Sovranità educativa, come esercitarla?

L’Italia è un paese dove la libertà di educazione è sancita dalla costituzione ma di fatto il soggetto centrale di tale attività rimane lo Stato. A chi spetta la responsabilità educativa? Come esercitarla? Ce lo spiega in questa rubrica Danilo Casertano, esperto di 'educazione libera'.

Sovranità educativa, come esercitarla?
Il Cambiamento è un giornale che parla quotidianamente di sovranità popolare, monetaria e alimentare con competenza e passione, per questo crediamo che sia il luogo giusto dove cominciare a parlare esplicitamente di sovranità educativa. Se digitate queste due parole nell'onnipervasivo Google non troverete alcun link che le associ e non crediamo sia un caso. L’educare è un cammino che porta a tirar fuori dai bambini la meraviglia, la loro unicità, i limiti da metamorfosare in stimoli, i talenti da coltivare per sé stessi e gli altri. Se questo processo viene controllato da chi non crede nell’essere umano o da chi teme che essere umani educati alla libertà possano essere pericolosi per il sistema allora il processo creativo si trasforma in distruttivo e si hanno generazioni con troppe persone con bassa autostima, arrabbiate, dipendenti, deluse, smarrite, esasperate, individualiste, egoiste. L’Italia è un Paese dove all’idea 'scuola' si associa immediatamente l’aggettivo statale (che rievoca sentimenti molto forti a tratti epici soprattutto nell’ambiente culturale della sinistra) oppure privata (spesso di matrice cattolica se non addirittura di “facili costumi” dove più paghi e più brilli e gli esami son tranquilli). In questa guerra gli interessi corporativi e personali hanno sempre teso a nascondere i limiti di questi due mondi facendone pagare le conseguenze a generazioni di studenti e non permettendo mai il nascere nell’ambito scolastico un privato sociale presente invece in altri paesi europei. Una scuola pubblica deve essere aperta a tutti (quella statale sicuramente lo è) ma soprattutto deve anche appartenere al popolo. La lontananza del sistema educativo dai bisogni reali dei ragazzi e delle comunità si fa sempre più grande ed è tempo quindi di dar vita e voce a nuovi paradigmi e alle buone pratiche per aiutare il sistema attuale e per farne sorgere uno nuovo. In questi anni nel mondo dell’educazione ho avuto rapporti con molte scuole statali, steineriane, montessori, diplomifici, scuole cooperative, cattoliche, centri studi, homeschoolers, charter schools, scuole internazionali e in questa rubrica vorrei condividere con voi ciò che ho osservato e dar voce a delle persone che ho conosciuto. Certo è che al di là di ogni schema, ideologia, teoria sull’educazione esistono uomini che lavorano su stessi e uomini che non lo fanno. Educatori che seguono solo il manuale di istruzioni e veri e propri maestri che vivono l’educare come un’arte e i bimbi come capolavori in divenire. La scuola è un luogo che può diventare il centro delle comunità come nel passato sono state le chiese e le case del popolo ma in maniera più aperta, superando le ideologie. Abbiamo bisogno di luoghi dove poter far convergere le risorse economiche, culturali e artistiche di un territorio. Per fare questo è necessario anche che anche la sfera giuridica (soprattutto quella locale, dove abbiamo più possibilità di interagire), mi riferisco quindi a presidi, consigli di circolo, assessori, municipi, sindaci si impegnino far diventare le scuole: centri di formazione permanente, luoghi di spettacolo, cultura, sostegno alla genitorialità, luoghi di incontro e condivisione. Troveremo molti ostacoli ma faremo senza dubbio anche degli incontri straordinari e scopriremo che le persone pronte al cambiamento sono molte di più di quante ce ne potessimo aspettare. È importante costituire associazioni di insegnanti, genitori, artisti, medici, educatori che si pongano degli obbiettivi di crescita comune, che si facciano portatori di idee e proposte. La mia esperienza è che queste associazioni possono dare un contributo alla ricerca pedagogica e didattica e dar vita a delle scuole vere e proprie condotte in maniera diversa dai modelli attuali. La sovranità educativa può nascere se parallelamente alla denuncia ci si prende la responsabilità di portare avanti le proposte. Possiamo cominciare da subito e nel luogo dove ci troviamo, i bambini e i ragazzi ringrazieranno per gli sforzi compiuti e dell’amore per l’azione. Libri consigliati sul tema: Scuola amica Scuola: Istruzioni per l'Uso Riprendiamoci la scuola

Commenti

Eh, sì, peccato che lo Stato stia facendo di tutto per smantellare le più semplici forme di associazionismo che, spinte dalla volontà delle famiglie e non richiedendo contributi ne' altro, "insospettiscono" le istituzioni ! Chi non richiede contributi non è controllabile, e ad oggi non è credibile, pare, essere uniti verso un obiettivo senza guadagnarci "altro" che il benessere dei propri figli. Combattiamo perciò contro lo Stato che vuole e vorrà sempre di più eliminare il diritto proprio dei genitori di educare i propri figli "
Mamma, 01-03-2012 02:01
Lo stato è un sistema e come tutti i sistemi, divide per imperare e mortifica le menti creative e libere per paura di perdere il proprio perverso potere, basato sulla sudditanza dettata dalla paura. Il cambiamento può venire solo dal basso, visto che al vertice abbiamo solo che corruzione e dittatura.
tedoldi giuditta, 09-12-2012 04:09

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