisce fonte di grave allarme sociale”. Nei giorni scorsi sono state organizzate dal Movimento No Tav diverse manifestazioni di solidarietà per chiedere la liberazione delle due attiviste arrestate. Nella puntata del 18 settembre scorso di Che tempo che fa anche il meteorologo e giornalista Luca Mercalli si è espresso in difesa di Elena e Marianna: “due signore – ha detto Mercalli - sono in galera perché si sono messe una normale mascherina da verniciatore per proteggersi dai gas lacrimogeni”. L'impressione è ancora quella che l'arresto delle due donne costituisca una mossa di natura politica e non giudiziaria, come aveva dichiarato anche Simonetta Zandiri del Movimento No Tav, poco dopo l'arresto: “Le accuse sono molto gravi e abbiamo la sensazione che il caso sia più che altro politico”. Secondo Zandini questa sensazione sarebbe confermata anche dalla stessa presenza all'udienza di convalida dell'arresto del vice del procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, “una persona molto importante che non si smuove per convalide di arresti di questi livelli, si è mosso a livelli molto più alti”. Il procuratore capo di Torino era poi presente il 20 settembre all’udienza del Tribunale del Riesame per l’istanza di scarcerazione presentata dai legali di Elena Garberi. E proprio a Gian Carlo Caselli è indirizzata una lettera aperta firmata da Beppe Grillo e pubblicata sul suo blog il 21 settembre. Nella lettera Grillo esprime il suo sgomento perché “in un Paese in cui dei ministri possono chiedere la secessione senza rischiare l’arresto, dove viene negata l’incarcerazione di Cosentino e Tedesco, due donne incensurate vengono sbattute in galera come due pericolose criminali”. “Che lei lo voglia o meno – scrive Grillo a Caselli - queste incarcerazioni sono un messaggio all’opinione pubblica: 'La Tav si ha da fare e chi si oppone sarà punito con l’applicazione del Codice senza alcuna attenuante'”.

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