In televisione vince sempre il peggio

“La televisione è sensazionalistica, è asservita a poteri vari, si basa sul volgare, sull’immediato, sulla rissa, sull’esibizione, sull’estetica, insomma su tutto quanto ci può essere di basso e superficiale come messaggio”.

In televisione vince sempre il peggio
C’è chi pensa che la televisione in fondo sia solo un mezzo e dipende da come e da chi la usa. Io non ne sono molto convinto ma può darsi. Nella realtà però succede pressoché sempre che la televisione favorisca il peggiore. Basta prendere l’esempio di Berlusconi che prima della campagna elettorale sembrava ormai destinato ad una pensione a Malindi e invece una volta accesi i riflettori televisivi eccolo alla riscossa. Ha guadagnato punti in maniera impressionante dicendo assurdità, falsità e idiozie a tutto spiano amplificate e ospitate a dismisura dalla televisione. Ma perché lo ha potuto fare? Perché la televisione è audience (lo abbiamo visto con la sua vittoriosa ospitata da Santoro) e tutto quello che fa audience anche le mega buffonate di Berlusconi, vanno bene, anzi più si sparano grosse e più sono leccornie televisive. Ma tutto ciò è evidente, la televisione per come è strutturata è fatta apposta per esaltare il peggio. La televisione è sensazionalistica, è asservita a poteri vari, si basa sul volgare, sull’immediato, sulla rissa, sull’esibizione, sull’estetica, insomma su tutto quanto ci può essere di basso e superficiale come messaggio. Qualche programma meno peggio, quale giornalista più decente ci stanno apposta come due foglie d’insalata tanto per dare una parvenza, ma poi sono ben altri i programmi e gli obiettivi che contano. La televisione ci ha regalato un ventennio di Berlusconi dove la cultura è scesa nelle catacombe e se non avessimo dato così tanto credito e potere alla televisione, Berlusconi a Malindi o in galera ci sarebbe andato già venti anni fa. Il fatto che la televisione difficilmente possa produrre realmente qualcosa di positivo lo dimostra anche il tentativo fallito della televisione Current di Gore che tante speranze aveva acceso. Sembrava finalmente che il sogno si realizzasse, una televisione con contenuti seri, ambientali, sociali, di rottura, peccato che recentemente se la siano comprata gli arabi di Al Jazeera e tanti saluti alla televisione di contenuti. I grandi cambiamenti culturali si fanno anche con prese di posizione coraggiose e mettendo in discussione quello che fino a ieri sembrava assolutamente sacro e inviolabile. Informarsi non è stare davanti allo schermo televisivo che detta, tempi, persone e condizioni che sono l’esatto opposto della cultura e dell’informazione.

Commenti

orwell docet
gigi, 18-02-2013 06:18
oltre orwell, aldous huxley......... brave new world
mic60, 16-03-2014 11:16

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