Il segreto del downshifting

"Un uomo che si ponga l’obiettivo di cambiare la sua vita, vivere il mare, essere più simile all’idea che ha di sé, dunque più autentico, può farlo solo se disegna un programma, se lo segue con dedizione, se verifica lungo la via il suo stato di realizzazione". Il denaro c'entra, ma non come ce lo aspettiamo.

Il segreto del downshifting
La facoltà che ci manca maggiormente, quando sogniamo, è la concretezza. Ce ne mancano parecchie, a dire il vero: capacità di sognare in grande, visione, coraggio, senso della caducità della vita, dunque della realtà. Ma una ci manca più di tutte: il sentimento concreto e operativo del nostro sogno, cioè riuscire a ragionare togliendoci dalla testa ideologie, luoghi comuni, barriere psicologiche, per capire il nocciolo del problema reale e tentare concretamente di affrontarlo. Da bambino volevo fare il terzino sinistro del Milan, ad esempio. Si dice che crescendo perdiamo i nostri sogni, diventiamo maturi. Ma essere maturi non vuol dire smettere di sognare, al contrario! Vuole dire sognare in modo realistico, ambizioso quanto basta per noi, ma vero, con l’occhio dritto all’obiettivo e una grande determinazione a raggiungerlo. Per me fare il Maldini era un’utopia. Diventare libero, invece, era possibile. E non sto parlando del 'libero' come ruolo calcistico. Per cultura siamo figli della malora e della provvidenza, cioè due cose che non esistono. Siamo poco figli della realtà, che invece c’è, è davanti a noi. Ecco perché tendiamo a posizionare il sogno nell’utopia ("voglio partire e fare il giro del mondo in barca a vela da solo". Giro che non sapremmo fare, che non faremo mai). Un uomo che si ponga l’obiettivo di cambiare la sua vita, vivere il mare, essere più simile all’idea che ha di sé, dunque più autentico, può farlo solo se disegna un programma, se lo segue con dedizione, se verifica lungo la via il suo stato di realizzazione. Ad esempio, se avete trentacinque anni e iniziate a riflettere sul cambiamento di vita, da effettuarsi prima o poi, allora già in quel momento potete iniziare a fare molto. Ad esempio riguardo il denaro. Per una persona che guadagni 2.500 euro netti al mese, lavorando in azienda, è possibile risparmiare 15.200 € all’anno su 13 mensilità. Che vuole dire 152.000 in dieci anni, che con gli interessi reinvestiti di un investimento a rischio bassissimo sono circa 180.000 €. Questo schema potete adattarlo al ribasso o al rialzo. Ma vivere con meno è possibile. Perché non tagliare alcune spese? Se smettete di sprecare denaro al ristorante sapete quanto risparmiate? Anche 4.000 euro l’anno. La nostra sanità pubblica, soprattutto al centro-nord, è totalmente gratuita ed è ottima (la seconda miglior sanità pubblica secondo l’OMS, dopo la Francia). Possiamo spendere meno di vestiti, automobile, costi telefonici. Per i single, perché non coabitare con altri, considerato che a casa non ci siamo mai (siamo sempre la lavorare!)? Ho fatto questi esempi perché sono quasi certo che i più duri da persuadere sono proprio quelli che hanno maggiori sostanze. Ma il segreto del cambiamento di vita non poggia sui denari che possiamo mettere da parte, bensì su quelli che spenderemo. Il segreto del downshifting era e resta interiore, psicologico, esistenziale. Cambia chi è libero dentro, non chi ha denaro. Però certo, resiste all’impatto col cambiamento non chi ha soldi, ma chi ha compreso che occorre uscire dal consumismo, perché se consumo divento schiavo, devo vendere l’anima per guadagnare i soldi necessari a sostenere le spese. Ecco perché il punto non è 'quanto guadagno prima', ma 'quanto spendo dopo' aver cambiato vita. Io vivo con 8-900 euro al mese, circa 9.600 euro l’anno. Come faccio? Non compro nulla che non sia indispensabile. In questo modo esco dal target commerciale, scompaio alla massificazione della cultura mercantile, costruisco un mio PIL, una mia inflazione, e l’ordine dei fattori si sovverte. Quanto è difficile guadagnare questa cifra, oggi? Quanto devo essere schiavo per farlo? Molto poco… Non cambia vita chi è ricco, non solo. Non si cambia vita per vivere di rendita, altrimenti sarebbero solo pochi privilegiati a farlo. Nell’analisi dei downshifter che faccio in Avanti Tutta grazie alla lettura di circa 80.000 email ricevute nel 2010, si vede chiaramente che ad aver cambiato vita sono i più concreti, quelli che vogliono davvero cambiare, di cui circa l’80% non proviene da professioni facoltose, non ha tesori nascosti. Tranne uno: sa vivere bene sobriamente. Che è più importante di essere ricchi. Almeno oggi, qui, se si vuole davvero cambiare vita per essere uomini più liberi.

