The Ecology of man, un breve saggio che aveva previsto il futuro (Prima parte)

'The ecology of man', è un breve saggio di Technocracy, un movimento nato in Nord America negli anni '20, ed è la testimonianza storica di come in poche pagine, scritte nel 1948, sia possibile rintracciare i punti chiave delle crisi ecologiche, politiche ed economiche che stiamo vivendo in questi anni.

The Ecology of man, un breve saggio che aveva previsto il futuro (Prima parte)
"Il Nord America non può più essere occupato da una civiltà ad alta densità energetica che si basa su fondamenta pericolose e senza futuro. Dobbiamo organizzarci per la sopravvivenza!" Technocracy da sempre afferma che il tipo di intervento sociale che prospetta, non è solamente auspicabile; è necessario. Non appena analizzeremo questo documento, ci chiederemo: "sarà l'uomo in grado di vivere su questo continente senza cambiare in modo netto il proprio metodo di di gestirlo?" ___________________________________________________ Il presente non è un opuscolo di piacevole lettura. Spaventerà il lettore nel rendere evidente quanto vicino ad un precipizio ci abbia portato il nostro sconclusionato Sistema dei Prezzi [1] e con quale noncuranza i nostri ignoranti leader politici e finanziari non siano a conoscenza dei fatti della vita. È questo persistente rifiuto nell'affrontare la realtà che è stata la causa di tutte le difficoltà della nazione degli ultimi trent'anni. L'ecologia è lo studio degli organismi in relazione al loro ambiente. Dato l'assunto che nessun organismo vive in relazione solo con se stesso, lo studio dell'ecologia comprende sia i rapporti tra numerosi organismi, quanto le loro stesse relazioni con il mondo inorganico. La rete della vita Questo complesso di relazioni viene spesso chiamato web of life (rete della vita). I componenti principali dell'ambiente sono le piante, gli animali, i minerali e l'acqua, più altri fattori di importanza variabile che escluderemo dalla presente trattazione. Quando esiste una stabilità di fondo dell'ambiente, cioè quando le condizioni e le relazioni non mutano sensibilmente di anno in anno, parliamo di 'equilibrio naturale'. Quando esiste un equilibrio dinamico stabile tra piante, animali, minerali e acqua, prevale una condizione peculiare ed interessante: di anno in anno le sostanze che ritornano all'ambiente sono essenzialmente equivalenti a quelle rimosse. Ad esempio, le piante e gli animali che muoiono sono rimpiazzati da piante ed animali simili. Non viene rimossa più acqua di quella che si accumula durante l'anno. La fertilità sottratta dal suolo si recupera. In tali condizioni, escludendo un cambiamento geologico maggiore, l'ambiente dominante potrebbe perdurare per un tempo indefinito. Tuttavia, l'equilibrio naturale viene spesso sconvolto. Un'intera zona può essere colpita da un cambiamento geologico, come ad esempio un'alterazione del clima (temperatura ed umidità) od una variazione di altitudine o topografia. Uno stravolgimento locale di entità molto meno minore si verifica quando un'area viene bruciata od invasa da una duna di sabbia o un deposito vulcanico. In seguito ad eventi che cancellano tutta o gran parte degli organismi viventi, si rende necessario un periodo di ricolonizzazione. Le prime forme di vita che popolano un'area vengono chiamate flora e fauna pioniere. La vita pioniera è solo temporanea: viene presto rimpiazzata da altre forme viventi, una volta formatosi l'ambiente adatto ad esse. Queste a loro volta sono seguite da altre. Quindi, si verifica una successione di forme di vita, una serie di cambiamenti nelle componenti organiche dell'ambiente, in cui in successione le specie di transizione acquistano importanza, per poi scomparire gradualmente. Alla fine, si ricrea un nuovo equilibrio, ancora una volta stabile. L'ultima associazione di piante e animali di una successione ecologica viene detta associazione climax. Essa tende ad essere stabile per un lungo periodo di tempo. Potremmo utilizzare un'area di foresta bruciata come esempio per un'ulteriore spiegazione. In questo caso, le specie pioniere probabilmente sarebbero vari tipi di erbe, di genere diverso in base all'area geografica, all'umidità e all'altitudine. Queste non rimarrebbero a lungo le specie dominanti: il posto verrebbe presto conquistato da altre specie, probabilmente vari tipi di arbusti. Questi verrebbero probabilmente rimpiazzati da alberi, e questi primi alberi da altri alberi di diverse specie. Alla fine, si stabilirà una flora climax permanente. Questa flora, e la fauna ad essa associata, costituisce un