Stefano reinventa il mestiere: lustrascarpe a domicilio

Figlio e nipote di lustrascarpe, non ha voluto abbandonare il mestiere e, per sfidare la crisi, si è fatto venire un'idea che ha messo in pratica e ora fa il lustrascarpe a domicilio. La storia di Stefano Corradi.

Stefano reinventa il mestiere: lustrascarpe a domicilio

Stefano Corradi ha 34 anni ed è figlio e nipote di lustrascarpe che lavorano a Roma da più di 50 anni. Ha deciso di rappresentare una vera e propria evoluzione nel suo mestiere, anche per sfidare la crisi. Dopo aver imparato il mestiere da suo padre e da suo zio, ha deciso di mettersi in proprio ed intercettare il bisogno di alcuni clienti che, impegnati con il lavoro o troppo lontani, non potevano raggiungerlo. Così, ha pensato di fare il lustrascarpe a domicilio.

Ci parli del tuo lavoro?

Mi occupo solo della pulizia delle scarpe, non sono un calzolaio. Ho deciso di fare questo lavoro dopo averci provato per qualche mese quando avevo 18 anni. Adesso ne ho 34 e sono tornato da circa 9 anni, dopo aver fatto varie esperienze da dipendente, ad occuparmene. Ho pensato di andare a prendere le scarpe da pulire a domicilio o in ufficio e poi riconsegnarle personalmente.

Il tuo marchio è Eredi Cannolicchio. Perché questo nome?

La mia famiglia aveva questo soprannome perché un cliente trasteverino DOC fece al capostipite Giuseppe, il quale era completamente calvo, questa battuta: "A sor Giuse', si piovono cannolicchi te fanno li bozzi in testa " e da lì nacque il soprannome Cannolicchio.

Perché non ti piaceva fare il lustrascarpe?

Vedevo questo lavoro come il lavoro del "servo". Inoltre lavoravo a negozio dalla mattina alla sera e non volevo. Così me ne andai e iniziai a fare altri lavori. Nove anni fa, però, mi resi conto che il mio lavoro da dipendente non aveva senso e iniziai a vedere le potenzialità dell'antico mestiere di lustrascarpe e il rispetto che sentivo da parte dei clienti. Adesso non penso più che sia il lavoro del servo ma un lavoro importante e dignitoso.

Di cosa ti sei reso conto a un certo punto?

Siamo tutti nell'ottica che se non lavori in un ufficio, con un posto fisso e uno stipendio sicuro a fine mese, non sei  integrato nella società.  Poi, magari, lavori tutto il giorno in un call center a fare una cosa che neanche condividi. Inoltre, esci fuori da lì che neanche sai fare niente. E' triste che molti ragazzi con enormi potenzialità ed idee siano costretti a lavorare al sogno di qualcun altro. Perché ci si riduce proprio a quello. A un certo punto ho capito proprio questo: ti ammazzi e fai il tuo lavoro al meglio ma per fare arricchire gli altri. Così ho pensato di fare qualcosa per me.

Perché questo lavoro è importante?

E' un lavoro che permette di non sprecare. Siamo abituati al fatto che le scarpe si comprano e si buttano. Nel nostro mondo consumista le scarpe sono fatte per durare poco così le butti e le ricompri. Adesso per esempio molte aziende che producono scarpe stanno alleggerendo le suole: fondi ultraleggeri che durano poco e vanno buttati. Sei obbligato a cambiare la scarpa perché si rompe o si rovina e non è conveniente ripararla. Parlo anche per scarpe di moda che costano moltissimo. Sono cambiate le lavorazioni.

Quali scarpe bisognerebbe comprare, quindi?

I nostri artigiani sono conosciuti e stimati in tutto il mondo e  bisognerebbe acquistare scarpe artigianali che sono di qualità e durano decine di anni con la giusta manutenzione. Ci sono accorgimenti utili a far durare le nostre calzature come ad esempio non metterle due giorni di fila ma alternarle, inserire sempre il tendiscarpe perché l'umidità le sforma e le accartoccia. Si spende molto di meno a comprare una scarpa di qualità che a cambiarle continuamente seguendo la moda.

Ti contattano i giovani per imparare questo lavoro?

Nel momento in cui gli spieghi che per pulire una scarpa non bastano 20 minuti ma è necessario conoscere i materiali in modo approfondito e che è necessario fare un vero e proprio percorso con diverse ore di pratica, la famosa gavetta, spariscono. Quando i giovani mi contattano perché vogliono imparare non hanno la pazienza di aspettare e fare la giusta pratica, impegnare il loro tempo e dedicarsi a questo lavoro con passione. Sembra che non ci sia la volontà di aspettare né di approfondire le cose. Si fanno vedere un paio di volte e poi spariscono quando capiscono che ci vuole pazienza, amore e tempo da dedicare. Sopratutto cercano lo stipendio senza avere alcuna competenza o pensare che sia necessario del tempo per formarsi. La prima cosa che ti chiedono è: "Quanto mi dai al mese?". Molti esordiscono dicendomi: "Ma sì, in fondo che ci vuole?". Ho notato che c'è disorganizzazione e confusione oltre a superficialità e mancanza di concentrazione. Ho provato anche a insegnare individualmente a qualcuno che me l'aveva chiesto ma quando vedo che lavorano con un occhio fisso al telefonino, capisco che non è il caso. Avevo progettato un corso base e un corso avanzato. Nel primo si imparavano gli elementi base: i materiali ad esempio che sono diversi e delicati e senza preparazione si rischia di fare danni enormi. Avevo previsto 3 fine settimana dedicati per il primo e 4/5 per  il secondo corso ma non ha funzionato proprio perché non c'è vero interesse.

