Storie di geotermia e di ordinaria follia. Lettera dall’Amiata

La Regione Toscana e la geotermia sull'Amiata, Eni ed Enel con il beneplacito di amministratori e governatori, le forze delle associazioni e la battaglia per l'ambiente. “Che cosa avverrà?”. Le riflessioni di Carlo Carlucci.

Storie di geotermia e di ordinaria follia. Lettera dall’Amiata
Sembra di non raccapezzarci più. Da che parte incominciare? Proviamo dalla testa, che una volta si supponeva pensante, cioè dal dr. Rossi, governatore della Toscana, e dal corpo, la Toscana tutta. Una sorta di mito per tutti gli italiani e un mito a tutti gli effetti, un mito paesaggistico (costa esclusa, dominata come altrove da Re Cemento). Poi la Crisi galoppante. Una crisi non solo economica, ma anche, morale, una crisi di identità, una crisi politica di proporzioni stratosferiche. La Casina delle libertà o casino delle libertà (di rubare a man bassa), le elezioni vicine, il Partito demoralizzante, nato da una costola (spuria) del Pci, andato alla deriva dopo l’ictus che mise fine alla vita del compianto Berlinguer. Restiamo in Toscana, la regione dei rossi, pardòn di Rossi, già assessore alla sanità-fiore-all’occhiello, già eccellenza toscana. E che ti fa il Rossi nella crisi? Fa quello che fanno tutti, bisogna far cassa, raccattare i pochi-maledetti-e-subito. Quello che ha stabilito il bocconiano Monti e che Bersani, copia-e-incolla, segue e persegue. Siccome bisogna andare avanti anche se i bambini, soprattutto i bambini lo capiscono che così facendo si precipita e siccome per fare andare avanti la Macchina, il Meccanismo ci vuole Energia e ancora Energia, allora, nella Crisi inarrestabile, via ai progetti targati Energia. Dovunque o comunque. La Lucania cenerentola d’Italia, splendida nel suo abbandono, già parzialmente devastata dagli enormi tralicci eolici, verrà interamente tappezzata da questi moderni mulini a vento e, beninteso, dalle trivelle petrolifere e nel restante dal fotovoltaico… Ma la Toscana che c’entra? C’entra, c’entra. Da Pisa al Lazio e da Siena al mare Rossi, per rispondere al grido di dolore dei cassintegrati, autorizza o sta autorizzando tutto e di più: centrali geotermiche dovunque (geotermia cattiva e inquinante come sull’Amiata e geotermia buona, non inquinante o quasi), trivelle petrolifere, cantieri di strade e autostrade, inceneritori (‘chi è contro l’autostrada tirrenica e gli inceneritori è di destra! ha tuonato questo eccelso difensore del Progresso, delle Magnifiche Sorti e Progressive) ricerche minerarie, dissalatori, invasi. È in nome di questa eccellenza, anzi in nome di sua Eccellenza il Progresso che Bagnore 4, la centrale geotermica che con tutta probabilità metterà fine al più importante acquifero dell’Italia centrale (già ridotto ai minimi termini e in costante, pauroso calo con le centrali geotermiche esistenti) sta per essere installata. Mi dispiace ripetere e straripetermi su una storia di ordinaria follia, ma che darà la stura alla ‘basilicatizzazione’ della Toscana ( vedi le centinaia di progetti approvati e in via di approvazione per ricerche minerarie, discariche e quant’altro). Non per stabilire differenze di pregi e di valore fra le regione Cenerentola e la regione Regina, ma perché entrambe bellissime, paiono soggette allo stesso, incombente, inesorabile degrado. Eni ed Enel, energiche Sorelle fornitrici di Energia, entrambe impegnate, quanto generosamente impegnate nei piani energetici nazionali ( nella latitanza dei governi che ci sono succeduti dall’ultimo piano del 1987), assolutamente, autenticamente democratiche (Monti, Bersani, Alemanno, B per noi pari sono...) non credono alle loro orecchie: dovunque, sul patrio suol e dovunque nel mondo (dovunque ci sono Eni ed Enel), dal Manzanarre a Reno, si sente risuonare lo stesso grido: Energia! Non deve stupire quindi che Enel sia uno dei sostegni, dei grandi partner della Regione, che essa sia saldamente insediata nella Regione Toscana, trovando di volta in volta il beneplacito di solerti amministratori e di governatori spuri come Martini e Rossi. Si muovono intanto le forze sparse delle associazioni, il 2 febbraio Italia Nostra, il Coordinamento dei Comitati e le Associazioni Ambientali tra cui il WWF si riuniscono a Capalbio per denunciare la mossa, strangolante per la Maremma, ordinata da Rossi. Il 3 successivo a Firenze la Rete dei Comitati discuterà di due temi principali caldi se non roventi: il Tav di Firenze e la geotermia sull’Amiata, ma l’agenda della giornata è fitta di relazioni intorno all’ambiente. Rossi è il peggior sordo, colui cioè che finge di non sentire. Le elezioni sono alle porte. La cosiddetta opposizione, quella che per ora non ha ancora voce in capitolo si sta facendo i muscoli, pensiamo al Movimento 5 Stelle enormemente lievitato, poi ci sono gli arancioni fra cui spicca Rivoluzione Civile di Ingroia, il Cambiare si può! Noi ci siamo!, il polo alternativo recentemente costituitosi a Roma. Che cosa avverrà? È presto per dirlo. Ma ci si comincia a credere, quasi stropicciandosi gli occhi. Tanti sacrifici estremi, a cominciare dagli eroi fulgidi della Resistenza come Cocito, ai Falcone, ai Borsellino, ai La Torre, caduti per che cosa? Per gli AD di Enel ed Eni, per il mangia-mangia che è diventato il Parlamento, per le Banche onnipotenti, per questa sinistra finta, fantasmagorica e fantomatica, per l’Italia giovane assolutamente senza futuro che non sia la pensione dei padri? E il dopo? Questa la Toscana, la tetra Regione rossa di Rossi? Questo era radioso sol dell’avvenire? Don Gallo nel 42simo anniversario della sua Chiesa di strada come la chiama lui, della sua comunità di drop out, di emarginati, di povere prostitute dei paesi dell’Est, di tossicodipendenti (si fa per dire tossico dipendenti, perché se pensiamo a B e alla follia rapace di quasi i titolari degli scranni parlamentari...) al termine della messa, si messo seraficamente a cantare Bella Ciao, sventolando un drappo rosso, con i fedeli intorno ad accompagnarlo. Un prete rosso? Un comunistaccio? Macchè rosso, macché comunistaccio questo ottantaduenne ragazzo partigiano, convertito dal Cristo in prete. La battaglia per l’ambiente, ci ha detto e ripetuto, è oggi prioritaria nel mondo, è la vecchia, eterna lotta di classe, che ha cambiato nome, come è nell’ordine del normale avvicendamento delle cose. Rossi, dal cognome paradossale, come è paradossale il suo Partito demoralizzante, è dentro il mazzo delle figurine di mezza tacca, oramai scadute, sbiadite ma che, senza volerlo oppure scientemente, finché possono, combineranno tutto il male possibile. Per questo lui e quanti come lui vanno fermati. Quanto prima meglio è.

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