Tagli alla cultura: 150 attori lanciano un appello

Pochi fondi e pesanti tagli compromettono gravemente il patrimonio culturale italiano a difesa del quale si sono mobilitati in questi giorni attori e lavoratori del settore. Nel 150° anniversario dell’Unità d'Italia, centocinquanta protagonisti della scena artistica italiana lanciano un appello per salvare la nostra cultura, minacciata dai pesanti tagli previsti dal Governo.

Tagli alla cultura: 150 attori lanciano un appello
Nel 150° anniversario dell’Unità d'Italia, centocinquanta protagonisti della scena artistica italiana lanciano un appello per salvare la nostra cultura, minacciata dai pesanti tagli previsti dal Governo. Alla mezzanotte tra il 16 e il 17 marzo, dal palcoscenico del Teatro della Pergola di Firenze, nell'ambito della Notte Italiana, l'attrice Anna Bonaiuto leggerà l'appello 'Un saluto per l'Italia che cambia' lanciato da Maurizio Scaparro per la difesa del Teatro Italiano. Gli attori firmatari avvertono “l'urgenza e la necessità di lanciare un grido di allarme perché le Istituzioni del nostro Paese e il mondo della comunicazione non perdano il contatto con le forze vive della Cultura e del Lavoro, per costruire, con la grande tradizione dei Maestri e le vitalità innovative delle giovani generazioni, un nuovo Umanesimo”. “Il Teatro italiano – dicono ancora gli attori nel loro appello - proprio per la sua capacità di tradurre ed interpretare questi stessi sogni nella ricchezza delle sue lingue e dei suoi dialetti, è stato per un lungo periodo una preziosa moneta di scambio che circolava tra mille difficoltà e avventure in Europa, nel Mediterraneo, al quale pensiamo tutti in queste ore con grande preoccupazione, e nel Mondo intero”. La voce dei centocinquanta si aggiunge così alle proteste che negli ultimi giorni si sono levate contro i tagli alla cultura, uno dei tesori più preziosi del nostro Paese. Ieri i lavoratori di alcuni teatri genovesi hanno occupato simbolicamente la Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, dove si è celebrata la seduta congiunta dei consigli comunale, provinciale e regionale in occasione della celebrazione del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia. I manifestanti, dopo aver spiegato i motivi della mobilitazione, hanno srotolato uno striscione che recitava l'articolo 9 della Costituzione italiana: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”. Eppure, sebbene la promozione della cultura sia prevista dalla nostra Costituzione, il Governo ha stabilito un ulteriore taglio di 70 milioni di euro - tra Fondo unico dello spettacolo e tutela complessiva del patrimonio - che si aggiunge a quelli già decisi nella Legge finanziaria e confermati dal Milleproroghe. La scarsità dei fondi compromette gravemente la difesa del patrimonio culturale italiano, come ha dovuto ammettere il presidente del Consiglio dei beni Culturali Andrea Carandini che pochi giorni fa ha rassegnato le sue dimissioni. “Il fondo è stato raggiunto. In questa situazione miserevole ho perso la speranza”, spiega in una lettera al Corriere l'archeologo Andrea Carandini. “Se la nave fosse stata colpita da un nemico - scrive Carandini - rimarrei sulla tolda per dare man forte ai funzionari dediti al bene comune, ma qui è una parte rilevante della Repubblica che affonda se medesima nella qualità ed identità delle nostre vite. Per evitare questa auto-distruzione varrebbe la pena di scegliere, con più fatica e cura, dove premiare e dove tagliare più a fondo, prendendo ad esempio di mira i costi immani della politica, da tutti denunciati ma da nessuno limitati, per salvare un patrimonio di storia e di arte, grazie a una somma contenuta e a un manipolo di assunzioni urgenti”.



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