Nascita, amore e civiltà. Un seminario ricco di vita

L’attesa, la nascita, il ruolo del padre durante il parto, la vita. Questi i temi affrontati durante l’incontro “Nascita, amore e civiltà” tenuto da Michel Odent e Clara Scropetta. In attesa del prossimo appuntamento, ecco il resoconto del primo seminario.

Nascita, amore e civiltà. Un seminario ricco di vita
Cosa dire dopo un incontro di vita così ricco e gioioso avvenuto sui colli bolognesi, dove hanno regnato sopra di noi il sole, la pioggia, le nubi bianche, la luna e le stelle e ancora il sole, le nuvole... Al corso mi dedico all'accoglienza dei partecipanti, un compito importante che mi fa sentire la gioia di essere presente, lì a sentire chi arriva. Una ad una, le persone prima sconosciute si rivelano, dapprima con i dati generali, i numeri, le distanze, poi con i visi, i colori, i racconti, le domande, le somiglianze. Nel 'cerchio', tra molte donne e qualche uomo si parla della scoperta e della ricerca di essere donna, iniziata con la nascita dei propri figli ma anche con la condivisione della gioia e del dolore dell'altro. Nel 'cerchio' ci si sente tra simili, portatori di un unico destino con tante sfaccettature, una per ciascuno di noi. E il girotondo ha inizio con le domande ma anche con tantissimi aneddoti sulla nascita, sull'attesa, sul parto, sull'allattamento, sulla vita in generale. Il primo contributo è di Clara, mamma di tre bambini e "di tanti altri", che accompagna, traduce e impreziosisce la presenza di Michel Odent con i racconti del suo vissuto, delle sue emozioni ed esperienze. E con lei la fisiologia[1], la ricerca in salute primale, l'approccio selettivo e l'approccio standardizzato, gli studi randomizzati controllati, i dati numerici delle statistiche, vengono plasmati e arrotondati in modo che possano scivolare nella consapevolezza, trovando un substrato compatto di istinto, coraggio e volontà. E poi tocca a Michel che è arrivato da Londra e si siede tra noi. Una fra le tante doti di Michel è quella di "non sentirsi mai arrivato", di non avere mai smesso di imparare e di nutrire una viva curiosità per la vita. Lui sa, con molta umiltà, che una donna conosce già cosa fare per vivere al meglio la nascita. E così tutto inizia a scorrere. Nel gruppo ci sono molte persone che lavorano sullo yoga e i massaggi, tutti mezzi dolci per aiutare e potenziare il risveglio del sentire. Perché è questo che distingue un parto dall'altro: essere a contatto con se stessi e sentire cosa sta accadendo dentro di sé. Prima si inizia a dare ascolto a questo sentire, prima si entra in un sentimento di fiducia totale per la vita che si traduce in una sicurezza in se stessi, in un valido aiuto e supporto per sé e il proprio bambino. La prima domanda a Michel è fatta da un uomo che attende di diventare padre per la prima volta e chiede quale sia il ruolo del padre durante il parto. E Michel inizia da una storia lontana, quella dei mammiferi, più di 200 milioni di anni fa, per far comprendere quanto il ruolo sociale del padre sia cambiato e come la partecipazione alla nascita da parte sua, sia un fenomeno molto recente, quasi a compensare, con la sua figura familiare e amata, l'innaturalezza degli ambienti ospedalieri e dei molteplici interventi tipici dell'epoca industriale. È in contesti di forte medicalizzazione, che alcune donne hanno iniziato ad esprimere il desiderio che il compagno potesse rimanere loro accanto. Una cosa che poteva interessare solo un limitato numero di casi, si è diffusa a macchia d'olio molto velocemente fino agli anni '70, quando è divenuto un dogma: ormai era la coppia a partorire, non più la donna. Il problema è che non è stata prevista la complessità degli effetti dovuti alla partecipazione dell'uomo, che spesso si trova a vivere in maniera molto forte ed emotiva questa esperienza e rimane nell'impossibilità di riuscire a far emergere tutto il vissuto e trasformarlo. È così che si può assistere a veri e propri malesseri, anche seri, del padre dopo il parto o a tentativi di sfuggire alla realtà quotidiana nell'accudire il bambino nato facendo appello ad un'insana e pericolosa iperattività, o ancora alla difficoltà di ritornare a vivere un rapporto sano con la propria compagna. Comprendendo meglio la fisiologia del parto, si sa che l'uomo, amando la donna ed essendo preoccupato per ciò che sta accadendole, è facile che liberi alti tassi di adrenalina che possono ostacolare la liberazione dell'ossitocina nella donna e il proseguimento del parto. Tutto questo conduce a grosse riflessioni dentro ciascuno di noi... La grande questione che Michel sembra non stancarsi mai di sollevare è l'importanza di porsi le giuste domande in situazioni nuove e l'astenersi da giungere a conclusioni o a regole su cui basare i comportamenti futuri. Nel XX secolo, i passi da gigante che si sono fatti nella conoscenza della fisiologia e nella scienza, grazie all'improvvisa quantità di dati provenienti da molte discipline, sembrano condurre ad una grande scoperta di cui non si è ben tenuto conto: il neonato umano ha bisogno di sua madre! Dopo la nascita, entrambi, mamma e bambino, hanno estremamente bisogno del contatto pelle a pelle, di potersi riconoscere l'uno nell'altra attraverso lo sguardo, della liberazione del cocktail di ormoni che permette la continuazione del parto con l'allattamento al seno e la nascita della placenta. Non c'è fretta di fare nulla, sta avvenendo il sacro. Il XXI secolo è il momento in cui dare importanza ai veri bisogni della donna che partorisce e il contributo di ciascuno di noi va in questo senso, a riconoscerle un ruolo speciale e a offrirle l'aiuto necessario perché ciò che deve avvenire avvenga. Solo così la donna potrà dare la luce alla capacità di amare di una nuova vita sulla Terra. [1]"La fisiologia è la scienza che indaga le funzioni degli organismi viventi, animali e vegetali, e mira a conoscere le cause, le condizioni e le leggi che determinano e regolano i fenomeni vitali" (Fonte: Enciclopedia Treccani). Le date da tenere a mente per i prossimi incontri con Michel Odent e Clara Scropetta: il seminario residenziale a Pescara dal 7 al 10 ottobre e la giornata studio di lunedì 11 ottobre a Melfi (PZ). Per informazioni: Clara 393 3158706

