Tremila in corteo contro l'inceneritore di Albano. Un arresto e 43 denunce

"Una grande giornata di partecipazione, di mobilitazione e di lotta". Così il coordinamento contro l'inceneritore di Albano definisce la manifestazione di sabato 14 aprile contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha sbloccato i lavori per la realizzazione dell'opera. Una giornata che ha visto momenti di tensione, tali, secondo le forze dell'ordine, da giustificare l'arresto di un minorenne e 43 denunce.

Tremila in corteo contro l'inceneritore di Albano. Un arresto e 43 denunce
Un corteo di circa 3mila persone, per dire 'no' a chi vuole affrontare il problema dei rifiuti andando contro la volontà dei cittadini, a danno della loro salute e dell'ambiente. L'inalazione delle polveri prodotte dall'incenerimento, denuncia il coordinamento No Inc, può infatti provocare l'insorgere di una serie di patologie, dal cancro all'Alzheimer, mentre il funzionamento dell'impianto sottrarrebbe 28mila litri d'acqua ogni ora alle falde acquifere del territorio, oltre a rendere necessaria la depurazione delle acque. Rischi ambientali, cui si aggiungono le preoccupazioni per la parzialità di questa 'soluzione', che non va ad intaccare la produzione di rifiuti, né è in grado di garantire la totale eliminazione degli scarti, che finirebbero comunque per circa l'80% in discarica. Da cinque anni associazioni ambientaliste e amministrazioni locali chiedono misure per il recupero e il riciclo in alternativa alla costruzione dell'inceneritore, che dovrebbe essere realizzato accanto ai sette invasi della discarica di Ronciglione (discarica di cui gli abitanti dell'area denunciano da tempo l'allargamento e le conseguenze sulle falde acquifere). Una mobilitazione che sembrava aver raggiunto il proprio obiettivo con il successo del ricorso presentato al Tar e che ora si trova alla prese con una sentenza del Consiglio di Stato di segno opposto, che autorizza l'inizio dei lavori per l'opera, come peraltro anticipato dal ministro per l'Ambiente Corrado Clini. A sfilare per le vie della cittadina laziale, lo scorso 14 aprile, insieme alla popolazione locale, anche i rappresentanti di altri comitati impegnati sul tema dei rifiuti, come quelli di Cerveteri e Fiumicino, e su altre emergenze ambientali, come quello per la tutela della Valle del Sacco, insieme a studenti e altre reti sociali. Una manifestazione pacifica, come le tante che gli abitanti hanno messo in atto negli anni, terminata con degli scontri, quando ormai ci si avvicinava all'assemblea conclusiva. Un comunicato del coordinamento spiega infatti che, raggiunta la destinazione del corteo, piazza Mazzini, e dopo aver tentato, senza riuscirci, di raggiungere l'Appia, una parte del corteo ha imboccato una strada secondaria, adiacente a villa Doria, dove hanno avuto luogo degli scontri con gli agenti. Secondo i no Inc, a generare tensione è stata una carica delle forze dell'ordine, apparentemente ingiustificata; nella versione della Questura di Roma, invece, una parte dei manifestanti avrebbe lanciato sassi e bottiglie contro gli agenti, nel tentativo di occupare la via Nettunense, che si trova, però - osservano gli organizzatori - ad almeno cinque chilometri dalla piazza. Gli scontri non sono bastati a svuotare la piazza, che ha comunque dato vita all'assemblea. A quel punto però le forze dell'ordine sono rientrate in scena e hanno fermato un ragazzo di 17 anni con l'accusa di aver ferito, con il lancio di una pietra, un agente. Circa 40 persone, tra cui alcuni giornalisti, hanno raggiunto il commissariato per chiedere il rilascio del giovane studente, ma sono state circondate in pochi minuti da camionette di poliziotti e carabinieri in assetto anti-sommossa e identificate, per poi essere rilasciate, mentre il ragazzo rimaneva dentro con la madre e un legale. Alla fine, per il ragazzo fermato, la conferma dell'arresto, con le accuse di lesioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, mentre altre 43 persone sono state denunciate. Secondo la Questura, perché avrebbero lanciato oggetti contundenti contro le forze di polizia.

