Sdebitiamoci, per un'ecologia della spesa quotidiana

Perché ci indebitiamo e, soprattutto, perché spendiamo male i nostri soldi? Occorre fermarsi, o almeno cercare di avere un approccio diverso. È quanto sostiene Massimo Melpignano, autore di Sdebitiamoci! Per un'ecologia della spesa quotidiana.

Sdebitiamoci, per un'ecologia della spesa quotidiana
“Il debito riguarda tutti perché ognuno di noi, se dovesse dimenticare di pagare un semplice bollettino, diventerebbe nel giro di poco tempo un cattivo pagatore per il sistema finanziario”. È questo il grido di dolore, e di battaglia, di Massimo Melpignano, avvocato barese che, per la casa editrice Caratteri Mobili, ha curato un volume dal titolo Sdebitiamoci! Per un’ecologia della spesa quotidiana. “Queste pagine”, dice Melpignano, “sono la naturale conseguenza del mio lavoro di difensore dei consumatori da oltre vent’anni”. È un testo che si legge con passione perché con altrettanta passione è stato scritto, anche se non mancano i passaggi duri e puri. Perché ci indebitiamo e, soprattutto, perché spendiamo male i nostri soldi? Per la fretta, perché siamo sempre di corsa e perché spesso non capiamo le cose bene. Allora occorre fermarsi o, comunque, cercare di avere un approccio diverso. “Questa”, dice Melpignano “è la mia semplificata strategia di difesa: vigilare, sempre e comunque, sulle spese; cercare di comprendere, magari chiedendo aiuto ad esperti o anche confrontandosi con altri, se in giro esiste una rata del mutuo migliore, quindi più bassa, di quella che stiamo pagando (il mutuo per la casa è una delle cause più frequenti di indebitamento), evitare l’uso smodato, e inconsapevole, della carta di credito”. Al di fuori di queste semplici regole, che comunque non è facile attuare, a causa degli stili di vita improntati al consumo coatto, c’è comunque l’esigenza di allenarsi alla sobrietà, alla decrescita consapevole ma – allo stesso tempo – di imparare ad essere cittadini consapevoli e attivi, capaci, insomma, di rimodulare gli stili di vita, di riorganizzare le proprie spese in base alle reali necessità e non ai desiderata. “Sfido chiunque”, attacca Melpignano “a spiegarmi come si legge un estratto conto bancario, per capire quali sono le voci di spesa, ma lo stesso potrei dire con i bollettini di luce e gas”. Il debito, si legge nel libro, è una cattiva abitudine consolidata: posso permettermi il viaggio esotico perché tanto si paga a rate, posso rincorrere sempre l’ultimo modello di i-phone, e gli esempi qui potrebbero continuare all’infinito. Melpignano, impegnato in questi giorni in un tour che prevede la presentazione del libro in Puglia, ma anche in altre regioni italiane, evidenzia che abbiamo un problema anche con i soldi, anzi con la moneta. “Faccio due esempi che valgono più di mille parole dette o di centinaia di pagine scritte: a chi mi sta intorno, chiedo “quanti soldi ha in tasca?” e spesso quasi nessuno mi sa rispondere. Allora mi domando: siamo in crisi, girano pochi soldi e poco lavoro eppure quasi nessuno di noi sa quanti soldi ha nel portafoglio. È la spia di un problema! Dal canto mio ho riscoperto il risparmio da salvadanaio: sto mettendo da parte tutte le monetine da 1 e 2 cent che trovo in giro o che chiedo agli amici. Quasi tutti sono ben contenti di disfarsi delle monetine. Ha capito bene?! In molti sono contenti di disfarsi di soldi…”. Melpignano crede tanto in questo tema, dato che ne ha fatto una scelta di vita e di lavoro, da mettere in scena una conferenza-spettacolo, una sorta di pièce teatrale. Maggiori informazioni su Brutti come il debito.

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