equilibrio bilanciato, non solo tra gli organismi componenti, ma anche in rapporto alle riserve di acqua e minerali dell'area. Tuttavia, possono volerci anni perché i cambiamenti di transizione sfocino nell'associazione climax e questa potrebbe non essere composta dalle stesse piante ed animali che costituivano quella precedente all'incendio. L'aspetto più importante è che l'associazione sia in equilibrio ed è in grado di auto-mantenersi rispetto agli altri competitori per quell'area. L'uomo specie dominante Tra le associazioni ecologiche del pianeta, l'uomo è attualmente la principale specie animale dominante, tranne in poche aree dove non è penetrato in gran numero. Nonostante la specie umana sia da tempo una componente dell'equilibrio del pianeta, solo nella sua storia recente è diventata un fattore di disturbo per l'equilibrio stesso. Grazie alla sua notevole intelligenza innata ed alla sua inventiva, così come anche alla sua organizzazione sociale, l'uomo è stato in grado di alterare l'equilibrio dinamico sempre più in suo favore. L'invenzione delle armi e degli attrezzi, l'uso del fuoco e lo sviluppo del linguaggio (come mezzo di comunicazione e memoria sociale) hanno fornito un vantaggio decisivo nella lotta per la sopravvivenza sugli altri animali di grandezza simile o anche superiore. L'addomesticamento di piante e animali ed altri sviluppi tecnologici hanno accelerato questa superiorità nei secoli fino ad oggi, allorquando è diventato praticamente ovunque la specie predominante nell'ambiente, se non in termini numerici, almeno negli effetti che ha prodotto. Durante il 98% dei 7000 anni di esistenza civilizzata sul pianeta, questo progresso tecnologico è stato così lento che il disturbo all'equilibrio ecologico generale era di entità minoritaria e conseguiva effetti esclusivamente locali. Ma il recente 2% di questo periodo, pari agli ultimi 140 anni, mostra un andamento decisamente differente [2]. In questo ultimo lasso di tempo, la specie umana si è trasformata in una sorta di epidemia planetaria. Ha sterminato o perseguitato molte delle specie che un tempo vagavano per le terre emerse, volavano in cielo o nuotavano nelle acque da milioni di anni. Ha arato il suolo e ridotto drasticamente la crescita delle piante al punto che molte zone un tempo verdi di foreste e prati ora sono desertificate. L'ambiente ecologico nel quale l'uomo poteva prosperare si sta ora restringendo a causa del suo incurante comportamento. La specie umana ha anche permesso una crescita demografica tale da renderla autodistruttiva. Non solo deve lottare per la sopravvivenza contro gli altri elementi dell'ambiente, ma combatte anche all'interno della sua stessa specie per determinare quali individui e quali gruppi debbano sopravvivere. Non importa quanto si tenti di razionalizzare il valore della vita umana, non si può sfuggire alla conclusione che semplicemente ci sono troppi esseri umani sulla terra. In conseguenza della sovrappopolazione, la distruzione delle foreste e di altre forme di vita organica utilizzate nei processi vitali dell'esistenza umana è in molti casi maggiore della capacità di rigenerazione delle singole specie coinvolte. Il pascolo intensivo negli Stati Uniti occidentali, ad esempio, ha ridotto le piante commestibili ed eroso il suolo a tal punto che i pascoli saranno in grado al massimo di essere sufficienti per una frazione del bestiame rispetto a cinquant'anni fa o più. I nordamericani stanno tagliando le foreste più rapidamente di quanto vengano rimboscate. Persino alcune forme di vita oceaniche si stanno estinguendo; non solo le grandi balene, ma anche alcune specie di pesci e crostacei usati come cibo. Continua... Note 1. Il termine originale System Price può oggi indicare l'odierno Sistema di mercato libero e globalizzato; per approfondimenti vedi anche le seguenti voci su wikipedia: Price System ed Energy Accounting 2. I dati si riferiscono all'anno 1948 data di pubblicazione in lingua inglese dell'opuscolo. Nel 2008 data di traduzione in italiano gli anni sono divenuti 200 pari a quasi il 3% del periodo considerato Traduzione dall'articolo originale in inglese del 1948 tratto da 'The Technocrat’ Magazine', Vol. 16, No. 12. Copyright 1948.
Titolo originale 'The Ecology of Man'
Traduzione a cure degli Amici di Beppe Grillo di Roma
(Leonora Faccio - Dario Tamburrano – Erica Giuliani)

Commenti

Opuscolo che inneggia all'eugenetica?
Pasquino, 04-04-2011 12:04
Scusami ma che c'entra l'eugenetica? dove l'hai letta?
Dario Tamburrano, 09-04-2011 11:09

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