Commenti

grazie Marta per questo spazio:Clara e Michel sono persone da cui tutti attingiamo saggezza ed è auspicabile che sempre più donne siano messe in condizione di vivere il parto come un orgasmo, come madre natura ha previsto.E di pensare, dopo, "ancora, ancora!quando arriva il prossimo!".W le pance piene di vita!
Micòl, 27-09-2010 06:27
Ciao Micol! grazie del tuo contributo pieno di vita e gioia. Si potrebbe iniziare con il ritocco di una frase mitica "ho SENTITO cose che voi umani non potete nemmeno immaginare...." E sì perchè la dimensione estatica ce la siamo perduta come umani. Nella vita di noi comuni mortali, nati per produrre e consumare, non serve. Dove è l'arte del vivere, dove la gioia, dove il piacere e la fusione con l'altro, con il mondo che ci circonda? Ma se la vita non contempla l'estasi, il parto è sicuramente solo sofferenza, come ci hanno sempre detto. Perchè discutere? E' così: un dolore inimmaginabile. Estasi? Piacere fisico? Esperienza orgasmica? Cose dell'altro mondo. Bene parliamo di cose dell'altro mondo allora....
Marta, 01-10-2010 05:01
Carissima Marta, grazie davvero per quello che scrivi, soprattutto a nome dei bambini. Utilizzo per far sentire la mia voce le stesse parole che ti ho scritto su una mail di pochi giorni fa, che qui possono essere alla portata di tutti, perchè è proprio vero che alcune persone sono più di altre in contatto con il proprio sentire e nel bene e nel male seguono questo istinto per riconoscere ciò che è più giusto, ciò che la natura ha per tutti noi pensato così perfetto, ed è a coloro che, come dice Michel, è affidato il compito di diffondere, tra scienza e cuore, questa coscienza. Se si ascoltasse la voce dei bambini si saprebbe che ognuno di loro, quando sceglie di scendere nel mondo attraverso il grembo di una madre, desidera essere il frutto della consapevolezza dei suoi genitori: la consapevolezza di se stessi prima di tutto, e poi quella della volontà vera di dare luce ad una nuova vita, di come e dove farla nascere, dello spazio fisico ed emotivo per accoglierla, del proprio esserci ed essere presenti fisicamente, emotivamente e spiritualmente, per crescere un figlio nell'amore e nel rispetto. E niente di tutto questo andrà mai perduto, perchè farà parte di ciò che egli diverrà...
Deborah, 03-10-2010 05:03
Che bello conoscerti Deborah. E grazie di avere reso pubbliche le tue parole così che altri possano avere il piacere di apprezzarle e di coglierne il senso profondo. Un caloroso abbraccio
Marta, 06-10-2010 11:06

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