Chi sono i tuoi clienti?

Sono persone che credono nella scarpa di qualità, non una scarpa che si cambia ogni anno ma che si acquista perché possa durare nel tempo se conservata con accorgimenti specifici e pulita nel giusto modo. Ci sono clienti che hanno una vera e proprio cultura della scarpa, uomini soprattutto, ma in inverno anche donne. Normalmente sono clienti tra i 25 e i 55 anni che hanno una buona confidenza con la tecnologia visto che non ho un negozio e ogni contatto avviene on line.

Quanto costa far pulire un paio di scarpe?

Dipende dal tipo di scarpa. Si parte da circa 15 euro per una lucidatura base a meno che non si tratti di materiali con sporco e macchie particolarmente ostinate. Poprio per essere preciso con i preventivi chiedo sempre una foto su whatsapp o sulla mia pagina Facebook.

Cosa non va nella pulizia delle scarpe che facciamo a casa e cosa sbagliamo?

Puliamo le scarpe con prodotti sbagliati (la zia di un'amica mi ha detto che lo sgrassatore della cucina pulisce le scarpe di camoscio oppure mia cognata ha lavato gli stivali di pelle in lavatrice), o con lucidi che coprono soltanto lo sporco, come le spugne autolucidanti a base di silicone.

Come hai iniziato a farti la clientela?

E' nato tutto per gioco. Parlando con un amico abbiamo pensato di creare una pagina facebook. All'inizio ho pensato di lavorare con tutta l'Italia e ci ho provato ma ho mollato per le difficoltà con le spedizioni e i costi elevati. Così ho pensato di lavorare nella mia città, Roma. Non volevo lavorare in un negozio e mi piaceva l'idea di fare un lavoro di qualità anche dal punto di vista del contatto personale col cliente con cui posso parlare e discutere i problemi della scarpa, spiegargli cosa intendo fare e come. Il contatto umano è fondamentale.

Che ruolo ha la tecnologia nel tuo lavoro di lustrascarpe?

Il primo contatto avviene su facebook o su whatsapp, mi mandano le foto e sono in grado di fare un preventivo di massima già così. Se il cliente accetta vado personalmente a casa sua. I social mi hanno aiutato molto a farmi conoscere. Inoltre faccio video e foto da mettere sul mio profilo facebook per far vedere il mio lavoro e uso le sponsorizzate sui social. Funziona. Personalmente non sto molto sui social ma mi aiuta un amico esperto in queste cose.

Che prodotti usi per la pulizia?

Olio di gomito prima di tutto e lucido. Poi anche alcol e smacchiatori quando è necessario  ma si tratta di materiali pericolosi per la scarpa se usati in maniera superficiale. Pulire la scarpa nel giusto modo significa nutrirla e farla durare nel tempo.

Qual è la tua giornata tipo?

Dedico tre pomeriggi alla settimana ai ritiri e alle consegne, il resto del tempo mi dedico al lavoro vero e proprio di pulizia.

Quanti clienti hai al momento?

Circa 60 clienti fissi e altri che saltuariamente mi contattano. Al momento sono ancora pochi ma ho appena iniziato.

Riesci a vivere di questo lavoro?

Certamente è un lavoro che richiede sacrificio e tutto quello che è in più lo reinvesto in pubblicità e nuove iniziative, collaborazioni ed eventi. Riesco, però, a vivere dignitosamente con una moglie ed una figlia di 6 anni e mi ritengo fortunato nonostante lo stato non tuteli in alcun modo i giovani imprenditori. Noi stringiamo i denti e andiamo avanti.

Per chi volesse contattarti?

Su Facebok mi trova qui: https://www.facebook.com/lustrascarpestefano

Il mio cellulare è 3383190799. Su instagram sono qui: lustrascarpe_eredicannolicchio e la mia mail è lustrascarpe@libero.it

Sei in rete con altri lustrascarpe in Italia o all'estero?

Sono in contatto con alcuni lustrascarpe in Italia,  ma ancora non ci siamo incontrati.

Hai clienti all'estero?

Sì, ho clienti che quando vengono in Italia, magari una o due volte l'anno, mi portano valigie piene di scarpe da pulire: al momento dall'Inghilterra e dalla Germania

Chi sono i più importanti lustrascarpe in Italia?

A Roma, i Cannolicchio, poi ci sono i lustrascarpe storici di Napoli sotto i portici e nel Sud Italia.

Qual è il tuo obiettivo per i prossimi anni?

Vorrei creare qualcosa che in Italia non c'è ancora. E' un progetto impegnativo che spero porti a conoscenza del mestiere di Lustrascarpe in tutto il mondo ma che non sia associato al lavoro del Calzolaio che, con tutto il rispetto, è un altro mestiere. Sono dell'opinione che ognuno debba fare il proprio. Noi siamo esperti nella pulizia delle scarpe. C'è un progetto e molte idee ma non voglio ancora svelare nulla...

 

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