Trivellazioni off-shore: nuovo assalto ai mari pugliesi

Si allarga il fronte delle regioni italiane che si schierano contro le trivellazioni. E’ il turno della Puglia che, dopo il muro eretto dai cittadini in Basilicata, dice no alle multinazionali e alla messa a repentaglio del territorio e della salute della popolazione.

Trivellazioni off-shore: nuovo assalto ai mari pugliesi

A intervenire in merito è il comitato pugliese “No petrolio, sì energie rinnovabili”. «Nei giorni scorsi sono state depositate dalla Global Petroleum Limited quattro nuove istanze di permesso per la ricerca di idrocarburi in mare, al largo delle coste pugliesi, per un area complessiva di quasi 3000 chilometri quadrati e che copre praticamente la metà della costa pugliese, da Molfetta fino a Torchiarolo – spiegano dall’associazione - La Puglia, già da anni impegnata in una dura battaglia contro le trivellazioni, subisce dunque l’ennesimo attacco dall’ennesima compagnia interessata a sondare il mare per ricavarne lucro. Il dato eccezionale è, però, la massiccia e diffusa sensibilità che ormai si riscontra sul tema. Non appena appresa la notizia, da ogni punto sono scattate convocazione di incontri, presidi, proposte di manifestazione. L’attenzione è massima e l’idea di fondo è chiara: non si tratta di discutere un prezzo migliore o peggiore per trivellare, dai territori non si passa più. Siamo territori che, in questa estenuante battaglia, rischiamo di essere vinti non tanto dal fronte delle compagnie petrolifere, quanto dal fuoco amico dei governi e delle segreterie nazionali di partito rimaste ancora, nonostante i continui richiami, troppo fredde sul tema. In questo contesto, il Comitato No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili ritiene inaccettabili le dichiarazioni dei giorni scorsi di Prodi e De Castro che riaprono a strategie politiche sulle energie fossili e, ancor di più, quelle del ministro Guidi che ha espresso un chiaro orientamento favorevole all’opzione idrocarburi in mare: “Non possiamo rinunciare a riprendere le esplorazioni per arrivare a una bolletta energetica più leggera e sostenibile. Non va sacrificata la piena sicurezza ambientale, ma non possiamo neanche permettere che intransigenze ambientaliste o resistenze locali blocchino esigenze nazionali di questa portata”. La Puglia, al contrario, continua a ribadire il suo fermo “NO” al Petrolio in perfetta sinergia tra società civile ed istituzioni. Come popolazioni in diverse occasioni siamo scesi in piazza, la regione Puglia si è resa megafono di tali istanze nonché collante tra le regioni adriatiche e ioniche in questa battaglia attraverso le proposte di legge alle Camere, per vietare la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque dell’Adriatico, approvate da cinque Assemblee regionali (Puglia, Veneto, Abruzzo, Molise e Marche) e nel promuovere la Conferenza internazionale dell’Adriatico (Venezia, 9 novembre 2012). Prese di posizione che riconsegnano il quadro di un’Italia ancora una volta spaccata in due: i Governi che accelerano sull’opzione petrolio, e i territori che chiedono di essere coinvolti nelle scelte. Ci mobiliteremo ancora una volta per la presentazione, nei tempi utili (4 agosto 2014) delle osservazioni, sollecitando anche i Sindaci ad intraprendere azioni comuni, ben sapendo che è solo una soluzione tampone. Auspichiamo con forza, invece, che le forze politiche che ancora non sono state chiare si dimostrino in grado di ascoltare i territori e procedano, con forza ed urgenza, verso l’approvazione di una legge nazionale per la moratoria delle trivellazioni nell’Adriatico e nello Ionio. Chiediamo una precisa scelta di campo da parte delle principali segreterie nazionali dei partiti in parlamento (Renzi, Toti, Alfano, Casini) incalzati dai propri corrispettivi regionali (Emiliano, Amoruso, Cassano, Longo) non solo a parole, ma nei fatti. Nel frattempo, i territori non staranno a guardare».

 

 

 

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