Commenti

Siamo una famiglia composta da tre persone, non andiamo al ristorante, né al cinema, mangiamo prodotti di stagione, eppure 1200 euro al mese non bastano mai. L'autore dell'articolo è partito da una base di stipendio alta, con 2500 euro al mese si possono fare delle economie. L'articolo non rispecchia la realtà
Maria, 02-02-2011 08:02
uffff eccone un´altro che ha cambiato vita. ma perche´ tutti quelli che cambiano vita te lo devono sbattere in faccia con un libro? come dire "eh?! hai visto, io ce l´ho fatta... compra il libro e scopri come puoi cambiare anche tu!"
filippo, 02-02-2011 01:02
2500 euro al mese non rispecchia la realtà Italiana, ma infatti nell'articolo non si parla di Italia!
Elisa, 02-02-2011 03:02
molte migliaia di persone cambiano oggi la loro vita senza essere ricchi o benestanti. il che non vuol dire che proprio tutti siano in condizione di cambiare. però se un uomo motivato, appassionato, fa un progetto di cambiamento, anche lungo quindici anni, è difficile che non riesca... Certo, bisogna averne molta voglia.
simone perotti, 02-02-2011 03:02
Maria però Perotti ha detto che spende 8-900 euro al mese...ora tu non puoi pretendere di spendere lo stesso in 3 di cui uno immagino sia un minorenne che non lavora e anzi richiede un impegno economico ulteriore. Non penso che la spesa sia il triplo ma Simone lavora x1 e spende x1, voi mi auguro che lavoriate in 2 (quindi 900x2) e spendiate x3 e la proporzione è la stessa, no ?! Oppure, se lavora uno solo vuol dire che l'altro Downshifitng l'ha già fatto al 100% ! UN caro saluto
Patrizia, 06-02-2011 11:06
Forse 800-900 euro al mese, per vivere, possono bastare. Certo è che non può essere una cifra valida per tutti. ognuno deve fare i conti in tasca con le proprie spese fisse mensili e annuali. Il senso del downshifting non è vivere con un limite prestabilito di euro, ma vivere con più consapevolezza e capire che spendere non è sinomimo di vita migliore. Non è detto che l'ultimo telefonino o il vestito alla moda o l'auto di lusso diano per forza la felicità... Ciò che muove al downshifting è la voglia di dedicare più tempo a se stessi e a chi si ama. Cercare di dedicare più tempo ai propri hobby. Per assurdo, non credo nemmeno che sia indispensabile ridursi orari e salari, ma a volte può bastare riorganizzare le proprie giornate, distribuendo meglio gli impegni in maniera tale da avere più tempo libero. E anche spendere meglio. A cosa ci serve avere 50 paia di scarpe con il tacco (o da "riunione", per lui), se poi passiamo più tempo al parco con figli e cani??? :) Il concetto base della semplicità volontaria è quello di rallentare i ritmi, non arrancare a fine mese!
Ecogreentips, 30-06-2011 10:30
Sono d'accordo che 2500 euro netti al mese non rispecchiano la media degli italiani;tuttavia,secondo me, la riflessione deve partire dal concetto che eliminando tutti i nostri consumi superflui o quelli che noi pensiamo siano indispensabili per omologarsi agli altri,potremmo ognuno con le proprie possibilità, sentirci più liberi,di guardarci dentro,di guardare chi ci è vicino e di avere tempo per noi stessi,per goderci ciò che nella vita abbiamo creato.Il cambiamento avviene lentamente nelle piccole cose,ma questo non significa rinunciare ai nostri sogni o ai nostri progetti:a questo punto diventa importante la concretezza,il senso del sacrificio,la lungimiranza come capacità di guardare a lungo termine.NON è FACILE,io non ci sono ancora riuscita completamente,ma qualche sassolino l'ho buttato lungo la mia strada.................................
Fiorella,Marche, 09-07-2011 10:09
Ho letto "adesso basta" ed è una vera ciofeca, detto papale papale, e Simone Perotti è un gran "bluff". Una sequela di scemate, con qualche "verità", ma veramente poche. Io ho fatto un gran cambiamento, lo sto vivendo tutt'ora, è stata ed è un'avventura e vi posso dire che quello che scrive Simone Perotti è ben lontano dalla realtà. Se avrò voglia e tempo scriverò anche io un libro, ma sarà vero, di vita vissuta e con tanti consigli pratici. Per dire, a chi ne ha voglia, che si può veramente cambiare totalmente stile di vita, paese, lavoro e vivere una seconda vita... Chi vuole eh!!
Ulisse, 14-08-2011 04:14
