Val di Susa, sfondati i presidi 'No Tav', iniziano i lavori

Un blitz della polizia iniziato all'alba ha fatto sgomberare i valsusini dal presidio 'No Tav' della Maddalena di Chiomonte. Il terreno è stato consegnato alla ditta appaltatrice per l'inizio dei lavori. Entusiaste le reazioni di molti politici che hanno scongiurato l'ipotesi di non ricevere i fondi previsti dall'Ue. Ma la protesta degli abitanti non si arresta.

Val di Susa, sfondati i presidi 'No Tav', iniziano i lavori
“Abbiamo perso un round ma non la guerra”. Le barricate No Tav di Chiomonte sono state sfondate, la 'Libera Repubblica della Maddalena' occupata dalle forze dell'ordine e consegnata alla ditta che farà i lavori, ma i valsusini non sono intenzionati ad arrendersi. Le parole iniziali sono di Alberto Perino, fra i leader della protesta, che ha continuato: “oggi è andata come si pensava che andasse. Noi abbiamo resistito, poi le forze dell'ordine hanno sparato migliaia di lacrimogeni. Adesso dobbiamo portare via tutti i materiali dalla Maddalena. Poi vedremo il da farsi, di certo non siamo sconfitti”. Il blitz, già nell'aria da diversi giorni e annunciato ieri a La Padania da Maroni, è partito all'alba di questa mattina. Già attorno alle 4,30 i poliziotti ed i mezzi hanno iniziato a percorrere l'autostrada A32, chiusa appositamente al traffico. Attorno alle 6 sull'autostrada si poteva scorgere una vera e propria colonna di veicoli della polizia che scortavano i mezzi della ditta appaltatrice verso Chiomonte. Al presidio scatta l'allarme. Vengono lanciati dei fuochi d'artificio per allertare la popolazione dell'imminente attacco, come deciso nella fiaccolata di ieri sera, ed i valsusini si preparano a resistere alle cariche. Che non tardano ad arrivare. Alle 7 e mezzo viene annunciato agli amministratori locali che è stata emessa un'ordinanza di sgombero dalla prefettura di Torino: è il via libera. I poliziotti, disposti su tre diversi fronti iniziano la manovra d'attacco. La prima barricata a cedere è quella disposta nei pressi della centrale idroelettrica di Chiomonte, con gli agenti che risalgono verso la Maddalena con un fitto lancio di fumogeni e lacrimogeni verso i manifestanti, costretti a rifugiarsi nel bosco. Scortano una ruspa. Sulla strada dell'Avana, in un altro punto del presidio, i poliziotti avanzano grazie ad un'altra ruspa che rimuove gli ostacoli posizionati dai valsusini, che si arroccano nella parte più alta del presidio, portando con sé quel che resta delle barricate e presidiano il piazzale della Maddalena. Ma i poliziotti giungono anche qui e con i lacrimogeni disperdono la folla nei boschi. Attorno alle 9,20, due ore dopo l'inizio del blitz, il presidio della Maddalena è stato quasi completamente sgomberato. Attorno alle 11 l'area viene consegnata alla ditta che farà i lavori e già quaranta minuti dopo iniziano i lavori nel cantiere. Intanto gli ultimi valsusini rimasti si apprestano a lasciare il piazzale della Maddalena. A gruppi di dieci, come imposto dalle forze dell'ordine, donne e uomini, giovani, anziani e bambini, scendono per le amate pendici. I vari Maroni, Fassino, Marcegaglia, Cota avranno tirato un sospiro di sollievo: i lavori sono partiti, dunque i soldi arriveranno. Quei 671 milioni di euro di fondi stanziati dalla Ue per la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione che avevano come unico vincolo l'inizio dei lavori entro il 30 giugno 2011 si sono finalmente sbloccati. Ma nella regione la tensione resta alta. L'Usb (Unione sindacale di base) del Piemonte ha indetto lo sciopero immediato e a tempo indeterminato per tutti i lavoratori dei comuni della Val di Susa interessati dalla Tav. I No Tav sono tutt'altro che rassegnati. L'esperienza ha insegnato loro ad accettare le sconfitte momentanee senza arrendersi, e, a quanto dichiarano, sanno come riprendersi ciò che è stato loro sottratto.

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