Commenti

Si continua ad imporre ai cittadini soluzioni di smaltimento dei r.s.u. dannose alla loro salute ed all'ambiente,che costano eccessivamente.Si scarta invece un sistema alternativo meno costoso e non inquinante,che considera l'impasto dei rifiuti soldi urbani ed altri inerti nel calcestruzzo.Si avrebbe così pure il vantaggio di poter impiegare i blocchi da esso ricavati,che si possono produrre in qualsiasi forma e misura,per svolgere in economia molti lavori.Sarò lieto di dare illustrazioni dettagliate in merito,a chi ne sia seriamente interessato. Genova - aldocannavo@fastwebmail.it
Aldo Cannavò, 20-04-2012 11:20
falsità gravissime e clamorose nell'interpretazione delle normative europee; http://www.minambiente.it/home_it/showitem.html?item=%2Fdocumenti%2Fcomunicati%2Fcomunicato_0354.html&lang=it Entro fine mese il decreto per la trasformazione dei rifiuti in combustibile» «Vareremo entro fine mese un decreto che prevede l'impiego di combustibili solidi secondari nei processi industriali, in particolare nel settore del cemento, che aiuterà anche molte regioni ad uscire dallo stato di emergenza». A parlare è Corrado Clini, ministro dell'ambiente nell'ambito del suo intervento al convegno di presentazione dello studio Nomisma Energia sui Combustibili solidi secondari (Css), cioè combustibili ricavati dai rifiuti ma diversi dal Combustibile da rifiuti (Cdr). «L' uso come combustibile in centrali, cementifici o anche termovalorizzatori può essere una strada da seguire %u2013 spiega Clini %u2013 per risolvere il problema dei rifiuti, per valorizzare energicamente i rifiuti e per uscire fuori da un circuito nel quale la malavita organizzata ha avuto un ruolo molto importante. Il nostro obiettivo è quello di far uscire i rifiuti dal ciclo ordinario per portarli in un ciclo industriale, qualunque sia: raccolta differenziata, recupero di energia o recupero di materiali». Quindi, il ministro sottolinea che è sua intenzione «favorire e promuovere un accordo di programma tra il ministero dell'Ambiente, alcune regioni italiane e Aitec (Associazione italiana tecnico economica del cemento, ndr) sulla valorizzazione energetica del Css nelle regioni italiane che sono maggiormente esposte e tutt' ora in una grave situazione di emergenza». Quindi, affrontando il caso dell'emergenza Roma, chiarisce che la città «non entrerà in emergenza se avrà questa prospettiva, che poi delle direttive europee e delle leggi Cosa dice invece l' Europa? Secondo Bruxelles, il problema è che «troppo spesso i prezzi non rispecchiano il costo reale di smaltimento» dei rifi uti. Inoltre, molti stati europei «non dispongono di infrastrutture adeguate per raccolta differenziata, riciclaggio e recupero». Tra l'altro,latitano i controlli sistematici e mancano meccanismi automatici di rispetto degli obblighi da rispettare. Il che rende complicato lo sviluppo del business nella gestione dei rifi uti, i cui operatori non possono ancora contare su dati affi dabili e certi. Le soluzioni. In primis lo studio Ue suggerisce di «incrementare le conoscenze sui rifi uti». Servono, insomma, dati migliori e un sistematico monitoraggio del funzionamento pratico della legislazione comunitaria. In questo, Bruxelles ricorda che da pochissimo Eurostat ha istituito un Data centre on waste (un centro dati sui rifi uti). In merito alle azioni da intraprendere, lo studio Ue ne suggerisce tre. Primo: attuare al meglio il principio «chi inquina, paga», ricorrendo il più possibile a strumenti economici, come un aumento dei costi di smaltimento. Così da recuperare le risorse fi nanziarie necessarie alla gestione dei rifi uti. Secondo: rafforzare le ispezioni. In proposito, la commissione sta pensando di dotarsi di propri ispettori per attuare un audit a livello dell'Unione.Organismo, che troverà forza anche in nuove norme comuni per le ispezioni, da attuare nei singoli stati membri. Terzo: potenziare il ruolo dell'Agenzia europea dell'ambiente(Aea).Operazione che consentirebbe un risparmio notevole, visto che aggirerebbe la necessità di dover costituire una nuova agenzia europea specializzata sui rifi uti. Ora la palla passa alla commissione, che dovrà stilare una tabella di marcia sulla base delle risultanze dello studio. In cantiere, incentivi economici e giuridici (come imposte sulle discariche), ma anche divieti. Così come un ampliamento dei regimi di responsabilità del produttore e nuovi strumenti del tipo «paga quanto butti» nazionali». La mancanza della raccolta differenziata frena un mercato da miliardi di Euro, un potenziale enorme in posti di lavoro e questo dinosauro di ministro vuole bruciare tutto per fare un favore alla camorra e a agli amici di confindustria. Non trovo alcuna collegamento tra queste considerazioni e la posizione del Ministro, in una crisi occupazionale gravissima sperperiamo denaro e possibilità di sviluppo bruciando i materiali post consuno senza alcuna selezione, senza considerare i risvolti certi di danno alla salute . La direttiva comunitaria parla di recupero di materia, solo dopo di eventuale incenerimento, ma alla luce delle attuali conoscenze i materiali che possono essere avviati a nuova vita sono la quasi totalità, l'esperienza del Centro Riciclo di Vedelago è illuminante in proposito. Rifiuti indifferenziati nel ciclo del cemento, cose da pazzi......
carlo, 22-04-2012 06:22

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