Perotti è l'esempio di come si può diventare guru di professione, scrivendo cose interessanti, ma non originali, mescolate a ovvietà modaiole. E come molti guru, ha il difetto, una volta, "toccato" il successo editoriale ( attenzione, effimero)di camparci sopra, in barba ai principi sin qui dispensati. Quindi subito pronto il libro-sequel, le conferenze, gli articoli, le comparsate TV, insomma il circo consumistico-mediatico tanto aborrito nelle sue sagge disquizioni. Si dirà: è per una giusta causa! E allora, se la causa è giusta, perchè diventare un "prodotto" da 14%u20AC ( per meno della metà vi comprate "La vita agra" di Bianciardi o "L'uomo in rivolta" di Camus...)e saltellare quasi giornalmente da un invito all'altro,( ma non si doveva oziare e rallentare il ritmo per ritrovare sè stessi?). Perotti vende "il prodotto Perotti", fa bene....finchè dura. Poi gli toccherà fare veramente downshifting.
Corto Maltese, 30-08-2011 10:30
Corto Maltese ciao. Le ovvietà e le cose non originali invece sono abbastanza vere. Talmente ovvie e non originali che ne parlava Seneca demila anni fa. Non inutili, tuttavia, visto che da duemila anni a questa parte le abbiamo ignorate. Forse è utile ricamarci e ripeterle. Per altro Seneca non aveva problemi col consumismo, dunque qualche cosa nuova c'è. Io "campo" sul mio successo in ragione delle royalties dei miei libri, diciamo un 70mila euro totali tra tre libri. Al lordo delle tasse. Cosa che mi sono guadagnato e che volentieri incasso. Con quel che resta a valle delle tasse posso viverci 4 anni senza patemi, non avendo più lo stipendio che tu continui ad avere e giustamente. 4 anni per scrivere e per vivere. Mi sembra proprio un sogno. Altro che effimero. 4 anni di libertà ti sembra un concetto effimero? Quanto al campare vendendo il prodotto Perotti direi che hai preso un granchio. Tutte le attività che citi io le svolgo gratuitamente. Non becco un euro (contrariamente ai tuoi autori preferiti, chiunque siano) quando presento i libri, quando vado sui media, quando mi invitano in tv e quando faccio conferenze legate ai libri. Dunque se fosse vero quel che scrivi sarei proprio un pessimo imprenditore di me stesso. Sui media ci vado perché scrivere un libro e poi fare quello che non rilascia interviste mi sembra solo una cazzata. Scrivere è unpoperazione di comunicazione, dunque ben lieto che se ne parli. Se non avessi voluto comunicare non avrei scritto. Non sprecare tempo a criticare chi ha successo solo per il fatto che lo ha avuto. E' una cosa un po' radical chic, non va bene al tuo nickname.
Simone Perotti, 31-08-2011 04:31
Vedi, caro Perotti, il nickname mi spinge a vedere le cose per quelle che sono e non come si "vendono". Io non ti invidio affatto il successo, anzi ti do una notizia ovvia e banale ( ma ci sono persone a cui bisogna ripetere cose trite e ritrite...): la schiavitù dal successo è più triste di quella dal lavoro. E' ovvio che non ti paghino per le conferenze, il trucco di solito sta nel rimborso spese ( ma ci prendi proprio per allocchi?). Comunque ci hai dato la buona notizia che per 4 anni stai a posto. Bene così. Hai tutto il tempo per ripresentarti con qualcosa di originale. Se così fosse, ti leggerò volentieri. Io non ho preclusioni per nessuno.
corto maltese, 31-08-2011 06:31
basta nessuna botta e risposta..
e poi, 11-09-2012 12:11
e visto che non sei un allocco spiegami: biglietto del treno fatto dagli organizzatori, a/r e albergo pagato da loro (e a volte stanza in casa loro, direttamente) che segreto celerebbero? Mamma mia che brutto pensare così. Fai pure. Pensare male di chi ha successo è anche peggio del successo, che a sua volta potrebbe essere peggio del lavoro. ma non nel mio caso. ciao! (hai deciso tu che servano quattro anni per scrivere qualcosa di originale? e se bastassero sei mesi? se sei anni non fossero abbastanza? quanti dogmi... quanti pregiudizi...)
simone perotti, 11-09-2012 03:11
io ho imparato ad viaggiare solo in bicicletta a cibarmi di verdure del mio orto e ad utilizzare per i servizi tipo parrucchiere o pizzeria dei numerosi siti che aggregano offerte nelle varie città, come ad esempio www.promomappa.it e vi assicuro che vivo bene e non rinuncio a nulla di quello che mi interessa
bettina, 13-12-2012 12:13

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